Il Ticino è bello perché dopo anni in cui non succede mai un cazzo, arriva un evento straordinario totalmente inaspettato. E infatti è successo: dopo 1034 anni che non succedeva più, il nostro cantone si è riempito di una strana coltre bianca, che uno studio dell’IRE ha subito e inequivocabilmente identificato come ovatta.
Ma proprio mentre l’UDC stava per lanciare un’iniziativa contro tutte le cose bianche e morbide, Piernando Binaghi ha centrato un pupazzo di neve mentre veniva giù da Fusio in skateboard, e ha confermato a tutti che il fenomeno fosse invece una nevicata... di neve!
Subito è intervenuta la SECO, insistendo che invece si trattasse di ovatta, ma che i Ticinesi, conosciuti mondialmente per la loro percezione distorta della realtà, identificano come neve. Però alla fine il naso rotto di Binaghi ha avuto la meglio, e l’allarme cantonale è partito.
La miglior reazione è arrivata da Bellinzona: oltre all’incredibile dispiegamento di mezzi e forze – 3 badili e due operai comunali in pensione – è spiccata l’iniziativa del sindaco di milizia Mario Branda, che in cambio di un solo rimborso spese forfettario approvato d’urgenza in Parlamento, si è messo a disposizione anch’egli per spalare quella che lui stesso ha definito “la neve fisco-ovattata, un ottimo compromesso da spalare”.
Per il resto del cantone invece si è proceduto, data l’urgenza, all’assegnazione di un mandato diretto alla Qui a Bormio Sappiamo Come si Spala la Neve SA, non ancora iscritta al registro di commercio, ma il cui titolare – cugino di Paolo Beltraminelli, amico di Fiorenzo Dadò, amante di Fabio Regazzi e cognato di Luigi Pedrazzini – ha fatto sapere come la regolarizzazione dell’azienda sarà la prima cosa che farà appena uscirà di prigione.
Anche Lugano ha voluto come sempre distinguersi, e per affrontare l’emergenza ha radunato la speciale task force chiamata “Gli Spantegators”, composta da Giorgio Giudici, Erasmo Pelli e le due Masoni. E infatti dopo due ore di consultazione la soluzione è arrivata: mandato diretto alla NASA per la costruzione di Triturator, una calla-neve da 7500 tonnellate in marmo verde del Guatemala, dotata di friggitori laser, mitraglietta rompighiaccio, tritatutto quantico e rubinetto per prosecco d’annata messo sul retro per la gente che verrà a vederlo in azione. Tempo di realizzazione: 9 anni; costo: 240 milioni, pagati dalla Città attraverso una fondazione di Svitto con sede fiscale nel Delaware.
Anche Christian Vitta ha voluto dire la sua, ribadendo che: “In un momento propizio per l’aumento di neve fisco-ovattata sulla superficie irregolare che compone l’insieme simmetrico del nostro territorio, prendo pragmaticamente atto di questa positiva notizia di evento meteo-temporale in linea con la statistica delle nevicate in dicembre che nessuno si aspettava su Marte negli ultimi 3 milioni di anni, e auspico presto di potermi avvalere di strumenti evoluti e in divenire come una pala e trovare le congiunzioni psico-emotive per uscire a far via l’entrata del garage”.
E infine, dopo che il problema è stato brillantemente risolto e il Ticino è perfettamente in linea con i dati sui marciapiedi ghiacciati, i cumuli di neve ovunque e le strade impraticabili dell’Alaska degli ultimi 757 anni, anche Paolo Beltraminelli è intervenuto ponendo una sola e semplice domanda: “Scusi, cosa intende con neve?”.
Ma proprio mentre l’UDC stava per lanciare un’iniziativa contro tutte le cose bianche e morbide, Piernando Binaghi ha centrato un pupazzo di neve mentre veniva giù da Fusio in skateboard, e ha confermato a tutti che il fenomeno fosse invece una nevicata... di neve!
Subito è intervenuta la SECO, insistendo che invece si trattasse di ovatta, ma che i Ticinesi, conosciuti mondialmente per la loro percezione distorta della realtà, identificano come neve. Però alla fine il naso rotto di Binaghi ha avuto la meglio, e l’allarme cantonale è partito.
La miglior reazione è arrivata da Bellinzona: oltre all’incredibile dispiegamento di mezzi e forze – 3 badili e due operai comunali in pensione – è spiccata l’iniziativa del sindaco di milizia Mario Branda, che in cambio di un solo rimborso spese forfettario approvato d’urgenza in Parlamento, si è messo a disposizione anch’egli per spalare quella che lui stesso ha definito “la neve fisco-ovattata, un ottimo compromesso da spalare”.
Per il resto del cantone invece si è proceduto, data l’urgenza, all’assegnazione di un mandato diretto alla Qui a Bormio Sappiamo Come si Spala la Neve SA, non ancora iscritta al registro di commercio, ma il cui titolare – cugino di Paolo Beltraminelli, amico di Fiorenzo Dadò, amante di Fabio Regazzi e cognato di Luigi Pedrazzini – ha fatto sapere come la regolarizzazione dell’azienda sarà la prima cosa che farà appena uscirà di prigione.
Anche Lugano ha voluto come sempre distinguersi, e per affrontare l’emergenza ha radunato la speciale task force chiamata “Gli Spantegators”, composta da Giorgio Giudici, Erasmo Pelli e le due Masoni. E infatti dopo due ore di consultazione la soluzione è arrivata: mandato diretto alla NASA per la costruzione di Triturator, una calla-neve da 7500 tonnellate in marmo verde del Guatemala, dotata di friggitori laser, mitraglietta rompighiaccio, tritatutto quantico e rubinetto per prosecco d’annata messo sul retro per la gente che verrà a vederlo in azione. Tempo di realizzazione: 9 anni; costo: 240 milioni, pagati dalla Città attraverso una fondazione di Svitto con sede fiscale nel Delaware.
Anche Christian Vitta ha voluto dire la sua, ribadendo che: “In un momento propizio per l’aumento di neve fisco-ovattata sulla superficie irregolare che compone l’insieme simmetrico del nostro territorio, prendo pragmaticamente atto di questa positiva notizia di evento meteo-temporale in linea con la statistica delle nevicate in dicembre che nessuno si aspettava su Marte negli ultimi 3 milioni di anni, e auspico presto di potermi avvalere di strumenti evoluti e in divenire come una pala e trovare le congiunzioni psico-emotive per uscire a far via l’entrata del garage”.
E infine, dopo che il problema è stato brillantemente risolto e il Ticino è perfettamente in linea con i dati sui marciapiedi ghiacciati, i cumuli di neve ovunque e le strade impraticabili dell’Alaska degli ultimi 757 anni, anche Paolo Beltraminelli è intervenuto ponendo una sola e semplice domanda: “Scusi, cosa intende con neve?”.
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