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SE NON LO AMMETTIAMO, MORIAMO

Ci sono concetti coniati dall’uomo, tipo “nascondersi dietro a un dito” o “il segreto di Pulcinella”, proprio per descrive situazioni come il nostro presente. Un presente in cui tutto il potere ci racconta una cosa, ma è evidente che lo scenario sia un altro. E il tema è evidentemente il libero mercato: quel meccanismo che secondo i suoi fautori “si regola da solo”, ma che in realtà ha portato 8 persone a possedere quanto 3.5 miliardi di altre, e che in generale crea sempre meno persone sempre più ricche e sempre più persone sempre più povere. Ma dove sta il problema? Nel libero mercato? No: il problema sta nell’uomo!

C’è un grande assente nel nostro presente, ed è l’uomo e più specificamente la sua coscienza: sentiamo parlare di crescita, di crescita economica, di crescita del PIL, di crescita nella produzione, di crescita nei consumi, ma mai sentiamo parlare di crescita per quanto riguarda la nostra coscienza, la nostra morale, la nostra etica e in generale la nostra cultura. Ed ecco il motivo per cui principi positivi come il libero mercato si trasformano in vere e proprie catastrofi se ad applicarli è l’uomo, questo uomo!
Infatti, chiudendo gli occhi e pensando al libero mercato con una coscienza decente, pensiamo a una serie di aziende che abbiano come primo e imprescindibile obbiettivo quella della crescita della nostra civiltà: dunque ci si aspetta che a un certo punto qualcuno arrivi con un’automobile che non inquina, e che tutto il mercato automobilistico si sposti in quella direzione; oppure ci si potrebbe aspettare che un’altra azienda trovi un modo biologico ed efficace per produrre del cibo, e che a questa nuova altezza dell’asta tutto il mercato si regoli. Dunque il libero mercato “ideale” si muove con coscienza, tenendo conto di uno sviluppo sostenibile e anche dei grandi problemi che affliggono il nostro mondo, come l’inquinamento, la fame e l’ignoranza ad esempio.
E invece il libero mercato non viene “usato” con principi morali, etici ed evoluzionistici alti, ma viene usato per l’esatto contrario: il libero mercato diventa un principio facilmente sfruttabile con un approccio privo di etica, per cui la libera circolazione è sfruttata, i territori vengono sfruttati, le persone vengono sfruttate… E non solo: accompagnate da una finanza configurata in totale cattiva fede a favore dei ricchi e degli sfruttatori, queste aziende utilizzano la libera circolazione dei capitali, dei domicili fiscali e dei domicili fisici per “evadere” il fisco a norma di legge. O ancora meglio per evadere il fisco usano le società offshore, tanto platealmente da dar vita a scandali come Panama Papers, dove ad esempio – per parlare anche un po’ del nostro Ticino – risultavano oltre mille ditte aperte da fiduciarie e avvocati del solo Luganese: notizia clamorosa, ma “disattivata” semplicemente decidendo di non procedere con un’inchiesta.
Il tutto inserito in un mondo in cui solo nel 2016 si sono investiti 1'680 miliardi in armi (con 250 si risolve il problema della fame nel mondo!), continuando però a vedere il teatrino dei governi intenti a condannare la guerra.
E lo stesso disegno, cioè principi anche giusti ma usati male da uomini pessimi, è frattale e presente un po’ dappertutto. E questo per il motivo che citavo all’inizio: perché ci siamo preoccupati solo di far crescere il PIL e il conto in banca di pochi ricconi, ma per far crescere la nostra cultura, e di conseguenza la nostra morale e la nostra etica, non si è investito un centesimo! E Stati che arrivano a tagliare addirittura nell’istruzione sono l’esempio lampante di quanto poco siano considerate importanti la coscienza e la conoscenza nella nostra civiltà!
Per cui dobbiamo dircelo che siamo delle merde, e dobbiamo finalmente tornare a mettere mano al problema principale dell’uomo e cioè se stesso! Non sono né la libera circolazione né il libero mercato i mostri: sono gli uomini che questi principi li sfruttano male e in cattiva coscienza.



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