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LUGANO AIRPORT AVVOLTO NELLA NEBBIA



Ormai qui in Ticino siamo abituati alle vicende dei giocattolini assediati dagli amici degli amici, dove a suon di cadreghe e di investimenti senza progetti concreti si avvicendano condottieri generosi di proclami, i quali però, di fatto, servono solo a coprire temporaneamente le varie tempeste che periodicamente vanno a colpire questi parchi giochi allo sbando. Tempeste ricorsive però, perché i proclami senza progetti non risolvono nulla! Di cosa parliamo? Essenzialmente potremmo parlare di un sacco di cose: potremmo parlare del LAC e dei vari teatrini per avere un CdA (se non vogliamo parlare dei tanti problemi e degli scandali…), ma potremmo anche parlare delle stazioni sciistiche o di Ticino Turismo e di tutti quegli enti parastatali, in cui la parte statale è intesa purtroppo come quella preposta a cacciare i milioni a fondo perso per far giocare un altro anno gli amici degli amici. Oggi però ne scegliamo uno in particolare: Lugano Airport!

Lugano Airport è uno dei tanti chiari esempi di questa dinamica: dalla fine di Swissair in avanti il destino dello scalo è stato una vera montagna russa. Passaggi di proprietà, vari rilanci finiti in nulla ma decisamente costosi e anche una buona dosa di scandali: l’ultimo quello dell’audit per la situazione insostenibile dei dipendenti! Una bomba grazie alla quale le fondamenta hanno iniziato di nuovo a tremare, e quel temporaneo e anche sospetto pareggio di bilancio ottenuto da Sozzi – il direttore che a fine agosto lascerà la carica – ha assunto tutta un’altra piega se rapportato al degrado delle condizioni di lavoro del personale e al notevole aumento della pressione.
Oltre a tutto i risultati di questo audit, per l’interpretazione tutta ticinese della legge di Murphy secondo cui se può esserci una fuga di notizie ci sarà, sono diventati pubblici e la cosa ha causato un terremoto non solo per quanto riguarda la direzione, ma anche un fuggi fuggi nel consiglio d’amministrazione…

E ora? Ora lo scenario è quello tipico ticinese e le contrattazioni e le operazioni sotto banco sono iniziate! Innanzi tutto arriva un fumoso piano di rilancio da 20 milioni da parte della città di Lugano, il cui messaggio dovrebbe essere al vaglio del consiglio comunale. Un progetto che, malgrado le mie prolungate ricerche, pare non abbia una forma chiara e precisa, tanto da poterlo definire un “progetto che non c’è”.
Inoltre ha un pessimo “odore” il concorso pubblicato per la ricerca del nuovo direttore dello scalo: a detta di molti, infatti, sia la scelta del periodo estivo sia i requisiti richiesti fanno pensare al solito concorso ”su misura” e in sordina confezionato per un candidato già designato a priori.

Ma c’è ancora un “ma”: facendo un po’ di ricerche in Internet ho scoperto come diversi mesi fa sia stato fatto uno studio sull’aeroporto, interpellando uno dei massimi esperti mondiali in materia ed è stato consegnato al sindaco di Lugano! E anche è stato arricchito in seguito da alcune aggiunte fatte pervenire invece a Claudio Zali.
A quanto pare tale documento contiene diverse soluzioni ai problemi dell’aeroporto, soprattutto per quanto riguarda l’accessibilità da terra e anche dall’aria, contempla diverse considerazioni e soluzioni per le carenze prettamente tecniche dell’aeroporto, e anche proporrebbe diverse idee per un vero rilancio!
Qual è la cosa strana? La cosa strana è che di questo studio non si sa niente: cosa contiene lo studio? Chi è questo esperto internazionale e qual è la sua visione? Qual è la posizione di Borradori e di Zali in proposito?

Evidentemente le domande sono molte, soprattutto se si pensa che attualmente sul tavolo c’è un aeroporto senza direttore, con il CdA sfasciato e con un progetto di rilancio da 20 milioni di cui si sa poco o nulla e che dunque somiglia molto a una cambiale in bianco. Una cambiale in bianco, però, coperta dai soldi di tutti noi!
Che dire? Affaire à suivre, speriamo! O come direbbe Natalia Ferrara: “Affèr a suivr, speròns!”.




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