Sembra incredibile: alcuni ragazzi fanno un video sulla Valle Verzsca e il luogo si riempie di turisti! Davvero, da ticinese, non ho mai pensato che cose simili fossero possibili: Ticino Turismo, quell’organismo parassita che a suon di milionate dovrebbe promuovere il turismo nella regione, non ci è mai riuscito! E invece, cazzo, si può! Poi, naturalmente, proprio perché siamo in Ticino non stiamo discutendo di pagliacci che ci rubano soldi da anni per non fare niente, ma stiamo montando la panna sui turisti lombardi che sporcano, sono maleducati e non lasciano nulla al territorio…
Fermiamo subito questa stupidata dicendo che se la promozione l’avesse fatta Ticino Turismo, si sarebbero allestite le strutture giuste per evitare il caos: quindi posteggi, trasporti, qualche cartello con le regole base da seguire, magari un bagnino ed eventualmente bancarelle di prodotti locali (panini e gazzose!) e manifestazioni collaterali, come rassegne gastronomiche nei grotti e ristoranti vicini, e magari anche qualche concerto o festa in zona. Ma in ogni caso se c’è un problema con la grande massa di turisti in arrivo è solo perché non si era preparati!
Per cui torniamo al vero problema, e cioè quello legato ai numerosissimi “fanfaronici” organi statali e parastatali nutriti a suon di milioni, che di fatto però servono solo a spartire risorse e cariche tra gli amici degli amici, ma che mai in nessun caso sono riuscite a cambiare il destino del nostro fazzoletto di terra! E questo perché, lo dico sempre, questi gruppi chiusi si compongono prima di tutto in base a potere ed amicizie e mai in base alle competenze, ma soprattutto perché questi gruppi chiusi sono chiusi: cioè non vivono nel mondo! Ed è proprio il video dei ragazzi che mi aiuterà a dimostrare questa tesi!
Come dico infatti da un po’, i media stanno vivendo una grande trasformazione, e soprattutto a subire grandi trasformazioni sono i mezzi con cui si può fare un media. E la dimostrazione, dicevo, ci arriva proprio dal video dei ragazzi: un paio di telefonini e una GoPro, un po’ di musica di sottofondo, e il video è fatto!
E qui vediamo una prima grande differenza: per il gruppo chiuso di parassiti, promuovere la Verzasca avrebbe significato un investimento a 5 o 6 zeri, con la troupe, le telecamere, il compositore per le musiche, le comparse, gli attori, i montatori, i distributori e chi più ne ha ne metta.
E invece, invece quattro ragazzi ci dimostrano cosa sia la comunicazione nel 2017: ci dimostrano che i giovani reagiscono meglio a filmati fatti con una GoPro che a una produzione milionaria fatta in studio; ci dimostrano che con 200 franchi puoi fare un video di promozione per una valle super efficace; ma soprattutto ci mostrano una grande evoluzione che oserei definire addirittura di livello cinematografico, e cioè l’occhio che guarda che si sposta… in mezzo!
E invece, invece quattro ragazzi ci dimostrano cosa sia la comunicazione nel 2017: ci dimostrano che i giovani reagiscono meglio a filmati fatti con una GoPro che a una produzione milionaria fatta in studio; ci dimostrano che con 200 franchi puoi fare un video di promozione per una valle super efficace; ma soprattutto ci mostrano una grande evoluzione che oserei definire addirittura di livello cinematografico, e cioè l’occhio che guarda che si sposta… in mezzo!
E questo ultimo elemento è un altro argomento che porto avanti da molto: ogni volta che parlo di media continuo a dire che devono andare tra la gente; che manca un media del popolo, e cioè uno che si nutra del popolo e soprattutto che “guardi fuori” con gli occhi del popolo!
Non so se riuscite a capire cosa sto dicendo – e non mi impegnerò troppo a spiegarlo perché mi piacerebbe che qualcuno mi assumesse per spiegarglielo… - ma il concetto è che il Web e i social hanno in primo luogo offerto nuovi strumenti per concepire l’idea di media, ma soprattutto hanno cambiato il punto di vista da cui la gente guarda il mondo! Se infatti prima del Web e dei social non esisteva una comunicazione orizzontale, ma noi guardavamo il mondo attraverso l’occhio dei media, oggi questo intermediario non c’è più all’interno dei social. Per cui cambia la comunicazione ma cambia soprattutto il suo meccanismo: che da “io guardo te attraverso chi ti guarda” diventa ’”io guardo te” e basta!
Non so se riuscite a capire cosa sto dicendo – e non mi impegnerò troppo a spiegarlo perché mi piacerebbe che qualcuno mi assumesse per spiegarglielo… - ma il concetto è che il Web e i social hanno in primo luogo offerto nuovi strumenti per concepire l’idea di media, ma soprattutto hanno cambiato il punto di vista da cui la gente guarda il mondo! Se infatti prima del Web e dei social non esisteva una comunicazione orizzontale, ma noi guardavamo il mondo attraverso l’occhio dei media, oggi questo intermediario non c’è più all’interno dei social. Per cui cambia la comunicazione ma cambia soprattutto il suo meccanismo: che da “io guardo te attraverso chi ti guarda” diventa ’”io guardo te” e basta!
Per cui una delle dinamiche di cui vado cianciando da anni, e cioè lo Sviluppo orizzontale, è già presente sia nelle logiche sia nelle modalità della comunicazione: una dinamica che non cambia solo la visione delle cose, ma ne cambia anche la percezione. Infatti il video sulla Verzasca è stato “sentito” perché la telecamera era lì, in mezzo a loro, appiccicata su di loro, e ha dato a tutti la possibilità ad esempio di vivere direttamente la sensazione di tuffarsi.
E soprattutto, notate, di farci dire da uno di noi che la Verzasca è bella: non da un attore o da un presidente di un’associazione turistica pagato milioni, ma da uno di noi! E visto come il potere (sempre grazie allo Sviluppo orizzontale) stia perdendo di credibilità, oggi bisogna capire che la gente, prima ancora degli effetti speciali, oggi è tornata ad aver bisogno di verità.
E soprattutto, notate, di farci dire da uno di noi che la Verzasca è bella: non da un attore o da un presidente di un’associazione turistica pagato milioni, ma da uno di noi! E visto come il potere (sempre grazie allo Sviluppo orizzontale) stia perdendo di credibilità, oggi bisogna capire che la gente, prima ancora degli effetti speciali, oggi è tornata ad aver bisogno di verità.
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