Facebook: prove tecniche di dittatura globale



Sono anni che mi chiedo come si possa affidare la vita “social” del nostro globo a un’entità che non solo gioca contro al sistema trovando, ad esempio, mille stratagemmi per non pagare tasse, o vendendo illegalmente e allegramente i nostri dati a chiunque li voglia o ancora usandoci gratuitamente per istruire le proprie intelligenze artificiali, ma che anche non lascia alcuna possibilità all’utente, in caso di contenzioso, se non quello di rivolgersi a un tribunale locale e citare in causa… Facebook!

Parliamo di un regno che ha deciso arbitrariamente le proprie leggi e il proprio algoritmo, ma che è talmente grande, con due miliardi di utenti, da non poter nemmeno pensare di avere un call center, perché servirebbero mezzo milione di impiegati almeno solo per rispondere al telefono, come anche avere delle persone reali che valutino i singoli ricorsi, perché anche lì servirebbe un plotone di gente.

Per cui a giudicare i nostri casi ci sono ancora delle intelligenze artificiali, che tranquillamente possono decidere di cancellare un account e con lui anni di lavoro e migliaia di post, senza che l’utente abbia mai parlato con un umano…

È quello che è successo a me: il 20 febbraio ho riscontrato difficoltà di accesso al mio account. Mi chiedeva di confermare la mia identità con un video del mio volto da più angolazioni. Cosa che non ho fatto perché tempo fa già gli avevo mandato la carta d’identità (per poter gestire delle pagine), quindi il video del mio viso da più angolazioni - magari da dare in pasto a una IA per creare un mio clone virtuale –, cara Facebook, te lo puoi infilare dove dico io.

Poi più tardi ho riprovato: ho visto che per l’invio del codice per la doppia autenticazione mi proponeva un numero di telefono che non era il mio, e ho pensato che qualcuno mi avesse hackerato l’account. Ho anche pensato che qualcuno mi avesse segnalato: ultimamente, visto il mondo come è messo, sono stato un po’ più esplicito del solito parlando di politica e di certi personaggi. Resto sempre stupito che gente così importante si preoccupi di cosa scriva un essere insignificante come me sulla propria bacheca, anche perché così sembra che quello importante sia io e loro quelli piccoli e insignificanti, ma in fondo mi interessa poco.
Comunque, quando finalmente sono riuscito a entrare, mi sono ritrovato l’account sospeso in attesa dell’esito del ricorso, che secondo FB avrei inoltrato proprio quel giorno. Ricorso che naturalmente non avevo inoltrato: il mio account funzionava perfettamente fino a un paio d’ore prima, senza nessuna segnalazione o messaggio da parte di Facebook.

Così ho aspettato qualche ora, e alla fine mi sono ritrovato con il messaggio che vedete in foto, cioè che se per caso volessi provare a riavere il mio account dovrei rivolgermi a un tribunale locale. Cioè uno degli uomini più poveri del mondo “civilizzato” dovrebbe fare causa a uno degli uomini più ricchi del mondo… Così ho pensato per qualche minuto, ma ormai la sensazione di sollievo era già troppo forte e mi sono detto: ok, da oggi non ho più un account Facebook!

E in fondo è da parecchio tempo che vedo Facebook come una reale prova tecnica di dittatura globale: cioè quello che sarà la nostra società quando l’ID digitale avrà preso piede e un dittatore potrà, premendo un pulsante, decidere che un cittadino “che non rispetta gli standard della comunità” non avrà più accesso ai suoi soldi in banca, non potrà più comprare nei negozi perché i suoi pagamenti digitali saranno bloccati… E forse non potrà nemmeno più andare all’ospedale, se non addirittura avere un’identità all’interno del sistema. Cosa, tra l’altro, molto verosimile vedendo oggi che sono proprio i Re della tecnologia ad avere in mano il nostro futuro.

Fatto sta che siccome ci penso da tanto tempo ho anche una soluzione: con il mio collega Marco stiamo lavorando da anni a delle soluzioni alternative e decisamente più sostenibili rispetto a Facebook, come potrebbe essere ad esempio una rete federata di social locali: quelli che per intenderci avrebbero un call center... Una rete di social senza censura se non quella della comunità stessa, senza algoritmi, non immensi dove ti ci perdi, ma mirati proprio a raccogliere persone, entità, attività, problemi e idee di un determinato territorio e farli interagire insieme.

Ci stiamo lavorando, siamo a un ottimo punto e vi faremo sapere. Magari con sorpresa!

Nel frattempo mi trovate qui.! :-)






Commenti

  1. Ciao Mattia, Finalmente ti ho ritrovato.
    Grazie all'aiuto di Luc Penel e Roberto Raineri-Seith......
    spero vivamente che il progetto di cui parli si concretizzi, garantisco già sin d'ora che ci sarò, Non dimenticarlo!!

    Ti auguro tanta serenità....
    a presto.
    Ciauuuu

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  2. E io continuo a seguirti qui. Benritrovato

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