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Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul Mordasini ma che non avete mai osato chiedere!

A volte è difficile spiegare perché certe persone siano proprio così: la genetica fa la sua parte, come pure le cattive abitudini, le brutte compagnie e l’educazione, ma come ci insegna bene la psicologia il periodo determinante che definisce la nostra personalità è quello che comprende l’infanzia e l’adolescenza. Sapendo dunque poco di tale periodo per quanto riguarda la vita del nostro Corrado “Ignoranza articolata” Mordasini, ho chiesto alla TSA (Ticin Security Agency) di reperirmi del materiale in proposito, così, magari, da riuscire a spiegarmi come mai un paladino dell’integrazione riesca a definire un nostro consigliere di Stato come “un patetico vallerano, di quelli piccoli, tignosi e chiusi su se stessi”. Il tutto mettendo bene in luce la sua personale connotazione spregiativa di “vallerano” e una bella delucidazione delle possibili sottocategorie, e cioè “di quelli piccoli, tignosi e chiusi su se stessi”. Cosa evidente per tutti noi ma evidentemente sensorialmente irraggiungibile per il soggetto, che a causa di una serie massiccia e ripetuta di traumi si trova nudo in mezzo alla strada intento a mostrare il suo invisibile per noi vestito di apertura e di giustizia.
Ma non perdiamo tempo e passiamo subito al reperto fornitomi dalla TSA: la seduta in cui lo psicologo del Mordasini convoca un vecchio amico d’infanzia dell’individuo in questione per capire meglio quali siano stati i traumi determinati per ridurlo così.


PERSONAGGI

Psicologo (PSI): Michael Jackson-Jung-Freud-Kant
Amico d’infanzia di Mordasini (SCHLAVA): Pietro Schlavadentch



PSI – Mi scusi signor Schalavadentch se l’ho fatta venire qui, ma è in gioco la vita di un nostro concittadino: ho un caso disperato in cura da vent’anni, ma non riesco proprio a venirne a capo. Siccome però è anche socialmente dannoso, prima di decidere per la soppressione ho deciso di fare un ultimo tentativo. Come infatti la scienza che rappresento suggerisce, il periodo determinante che definisce la nostra personalità è quello che comprende l’infanzia e l’adolescenza. E di quei periodi il soggetto non ne vuole parlare, dunque mi vedo costretto a chiedere a Lei tutti gli elementi che mi può dare. Attualmente infatti ho identificato circa 1500 traumi nel soggetto, ma molti sono avvenuti proprio durante quel periodo oscuro. Dunque le chiedo di aiutarmi a capire che cosa lo abbia ridotto così! Mi vuole aiutare?

SCHLAVA – Ma certo: noi Schlavadentch siamo patrizi ticinesi da 15 generazioni, e se possiamo aiutare un nostro concittadino lo facciamo volentieri!

PSI – Bene, allora iniziamo dal suo più grande trauma: le donne! Come saprà il tizio è anche direttore di una rivista satirica, molto bella ed efficace finché la dirigeva Savoia, ma degenerata nel nulla da quando la dirige lui. E come avrà notato dalle sue pubblicazioni, ogni volta che il soggetto disegna una donna la fa seminuda, borchiata e in evidenti pose da bondage e sadomaso. E il fatto che lo faccia sempre e non occasionalmente, e per di più su un organo pubblico, mi fa pensare che il trauma debba essere stato immenso! Ricordo infatti con vergogna il suo odio verso determinate categorie di persone, come le belle donne, ad esempio quando aveva definito “gnocchetta bionda” la verde Maristella Patuzzi, o “sciacquetta” Elisabetta Gianella, o ancora “emerita Nessuno” Tamara Merlo.

SCHLAVA – E infatti ha ragione. Il povero Merdy era…

PSI (interrompendo) – Scusi se La interrompo, ma lo chiamavate tutti “Merdy”?

SCHLAVA – Purtroppo sì: come ben sa i bambini sono spietati!

PSI – Ed era un diminutivo storpiato di Mordasini?

SCHLAVA – No, è che solo dalla fine della terza media ha smesso di cagarsi addosso. Era terribile perché per tutte le elementari e per tre anni di medie noi tutti abbiamo dovuto stare in classe con uno che si cagava addosso già alla prima ora della mattina e il fetore era insopportabile!
PSI – Ma poi finalmente in quarta le cose sono cambiate?

SCHLAVA – Infatti in quarta da Merdy abbiamo iniziato a chiamarlo Insisto Merdasini!

PSI – Perché?

SCHLAVA – Perché malgrado non si cagasse più addosso puzzava di merda uguale!

PSI – Capisco… Ma mi dica del suo rapporto con le donne?

SCHLAVA – In effetti in quarta media aveva rimediato una ragazza, Benedetta: era la figlia di una famiglia che allevava cavalli e mucche, e lei lavorava spesso nella fattoria dei genitori, dunque non sentiva più la puzza di merda! Ma avevano un rapporto totalmente platonico: lei non gli permetteva nemmeno di baciarla, e l’unica attività attinente al sesso da parte sua era smacchiargli con il solvente i pantaloni ogni volta che lui le chiedeva “Dai facciamo sess…” ed era vittima di una eiaculazione precoce!

PSI – Capisco… Ma le borchie, il bondage e le immagini depravate che abitano la psiche del soggetto, da dove arrivano?

SCHLAVA – Quello dipende da quando ha beccato Benedetta nella stalla dei suoi, che ammanettata alla mangiatoia e vestita di borchie stava facendo sesso estremo con Greg!

PSI – Oh mamma! E chi era Greg?

SCHLAVA – Il suo cavallo!

PSI – Ora molte cose mi sono chiare! Ma non capisco come sia finito a fare il grafico invece di gestire un qualche promiscuo night club per transessuali violenti?

SCHLAVA – Anche questo ha a che fare con la vagina: in quarta media non si cagava più addosso, ma ancora non aveva imparato a parlare correttamente. Ad esempio, infatti, non era capace di pronunciare la zeta: diceva “cs” invece di “z”. Quindi la zanzara diventava csancsara, le zebre erano le csebre e così via…

PSI – Preoccupante, ma comunque non vedo come questo possa aver influenzato i suoi studi?

SCHLAVA – E invece tutto è successo quando in quarta abbiamo incontrato tutti l’orientatore e lui, alla domanda “Cosa ti piace nella vita?” ha risposto: “la csia”!

PSI – Capisco… E ora vediamo se mi può aiutare a sciogliere il trauma più complesso: il suo odio incondizionato per la Lega dei ticinesi, che però a quei tempi non esisteva ancora! Lei ha qualche aneddoto che mi possa aiutare?

SCHLAVA – In effetti sì: quarant’anni fa non c’era ancora il politicamente corretto, e noi Ticinesi ci basavamo su una selezione naturale basata sulla dominanza fisica. E potrà ben capire che un tizio che si è cagato addosso fino alla terza media, che in quarta media non sapeva ancora parlare, che puzzava di merda e che da dopo il trauma nella stalla si faceva chiamare Furia cavallo del West, non poteva non essere oggetto del sano e sacrosanto bullismo ticinese!

PSI – Nel senso che?

SCHLAVA – Nel senso che senza conoscere il futuro avevamo fondato tra noi bulli la Lega dei ticinesi del lancio del Mordasini!

PSI – Il lancio del Mordasini da dove a dove?

SCHLAVA – Dalla finestra al secondo piano della nostra aula al punto più lontano in cui si riuscisse a lanciarlo sul piazzale sottostante!

PSI – Capisco… E l’odio verso i vallerani? Sa da dove arriva?

SCHLAVA – Dalla settimana bianca a Campo Blenio!

PSI – Ma la settimana bianca è una cosa bella! Di cosa ha patito?

SCHLAVA – Dei pallini che un allevatore del posto gli ha sparato nel didietro quando lo ha beccato nella stalla intendo a sodomizzargli un cavallo, maschio!

PSI – Ok, basta. Credo che per quanto abbia fiducia nella scienza che rappresento, opterò per la soppressione!








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