Del potere, oggi, si può dire una cosa certa: che chi lo abita è gente piccola. E uno dei maggiori esponenti ticinesi della piccolezza è proprio il nostro ministro pseudo socialista Bertoli, che in una generosa intervista sul Corriere del Ticino ci illumina su come nei momenti di difficoltà vinca sempre la ventosa sul culo. E infatti nelle intenzioni dell’individuo c’è proprio quella di ricandidarsi!
Mi fa ridere il tempismo, perché proprio qualche giorno fa, alla Conferenza cantonale del PS, 85 socialisti hanno sconfessato la linea di Bertoli e dei suoi 38 adepti sulla riforma fiscale. Un duro colpo alla corrente liberale nel PS, che da molto tempo ormai è lontana dal cittadino: una linea che ha visto Lurati nel controprogetto a Basta dumping, che ha visto Bertoli invitare i lavoratori della NLM a tornare a lavorare (e vediamo oggi i risultati!), ma soprattutto che ha portato il gruppo parlamentare del partito a sostenere la riforma “fisco-sociale”, cioè l’ennesimo regalo ai ricchi in cambio di noccioline per la socialità, dopo anni di tagli per giunta.
E il momento sembrava essere quello giusto, perché insieme alla batosta alla Conferenza cantonale sono insorti il vicepresidente Sirica, la GISO, Aramis Gianini e qualche altro rivendicando un socialismo vero e puntando il dito su questa azione fatta di compromessi e calate di braghe che ha portato il Ticino a essere il fanalino di coda della Svizzera in tutto: i salari sono i più bassi, la soglia di povertà la più alta, il rischio di povertà idem, l’assistenza sociale è raddoppiata in 5 anni, la sottoccupazione anche e tanti altri sono gli indicatori che decretano chiaramente il fallimento dell’azione politica socialista all’interno del nostro cantone.
Ed ecco perché il buon Bertoli ha reagito subito, innanzi tutto decidendo autonomamente di ricandidarsi – anche se io spero in quegli 85 che già gli hanno votato contro -, ma soprattutto portando la solita visione bertoliana secondo la quale lui è lui e gli altri non sono e non capiscono un cazzo!
Fa male veder scritto che “in vista delle elezioni temo una campagna elettorale fatta di tanta comunicazione vuota e di pochi contenuti veri. Lo temo perché, dal mio personale osservatorio, mi pare che questo sia un trend in fase di peggioramento di questi ultimi anni, purtroppo a volte corroborato anche dal voto popolare, che troppo spesso premia il tanto rumore piuttosto che il lavoro effettivamente svolto”.
Infatti, come vedete, gli elementi dei discorsi nazional-bertoliani ci sono tutti: c’è il popolo che non capisce un cazzo, ci sono partiti che incredibilmente usano la comunicazione (elemento sconosciuto al PS) e vincono, e c’è naturalmente lui, che evita il premiato “tanto rumore” e si attacca al lavoro effettivamente svolto, cioè quello che ha portato il Ticino ad essere il fanalino di coda della Svizzera in tutto! No dico...
Fa male veder scritto che “in vista delle elezioni temo una campagna elettorale fatta di tanta comunicazione vuota e di pochi contenuti veri. Lo temo perché, dal mio personale osservatorio, mi pare che questo sia un trend in fase di peggioramento di questi ultimi anni, purtroppo a volte corroborato anche dal voto popolare, che troppo spesso premia il tanto rumore piuttosto che il lavoro effettivamente svolto”.
Infatti, come vedete, gli elementi dei discorsi nazional-bertoliani ci sono tutti: c’è il popolo che non capisce un cazzo, ci sono partiti che incredibilmente usano la comunicazione (elemento sconosciuto al PS) e vincono, e c’è naturalmente lui, che evita il premiato “tanto rumore” e si attacca al lavoro effettivamente svolto, cioè quello che ha portato il Ticino ad essere il fanalino di coda della Svizzera in tutto! No dico...
Invece, come dicevo qualche giorno fa, questa è l’occasione per risanare la sinistra e lo è proprio perché ci sono i risultati fallimentari di questa politica lì da vedere, perché il PS si schiera 85 a 39 contro i traditori liberali e perché il partito può contare su molti giovani capaci che potrebbero davvero cambiare le sorti del socialismo ticinese e presentare alle elezioni del 2019 un Partito socialista nuovo, senza compromessi, e a mio avviso capace di ricostruire il concetto di socialismo anche all’interno dei cittadini.
Quindi? Quindi, cari socialisti socialisti, questa non dovete lasciargliela fare, ma anzi dovete sfruttare questo momento (di debolezza se mette così presto le chiappe avanti!) per risanare il partito. E non per vendetta verso Bertoli e i suoi amici liberali nel PS, ma per amore di un popolo incredibilmente bisognoso di socialismo e di un rappresentante forte che si batta per lui in Governo e in Parlamento.
In quattro parole: cazzo duro e rivoluzione!
In quattro parole: cazzo duro e rivoluzione!
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