Stavo pensando al nostro desolante panorama politico, ma
mi chiedevo anche come abbia potuto configurarsi così. I motivi sono tanti, e
il primo è forse l’abbassarsi progressivo dell’asticella della morale del singolo,
che a colpi di compiacenza verso un sistema marcio è ormai sprofondata fin
sotto terra. Ma al di là di noi, mi interessa capire come mai oggi ci si
ritrovi essenzialmente in una netta divisione tra destra e sinistra, e cioè in
sostanza tra chi vuole difendere il proprio territorio e chi invece vuole
aprirsi.
Se ci pensate la cellulina base è sempre la stessa. La
possiamo applicare ai frontalieri, ad esempio, pensando che degli ultimi 15-20
anni sono raddoppiati, mettendo in seria difficoltà il nostro mercato del
lavoro. E questo perché naturalmente 62mila frontalieri sono troppi per
rapporto alle dimensioni del sistema ticinese, ma anche soprattutto per il
grande sfruttamento costruitosi attorno a loro.
E su questo scenario abbiamo sempre visto una sinistra
che invocava l’apertura, senza troppo badare alle “misure accompagnatorie”,
quella che oggi possiamo definire senza dubbio un’apertura scriteriata. Ed
ecco, a mio avviso, perché la destra ha iniziato a fare la voce sempre più
grossa, fino ad essere trasformata, quasi, in una estrema destra.
E su questo punto però voglio approfondire, portandovi un
esempio. Mettiamo che voi siate il padre di quattro figli e campiate a stento.
Vostra moglie però inizia ad adottare bambini, uno l’anno, e voi dopo un po’
iniziate a dirle che deve fermarsi, perché due nuovi arrivi sono sostenibili,
ma altri no. Naturalmente vostra moglie non vi ascolta, perché è giusto
adottare bambini in difficoltà, e ne accoglie ancora cinque. Naturalmente la
famiglia crolla, e i figli naturali iniziano ad ammalarsi per la malnutrizione
e uno sta rischiando di morire. Voi tornate alla carica, ma vostra moglie non
vuole sentire ragioni: “Bisogna aprirsi e aiutare!”, vi grida in faccia
noncurante di tutto. Voi a quel punto perdete la pazienza e paonazzo le
esplodete in faccia, urlandole che questo comportamento non solo porta alla morte
i vostri figli, ma anche costringe a vivere in pessime condizioni quelli
accolti. Però urlate così forte che il vicino sente. Vostra moglie vi denuncia
per maltrattamenti e il vicino testimonia contro di voi: populista, razzista e
ottuso…
Insomma, la storiella è stupida ma a mio avviso descrive
bene la dinamica che ci ha portati a leccarci le ferite sanguinanti del nostro
mercato del lavoro e presto anche quello della nostra cultura.
E lo stesso quadro può essere sovrapposto alla questione
dei migranti, dove oltre alla dinamica descritta sopra, la sinistra si macchia
anche di non intervenire con sufficientemente tenacia e fermezza contro le
guerre, e soprattutto contro la nostra abbondante e redditizia attività di
costruttori ed esportatori internazionali di armi…
Ma a me interessa il quadro: da una parte c’è una
sinistra che invece di fare da contrappeso sociale in una bilancia costruita
sul libero mercato, in realtà si configura come l’alter ego del liberalismo
totale, solamente portato avanti su quei temi giusti ma non infinitamente
applicabili che sono l’apertura, la solidarietà e l’accoglienza. Per cui il
quadro che vedo è quello di una sinistra molto vicina alla linea PLR e anche
PPD, che giocando di assist mettono all’angolo la destra, la quale, sotto
pressione, passa per estrema destra, e in parte lo diventa anche, solo perché i
concetti di equilibrio e di giusta protezione del territorio sono stati spinti
così al limite da far pensare addirittura a muri, ma muri fatti coi mattoni
della sinistra.
Personalmente non sono per le chiusure, ma sono per la
presa di coscienza che i sistemi non sono infiniti e devono essere mantenuti in
equilibrio per funzionare. E equilibrio,
ad esempio, non è un aumento del 44% negli ultimi cinque anni dei casi di
assistenza sociale.
Dunque sono per l’inizio di una discussione produttiva
sulle cause di tutto questo: che per i frontalieri è un’economia italiana allo
sbando e un’economia ticinese basata da troppo tempo sullo sfruttamento, mentre
per gli immigrati è ancora un’economia senza coscienza che investe ogni anno,
mondialmente, 1800 miliardi in armamenti e milizie e che dunque foraggia
abbondantemente i 64 Stati coinvolti in conflitti e le 724 milizie impegnate.
Perché sennò si arriva allo scontro che la nostra
dinamica e anche la storia, purtroppo, suggeriscono: la destra esplode e
diventa estrema, e iniziano i conflitti. Ma la destra esplode, a mio avviso, alimentata
dal fuoco degli incendi dolosi della sinistra. Parliamone.
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