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“AVEVO UNA VITA, ORA NON CE L’HO PIÙ”

Ci sono due visioni della vita: una è quella che quando guarda Charlie Parker vede un genio, mentre l’altra è quella che in lui vede un nuovo metro per rimisurare migliaia di sassofonisti che diventano così mediocri. E questa è la base dell’evoluzione.
 
Poi la stessa cosa succede in tutti gli altri ambiti, coscienza inclusa. Vi faccio un esempio: Gesù e Snowden! Entrambi rappresentano un uomo che di fronte a un sistema con regole del gioco dannose è capace di rinunciare alla propria vita in favore della propria coscienza, solo che nel primo caso parliamo di un uomo sfruttato da un potere manipolatore per definire un limite invalicabile per l’uomo, definendo Gesù l’irraggiungibile e perfetto figlio di Dio e gli uomini come degli irreversibili peccatori bisognosi della Chiesa per espiare regolarmente i propri peccati. Mentre nel secondo caso parliamo sempre di un uomo con la caratura di Gesù, ma inserito in un’epoca in cui l’intera umanità “civilizzata” usa termini come “amore” per una lattina di Pepsi, o usa alti concetti filosofici per convincerti a comprare un’auto. Ragione per cui è impossibile che un individuo come Snowden possa essere capito.
E invece la notizia è che Gesù è tornato sulla terra ma non ha trovato nessun uomo ad attenderlo: come l’originale, Snowden ha scoperchiato l’ipocrisia del potere, ci ha spiegato che le guerre si fanno per “petrolio e sabbia” e che tutte le informazioni raccolte dalla sorveglianza di massa vengono poi usate per destabilizzare governi, per ricattare politici, per vendere informazioni ai virtuosi della finanza e via dicendo. E parliamo di uno scandalo planetario che per essere svelato è costato la vita – “avevo una vita, ora non ce l’ho più” – a una delle persone più coraggiose del pianeta.
Eppure Snowden non è stato più di un fenomeno emotivo e come tutto negli ultimi tempi ha finito per non cambiare nulla. Anzi, è finito nel dimenticatoio, isolato in Russia forse con tonnellate di rimpianti: sicuramente quello di essersi sacrificato per nulla!
E allora cosa ci serve per smuoverci da questo torpore, se nemmeno il ritorno di Gesù sulla terra ha avuto qualche effetto? Ci serve quella cosa che dicevo all’inizio: ci serve capire che gente come Snowden – un uomo e non il figlio di Dio – è stato capace di un gesto e di una presa di coscienza inimmaginabile per miliardi di persone. Per cui ci serve capire che Snowden non è un eroe, ma che noi siamo degli ignoranti e irresponsabili mediocri, impermeabili a qualsiasi evoluzione, perché dopo anni che i media promuovono la mediocrità la consideriamo normalità. Anzi, la consideriamo un diritto!
E invece l’esercizio è proprio quello che ci insegna Snowden: lui ha rinunciato alla propria vita! A una vita di valore se si prende la nostra civiltà persa come riferimento, ma a una vita da codardo complice se la si guarda per rapporto alla vita in quanto tale.
E capiamo che se tutti noi facessimo come lui questa civiltà non avrebbe più popolo: nessuno sarebbe più complice di una società che investe 1'680 miliardi l’anno in armi e si dice a favore della pace, o che ti invita a comprare un telefono da 900 franchi costruito da gente sfruttata che si suicida, o che ogni giorno ignora i 15mila bambini che muoiono di fame, o che fa finta di nulla davanti ai morti per inquinamento perché bisogna crescere, o dove la politica e l’economia sono diventate una associazione a delinquere organizzata per sfruttare territori e persone fino alla morte.
Noi, a differenza di Snowden, ci alziamo ogni giorno e ci mettiamo in spalla un pesante zaino pieno di compromessi, e addirittura odiamo o ignoriamo chi questo zaino ha avuto il coraggio di toglierselo.
Quindi? Quindi al lavoro, perché l’Uomo inizia da Snowden, e ora che lui – uomo e non figlio di Dio - ci ha fatto vedere che si può, è nostro compito farlo!




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