Dai, parliamo di morale, di etica e di valori: i grandi
assenti del ventunesimo secolo. Parliamo ad esempio della nostra Svizzera, che
proprio l’altro giorno ha autorizzato l’esportazione verso i Paesi coinvolti
nella guerra nello Yemen di 180 milioni di materiale bellico. Di cui una grande
quantità destinata all’Arabia Saudita sotto forma di armi contraeree. Il tutto
rassicurandoci con un bel: “Si tratta però di materiale che non c'è ragione di
supporre che possa essere usato in quel conflitto".
Infatti voi non lo sapete, ma in Arabia Saudita è
tradizione, in occasione dei matrimoni, sparare raffiche di proiettili
antiaerei in cielo come gesto propiziatorio. E siccome in Arabia Saudita si
sposano parecchio e se non sbaglio addirittura con più mogli, l’utilizzo della
contraerea è massiccio!
In realtà, anche se per questo materiale “non c'è ragione
di supporre che possa essere usato in quel conflitto”, sappiamo trattarsi di
materiale bellico, il cui unico scopo è quello di essere utilizzato durante le
guerre. E le guerre sono la principale causa dei grandi flussi migratori degli
ultimi anni.
Ora, laddove sta, forse, la soluzione al problema è
proprio laddove la discussione sembra non poter entrare, e cioè nell’area delle
intenzioni. Perché se da una parte la politica mondiale aborra le guerre, dall’altra
gli eserciti e le armi rappresentano uno dei maggiori business mondiali.
Esattamente come se uno Stato iniziasse una campagna contro il cibo spazzatura,
ma poi investisse miliardi in fast food e allevamenti intensivi!
Evidentemente qui la questione si ferma davanti al grande
muro del veto al processo alle intenzioni: muro che consente al Consiglio
federale di poter pronunciare frasi come “Si tratta però di materiale che non
c'è ragione di supporre che possa essere usato in quel conflitto" senza
che i suoi membri finiscano in piazza legati a un palo, nudi e pronti per la
lapidazione.
E qui spezzo una lancia a favore di Righini e della metà
del PS che rappresenta: da molto tempo insisto sull’incapacità della nostra
politica di superare i sintomi e di focalizzarsi sulle cause. In questo caso
infatti si è parlato molto dell’accoglienza dei profughi, ma molto poco delle
cause dei profughi. E oggi notiamo che il motivo è proprio perché nelle cause è
implicata anche la Svizzera su diversi piani: forse non tutti sanno che la
nostra neutrale nazione è al 14esimo posto come esportatore di armi. E siccome
la storiella dei matrimoni sauditi a suon di contraerea non è vera, sappiamo
bene che in quanto armi, esse verranno utilizzate nelle guerre!
E questo è un tema, ma proprio in questi giorni ce n’è un
altro molto simile a questo: lo scandalo Panama Papers. E cioè circa 200mila
società offshore create per aiutare i ricconi ad evade il fisco, in cui –
secondo una stima dell’Oxfam – ci sarebbero parcheggiati qualcosa come 7'600 miliardi
di dollari. E qui capiamo bene come questa cifra, capace di risanare tre volte
il debito pubblico italiano, sia determinante all’interno di “organismi” come
la crisi economica di cui tutto il mondo è vittima, a detta di molti per
volontà divina.
Così, di nuovo, ci dobbiamo chiedere quali siano le
intenzioni della politica nel tollerare il grande business dell’evasione
costruito a norma di legge da banche, fiduciarie e consorelle. E dico “tollerare”
usando un grande eufemismo, perché le parole giuste sono “incoraggiare”, “sostenere”,
“coprire”, “agevolare” e via dicendo.
Però dobbiamo oltrepassare il muro nel processo alle
intenzioni, perché sennò la discussione politica rimarrà circoscritta all’accoglienza
dei profughi e non alle guerre che li causano, e pure quella sulla crisi si
limiterà ad assumerla come un dato di fatto, e non come il risultato di un’economia
degenerata nella speculazione estrema in una lotta senza più etica.
Dobbiamo abbattere il muro del processo alle intenzioni, così
da poter vedere il rossore della vergona del potere al cospetto della verità. Così
da dargli finalmente un’emozione vera, e forse liberarlo.
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