Oggi alla RSI: “The Ticines Job”


Un’entrata interessante potrebbe essere questa: mentre il patrimonio dei super ricchi aumenta, quasi ovunque nel mondo del lavoro c’è crisi e si taglia! E questo è l’argomento di cui dovremmo parlare e, prima fra tutti, dovrebbe farlo la nostra televisione pubblica! Invece, sotto il segno di “Così è la vita”, si segue la trama della crisi planetaria e senza battere ciglio si procede con i licenziamenti, con i tagli e con tutti quegli interventi che, di fatto, indeboliscono aziende già in crisi limitandone ulteriormente il potenziale.

Invece così è la vita, e ieri è stata la giornatona dei licenziamentoni alla RSI: evento pianificato e gestito secondo le regole anonime e fredde delle grandi multinazionali, e cioè con la comunicazione a sorpresa del licenziamento e con l’abbandono immediato del posto di lavoro! E queste sono modalità che cozzano molto con il concetto di “La Nòsa”, che in sé racchiude una umanità simile a quelle delle famiglie. Una umanità che imporrebbe di trattare ogni dipendente, e anche ogni telespettatore, come un essere umano e non come un numero.
E invece leggo di scene raccapriccianti: di giornaliste convocate dopo il TG e “accompagnate” alla porta, e anche mi sono imbattuto nel comunicato dei sindacati, i quali hanno percepito le modalità come un trattamento da dedicare a “delinquenti” e non a onesti lavoratori. E, ciliegina sulla torta, ci si mette anche Canetta, negando l’impiego di tali modalità; ma da quello che ho capito, senza essere presente…
E questo è il classico Ticines Job, cioè quell’approccio capace sempre di trasformare ogni momento difficile in una tragedia: certo, perché almeno, vista l’entità dei tagli, la giornata avrebbe dovuto essere decisamente meno istituzionale e più umana, preparando il personale e spiegando bene le modalità, in maniera da non far sentire le vittime come anche degli intrusi! E questo è il minimo, perché un’azienda per la quale la comunicazione e l’immagine sono ragioni di vita non può permettersi uno scivolone come questo!
Naturalmente, pensando male, si potrebbe far notare che l’espulsione immediata evita la possibilità, ad esempio, di eventuali crolli psicologici, dunque certificati medici e dunque ulteriori spese per l’azienda… Ma noi non vogliamo pensare che la nostra TV pubblica, la Nòsa(!), si comporti in maniera così spietatamente tattica…
Però, per concludere, io vorrei tornare all’inizio: e cioè laddove sta il problema: ci sono persone super ricche che continuano ad arricchirsi e che determinano in maniera consistente la configurazione, soprattutto economica, del nostro mondo. Lo sfruttamento di territori e popoli da parte dell’economia è evidente e innegabile e l’unico mezzo oltre all’inefficace politica di cui disponiamo per contrastare questi modelli sono i media: media che però, spesso, assecondano il potere, sperando di raccattare qualche privilegio, e non capendo che anche loro, al momento opportuno, saranno sacrificati esattamente come tutti gli altri.
A meno che, naturalmente, non siano complici: e gli infiltrati dei poteri occulti siano già ben presenti nell’azienda per sfruttarla e smembrarla. Beh, lo potremmo capire vedendo l’organico RSI e il suo evolversi: non mi stupirebbe trovare il solito schema di sostituzione del personale locale con quello estero, più a buon mercato, e con il classico sfruttamento degli stagisti e con il precariato. Ma anche bisognerebbe monitorare la quantità e i costi dei lavori dati ad aziende esterne, soprattutto adesso, perché la rete del magna-magna e degli amici degli amici è sempre attiva e affamata! Beh, vedremo…
Intanto però un dubbio mi viene, cari ticinesi: non sarà che dovremo difendere la Nòsa dalla RSI?!







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