Voi non lo sapete, ma qui in Ticino esiste una clinica particolare,
la “Clinica delle malattie speciali”: una struttura appositamente creata per
guarire i personaggi famosi da varie psicosi e manie; in questo caso quelli che
a furia di vedere e sentire il proprio nome sui media hanno sviluppato una
psicopatia per cui continuano a ripeterlo e a inserirlo in tutte le frasi. Il
più grave, e infatti è quello che manifesta la malattia anche pubblicamente, è
il consigliere di Stato Beltraminelli, ma gli ammalati sono insospettabilmente
molti di più. Quella che segue è l’intercettazione della prima seduta
in cui i malati si sono trovati tutti insieme…
PERSONAGGI
PSI – Psicologo Johan Sebastian Jung Freud Kant
RO – Sergio Roic
BE – Paolo Beltraminelli
MO – Corrado Mordasini
FO – Giorgio Fonio
BA – Henrik Bang
LO – Lorenzo Quadri
PSI – Bene! Vi ringrazio per aver accettato di
partecipare a questa seduta di gruppo: un esperimento che mi è sembrato molto
utile per permettervi di scambiare i vostri traumi tra gente che vi capisce.
Quindi dopo anni di sedute individuali, ho deciso di mettervi a confronto e di
vedere cosa esce. E comunque iniziamo: vorrei che a turno raccontaste quando il
vostro nome ha iniziato a condizionare la vostra vita. Vuole iniziare Lei che è
un veterano, signor Beltraminelli?
BE – Ma certo: sono sempre Beltradisponibile a
condividere le mie esperienze! Cosa vuole sapere?
PSI – Non saprei: ha iniziato da piccolo a storpiare in
questo modo il suo nome?
BE – No, solo in terza media.
PSI – E come mai?
BE – Prima non riuscivo a pronunciare Beltra. Però quando
ci sono riuscito, poi non ho più smesso di dirlo. Però non mi hanno ricoverato
per quello: è stata la logopedista delle medie che mi credeva balbuziente sulla
sillaba “tra”. Un giorno le dissi che grazie al beltratrattore di mio zio
avevamo fatto un beltratrasloco e la sera eravamo rimasti tutti insieme a
guardare il beltratramonto.
PSI – Bel trauma… Ma veniamo a Lei, Roic: ha iniziato da
piccolo ad essere succube del suo nome?
RO – Per nulla: nel mio paese natio, Atlantide, tutti mi
chiamavano Roic.
PSI – Che nella lingua di Atlantide significa?
RO – Rigurgito d’aria, più volgarmente rutto.
PSI – Capisco… E quando allora la situazione è degenerata?
RO – Da ragazzo, al liceo, quando mi sono trasferito in
Ticino: avevo visto il film “Fame” e volevo essere a tutti i costi come il
negretto ballerino… Facevo un sacco di lampade, mi facevo le treccine ai
capelli, dicevo a tutti che avevo gli addominali duri come la roiccia e mi
facevo chiamare Leroic!
PSI – E davvero aveva gli addominali come la roccia?
RO – No, ero già un mollusco informe come ora.
PSI – Capisco… E quando la situazione è degenerata e ha
deciso di ricoverarsi?
RO – In realtà non l’ho deciso io, ma mio marito… È
successo quando mi ha beccato in strada, vestito come il cattivo di Blade
Runner, che urlavo di chiamarmi Roicger Hauer e di essere un supereroic!
PSI- Capisco… E Lei, signor Bang, come ha cominciato?
BA – Io ho iniziato da piccolo: la prima parola che ho
pronunciato è stata “Bang”. E di lì ho iniziato a usarla per tutto: avevo un
fucile giocattolo e lo chiamavo il Bang; facevo le bolle di sapone e quando
scoppiavano le chiamavo le Bang; i miei quindici fratelli erano i Bang; il
trattore di mio nonno era il Bang Bang Bang Bang. Persino il televisore lo
chiamavo il Bang, perché era un Bang & Olufsen…
PSI – Capisco… Ma mi dica: quando il suo nome è diventato
un problema?
BA – In quinta elementare: ero un teppistello e avevo
fondato un gang… Mio padre decise di farmi vedere da uno PSI quando, uscendo,
una volta gli dissi: “Ci vediamo: vado a divertirmi con quelli della Gang Bang!”.
PSI – Capisco… E Lei, invece, Mordasini: quando ha
iniziato?
MO – Io fino in quinta elementare sono stato il Morda per
tutti! Avevo la Mordabicicletta, il Mordazainetto, il Mordaclistere… E ne
andavo fiero! Fu la mia vicina a consigliare ai miei di farmi dare un’occhiata
da uno specialista: ogni giorno passava davanti a casa per portare a spasso il
cane, e io le dicevo sempre “Speriamo che non morda”. Ahahahahahah! Fa ridere??
PSI – No. E dalla prima media in avanti cosa è successo?
MO – Eh lì lo sa come sono fatti i ragazzi: una “o”
diventa una “e” e la tua vita è finita! E la Mordabicicletta diventa la
Merdabicicletta, così per il Merdazainetto e soprattutto per il Merdaclistere…
PSI – Capisco… Ma davvero aveva un clistere tutto suo
anche alle medie? Ma quando ha smesso di usarlo così frequentemente?
MO – Smesso??
PSI – Capisco… E quando è finalmente riuscito a farsi
chiamare di nuovo con il suo nome?
MO – Cosa intende??
PSI – Capisco… E Lei, Fonio? Lei ha iniziato da poco la
nostra terapia: ci racconti come è cominciato…
FO – È iniziato di botto, circa un mese fa, durante la stressante
campagna per le comunali: a un certo punto mia moglie mi ha fatto notare di
aver citato un premio Nobel chiamandolo Dario Fonio, e poco dopo mi ha
interrotto mentre stavo insegnando il verbo essere ai miei figli dicendo: “Fonio
sono, fontu sei, fonegli è…”.
PSI – Ed è lì che si è rivolto a noi?
FO – No, è stato due giorni dopo, quando ho inseguito per
un’ora in giardino mia moglie, appena uscita dalla doccia, con un asciugacapelli
in mano, gridando: “Dai, fatti asciugare i capelli con fonio!!!”
PSI – Capisco…
RO – Scusate se interrompo, ma non doveva esserci anche
Lorenzo Quadri a questa seduta?
LO – Sono qui che vi guardo da un’ora, attaccato alle
pareti!
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