TOO BIG TO FAIL??????????? |
A un certo punto bisogna fermarsi e pensare: e in questo caso dobbiamo ripensare al nostro passato, così da poter capire il nostro presente. E il passato di cui voglio parlare è quello coperto dal grande cappello chiamato segreto bancario: il mattone, a quanto pare, sopra al quale la Svizzera si è costruita. Sfogliando infatti i dati contenuti nei Panama Papers si scopre che la nostra amata patria aveva ben 38'077 società offshore riconducibili a Lei: una lista in cui figurano, naturalmente, le “Too big to fail” come UBS e in ordine Crédit Suisse, BSI e diverse altre banche e fiduciarie operanti sul nostro ridente territorio, o tramite il nostro ridente territorio. E allora?
E allora, vista la massa, possiamo affermare una cosa importante, e cioè che la nostra Nazione ha costruito il proprio “miracolo economico” sull’evasione fiscale e sul riciclaggio, aiutando di fatto persone facoltose a sottrarre i loro patrimoni al controllo dello Stato: un controllo però che per i meno abbienti diventa molto più difficile eludere.
Dunque capiamo che la crisi successiva ai giri di vite sul segreto bancario è stata causata dall’abbandono in massa da parte di banche, fiduciare, avvocati e operatori finanziari di ogni genere della nostra disonesta (ma a norma di legge) Svizzera. Capiamo che i nostri investimenti sul futuro non sono stati fatti in visione di creare un’economia produttiva per il territorio, ma piuttosto per accogliere e sgravare individui e aziende che delle nostre condizioni fiscali hanno approfittato alla grande, e non solo con le nostre modalità bancarie, ma anche approfittando di sgravi fiscali e bonus dedicati a loro.
Come pure capiamo che addirittura mondialmente si è investito di più sui soldi che su altro: la crisi dei derivati è proprio la dimostrazione di investimenti scellerati sotto il cappello del fare soldi in fretta e non sotto l’idea di costruire un futuro all’umanità!
Oggi invece si sta capendo che l’evasione fiscale, il riciclaggio, lo sfruttamento dei territori e gli investimenti statali che vanno sempre nella direzione dell’edilizia, costruendo strade o grandi e megalomani opere per super ricchi, non solo hanno portato a un mancato sviluppo delle regioni “colpite” dal fenomeno, ma anche hanno portato a veri e propri collassi dei sistemi una volta che il “bengodi” finiva e i virtuosi del fisco se ne andavano per lidi più “convenienti”.
E così è chiaro il disegno: la nostra finanza è costruita ad hoc per permettere a persone già facoltose di arricchirsi ulteriormente, sotto il segno dello sfruttamento, distruggendo e impoverendo intere regioni. E di conseguenza creando maggiore povertà tra la popolazione, in quella dinamica devastante che è la creazione di sempre meno ricchi ma sempre più ricchi e di sempre più poveri e sempre più poveri. Tanto che oggi 80 persone possiedono quanto altre 3.5 miliardi. Sì: miliardi, non milioni!
Ma ancora di più dobbiamo notare che la “protezione” dei ricchi e delle persone di potere avviene costantemente e all’interno di tutti i nostri livelli sociali: avviene in politica, con la grande pressione delle lobbies economiche che determinano scelte come la “benvenuta impresa” e tutto il resto; avviene nei media che accettano queste dinamiche e spessissimo parlano solo dei loro sintomi guardandosi bene dall’affrontarne le cause; e in generale avviene in tutta quanta l’economia, che essendo basata su principi di guadagno e di sfruttamento e non su principi sociali diventa di fatto un grande limite allo sviluppo e soprattutto, di fatto, un nemico del popolo.
E adesso? Adesso quanto meno dobbiamo conquistare il diritto di poter vedere le cose come stanno e soprattutto di ricevere un’informazione corretta e non iper-ultra tendenziosa, se non addirittura errata. Basti pensare alla campagna sulla cassa malati unica, che avrebbe “sicuramente fatto aumentare i premi”, mentre la libera concorrenza invece… Oppure potremmo pensare al raddoppio del Gottardo e a tutte le rassicurazioni sul transito dei camion che non sarebbe aumentato: affermazione distrutta, insieme anche alla nostra dignità, dalla proposta di Maure di far circolare i camion anche la notte. Idem per i dati sulla disoccupazione, ILO e SECO, ma anche per il fatto che questi non vengano mai relazionati ad esempio con i numeri dell’assistenza sociale, aumentata del 44% in cinque anni. E potrei stare qui settimane a farvi esempi simili…
Dunque? Dunque serve rigore: rigore nell’informazione e rigore nella politica, così che insieme possano chiedere il rigore che ci meritiamo anche da parte dell’economia. Certo dell’economia, che tutte le coscienze porta via!
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