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Philipp Plein è morto!

No, non iniziate subito a festeggiare: Philipp Plein non è morto. È solo un mio modo per sfogare la rabbia di fronte agli spettacoli ticinesi sempre più pietosi. Fatto sta che non solo mi sono immaginato che il soggetto fosse passato a miglior vita, ma mi sono anche immaginato il suo colloquio col Creatore una volta arrivato alle porte del Paradiso. Eccolo!


PERSONAGGI

DIO – Dio
PP – Philipp Plein



PP (riprendendo coscienza in un luogo a lui sconosciuto) – Salve vecchio. Sono un po’ confuso... Mi sapresti dire dove mi trovo e... se c’è una pizzeria, che sono le 23:25 e a quest’ora mi viene sempre fame?

DIO – No, non ci sono pizzerie qui: prima c’erano, ma ci siamo accorti che favorivano il lavoro notturno.

PP – Che posto di perdenti... E niente locali per gli apero-after-fashion-trendy serali?

DIO – S’è per quello nemmeno pomeridiani.

PP – Che posto di sfigati! Ma dove siamo?

DIO – Vedi quella grande porta luminosa? Dietro c’è il Paradiso. Noi siamo a circa due metri.

PP – Dai birbanti! Me l’avete fatta un’altra volta: mi avete messo di nuovo il Vicodin, l’Ajax e la Cementit nel drink e adesso sono fuori come una cravatta verde su un vestito viola scollato e credo di essere in Paradiso!

DIO – A parte che la cravatta femminile verde su vestito viola scollato spopolerà nel 2034, sono spiacente deluderti ma non ti hanno drogato: sei schiattato alle 19.23 nel tuo ufficio per infarto da stress. Saresti sopravvissuto se ci fosse stato un defibrillatore, ma allora avresti dovuto fare l’operaio alla Shell e non lo stilista. E comunque siamo a due metri dal Paradiso.

PP – Eddai, mi stai prendendo per il culo! È come quella volta a Cortina quando a quella festa uno psicologo mi ha ipnotizzato e mi ha convinto di essere una affetta zucchine automatica. Mi ricordo ancora il male ad estrarre le sette zucchine che mi ero inserito nell’apposita feritoia prima di capire che senza collegarmi alla corrente non sarei funzionato...

DIO – No, nemmeno quella. Sei proprio ingloriosamente schiattato per infarto da stress, e durante le ultime convulsioni ti sei anche cagato addosso: vedessi che bell’abbinamento con i tuoi calzoni bianchi di lino!

PP – E i miei collaboratori?! Non mi hanno fatto il massaggio cardiaco?

DIO – A dire il vero mentre rantolavi per terra scommettevano sull’ora del decesso, mentre ora stanno festeggiando!

PP – Ok, facciamo che ti credo. Sei il portiere? Sei qui per darmi le chiavi della porta, per farmi strada verso i miei alloggi e per presentarmi la servitù?

DIO – Sì, e anche per consegnarti le chiavi della Lamborghini.

PP – Di che colore?

DIO – Color ceffone!

PP – Mi stai dicendo che devo girare a piedi, o peggio ancora con i mezzi pubblici, pieni di gentaglia senza stile, sudata e puzzolente?!

DIO – No, ti sto dicendo che siamo qui a discutere se ti meriti o no il Paradiso.

PP – E perché mai non dovrei meritarmelo??! Io sono un creatore di sogni, di meraviglie inestimabili della genialità umana!

DIO – E Mozart, Picasso e Davis, allora cosa sono?

PP – Mai sentito queste marche! Cos’è, fanno cravatte verdi da donna per vestiti scollati viola?

DIO – No, fanno corde da impiccagione per stilisti bambi.

PP – Ok, adesso basta scherzare! È evidente che non sono morto: lì c’è Bertini. È morto anche lui?

DIO – Sì, l’ho fulminato 15 minuti fa, dopo aver letto le sue dichiarazioni sull’elasticità.

PP – Oh certo, sta frequentando un corso da me proprio sull’elasticità: Borradori voleva che lo introducessi alle pratiche libertine che noi eletti amiamo fare...

DIO – Eletti da chi?

PP – Da noi, con la compiacenza della politica!

DIO – È proprio di questo che volevo parlare: non vi pare che tutto quel valore dato a cose come i vestiti sia artificiale?

PP – Per niente: la gente si mette un vestito fatto da un Dio come me e si sente un Dio a sua volta!

DIO – Come placcare uno stronzo d’oro: e ho scelto l’oro perché anche quello vive di un valore arbitrario.

PP – Mi stai dando dell’arbitrario?!

DIO – Esatto!

PP – Magari un po’... Però guarda, ho qui 200 rose bianche che ti potrei regalare per abbellire un po’ il Paradiso... E potrei anche disegnarti gratis il logo del Paradiso: col logo del Lugano Hockey ho fatto un figurone!

DIO – Hai copiato il logo dei Baltimore Ravens: è identico!

PP – No, il mio logo era su carta patinata! E comunque ci sarà un modo per accedere al Paradiso: sono ricco, posso darti quello che vuoi!

DIO – Dammi amore!

PP – Cos’è?

DIO – È quello che ti serve per entrare qui!

PP – E dove si compra?

DIO – Non si compra, si coltiva!

PP - Come?

DIO – Accorgendosi degli altri, rispettandoli, aiutandoli e creando empatia, perché i tesori dell’uomo sono dentro!

PP – Ma così noi ricchi non esisteremmo!

DIO – Infatti, bravo!

PP – Ma allora dimmi, l’inferno com’è?

DIO – L’inferno è il luogo da cui sei arrivato. E ora riavvolgo il tempo e ti ci rimetto: non sei ancora pronto per entrare qui. Ora schioccherò le dita e ti ritroverai dove eri un attimo prima di schiattare: nello sgabuzzino a limonare con Bertini e Borradori! E già che ci sono ripristino anche Bertini, perché lui pure non è ancora pronto per stare qui.

PP – Quindi resuscito, come Gesù?

DIO – No, come Lazzaro: Gesù lo fa già Marco Romano. Allora ci vediamo il 24 febbraio del 2034, quando la Mozart lancerà le cravatte verdi da donna per vestiti scollati viola, conquisterà il mercato e tu morirai di infarto da invidia!





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