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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Non puoi accelerare il tempo se non muti più velocemente anche tu!

C’è una trama forte che in questo momento occupa il nostro presente e la nostra storia: è la crisi. È quell’entità che erroneamente ha preso consistenza in quanto tale, ma che invece dovrebbe essere riportata alla sua definizione originale, e cioè la conseguenza dell’operato dell’uomo all’interno dell’economia! E facendo così non solo di rimette la causa al centro del problema, ma anche si spezza quell’assioma da cui tutti, nell’affrontare il mondo e le proprie scelte, partono, e cioè quell’assunzione rassegnata della crisi e delle sue naturali conseguente: ridimensionamenti, tagli e licenziamenti. Infatti non so se l’avete notato, ma tutta la nostra cronaca, dal preventivo cantonale alla RSI, dà per scontata la crisi come fosse una inevitabile componente strutturale del sistema. E dunque le scelte paiono inevitabili, perché proprio i presupposti paiono inevitabili. E invece? E invece, in un mercato di generale contrazione e soprattutto dove tutti gli “avversari” hanno pre

Oggi alla RSI: “The Ticines Job”

Un’entrata interessante potrebbe essere questa: mentre il patrimonio dei super ricchi aumenta, quasi ovunque nel mondo del lavoro c’è crisi e si taglia! E questo è l’argomento di cui dovremmo parlare e, prima fra tutti, dovrebbe farlo la nostra televisione pubblica! Invece, sotto il segno di “Così è la vita”, si segue la trama della crisi planetaria e senza battere ciglio si procede con i licenziamenti, con i tagli e con tutti quegli interventi che, di fatto, indeboliscono aziende già in crisi limitandone ulteriormente il potenziale. Invece così è la vita, e ieri è stata la giornatona dei licenziamentoni alla RSI: evento pianificato e gestito secondo le regole anonime e fredde delle grandi multinazionali, e cioè con la comunicazione a sorpresa del licenziamento e con l’abbandono immediato del posto di lavoro! E queste sono modalità che cozzano molto con il concetto di “La Nòsa”, che in sé racchiude una umanità simile a quelle delle famiglie. Una umanità che imporrebbe di trattar

Raddoppio del Gottardo – “La coscienza a comando”

Il 28 febbraio saremo chiamati a votare, ancora, sul raddoppio del Gottardo. E sappiate che continueremo a farlo, a intervalli regolari, finché non voteremo giusto! Ciò non toglie che alcune considerazioni sull’argomento vadano fatte: la prima è quella riguardante la sicurezza, o meglio l’argomentazione maestra dei raddoppisti. E hanno ragione, perché come diceva il consigliere agli Stati Olivier Français: “È irresponsabile lasciare che i mezzi pesanti e le automobili si incrocino frontalmente in un tunnel lungo 17 chilometri”! Purtroppo però l’iperattento Français ha dimenticato di completare la frase con un bel “per 35 anni”! Certo: perché ormai ne ho sentite di tutti i colori sul povero tunnel del Gottardo: dal tubo che “avvelena chi vi transita” su su fino all’immagine pietosa del pro-vicario don Sandro Vitalini e dei suoi amici studenti di teologia che nel tunnel recitano il Rosario sperando di uscirne vivi… Fatto sta che la faccenda è in realtà uno specchio fedele dell

Il mio assurdo

Che cos’è il mio assurdo? È la condizione di vita senza senso che questo mondo mi impone di vivere.  Personalmente, infatti, sono convinto che la nostra società, e di conseguenza la nostra realtà, sia una malattia mentale: le logiche con cui conduciamo la nostra evoluzione sono distruttive, incomplete e decisamente inefficaci in quanto impongono al mondo continui loop storici, che si ripetono da millenni e che in un concetto possono essere riassunti così: costruzione, poi distruzione, poi costruzione, poi distruzione… Ed evidentemente una umanità basata su questa dinamica difficilmente potrà evolversi, superarsi e uscire da questo loop. Ma il problema peggiore è l’impossibilità di mettere in discussione proprio questa dinamica, perché regge l’economia e il potere, e di conseguenza tutto il resto, compeso anche il senso della vita di chi abita il potere e l'economia. E anche oggi, quando ormai la nostra malattia mentale collettiva è evidente, tutte le follie umane son