Ormai il raddoppio del Gottardo è un tema che mi sta
appassionando! Sono seduto con la mente dentro al tunnel da settimane: la
sicurezza, la soletta, la nebbia, la chiusura e anche, nei momenti più bui, il
ricordo di don Sandro Vitalini che ci recita il Rosario… E mi accorgo di una
cosa importante: sono settimane che non solo io, ma che tutta l’opinione
pubblica è lì con me, dentro al tunnel, a pensare alla sicurezza, alla soletta
e a al resto tranne, spero, al pro-vicario in crisi mistica. Ma una cosa è
certa: nessuno ha guardato fuori del tunnel, e meglio ancora attorno!
Il mio esercizio di oggi sarà provare a farvi guardare il
problema “raddoppio del Gottardo” da un punto di vista completamente differente,
e cioè da quello economico. Alcune ragioni per il raddoppio infatti sono anche
sensate, ma non spiegano il massiccio, massiccissimo(!), impiego di forze per ottenere
il SI al raddoppio. La sicurezza è un tema, ma oltre ai 17 chilometri del
Gottardo noi sappiamo che in Svizzera abbiamo migliaia di chilometri di strade con
il traffico nei due sensi, e che le statistiche degli incidenti dicono
chiaramente come gli incidenti mortali avvengano anche lì.
Anche la fretta è poco giustificata, perché si scontra
con lo studio dell’USTRA per cui la galleria non necessiterà di importanti
interventi fino almeno al 2035.
E pure l’isolamento, suona sì come un argomento, ma in
fondo poco potente se pensiamo che tra un po’ avremo AlpTransit e che anzi, la
concomitanza con la limitazione del traffico su strada e la creazione di un’importante
arteria come appunto AlpTransit, oltre ad attutire il colpo legato all’isolamento
non può che far bene a quel cambiamento di mentalità necessaria ed ecologica
per cui il traffico di genti e merci sia sempre più dirottato su ferrovia e non
su camion e auto.
Eppoi, signori miei: davvero pensate che saremmo la prima
nazione al mondo ad avere due tunnel lunghi 17 chilometri, ognuno a due corsie,
ma ne useremo solo la metà?? Eheheheh: cippilimerli!
E allora continuo a chiedermi perché tutta questa premura
e perché questo massiccio impiego di forze?
La risposta la trovo se penso ad AlpTransit: quel
progetto plurimiliardario che da anni non impegna solo operai, ma ha tessuto
una rete immensa di interazioni sul territorio tra moltissime entità, coinvolte
sia direttamente sia indirettamente.
Pensateci: AplTransit significa certamente un sacco di
operai, molti dei quali frontalieri, che a fine lavoro probabilmente torneranno
in patria. Ma un buon numero di loro è composto e da operai reperiti in loco e
da personale estero che però nel frattempo si è trasferito qui e che ora dunque
sarà personale in cerca d’impiego, cioè disoccupati!
Ma AlpTransit non è assolutamente composto solo da
operai. Ad esempio pensiamo a tutte le ditte di architettura, di trasporti e di
forniture di materiali presenti in Ticino, che singolarmente o in consorzi sono
coinvolte in AlpTransit. Poi pensiamo a tutto il personale amministrativo
necessario per gestire un progetto così mastodontico, come pure pensiamo a
ingegneri, capocantieri, responsabili della sicurezza e via dicendo…
E non è finito: ci sono i fornitori di materiale
necessario per la galleria – pensiamo non solo al cemento ma anche all’illuminazione,
ai sistemi informatici, alla ventilazione, alle telecamere, agli allarmi e a
tutto il resto, e ai loro tecnici! Ma pensiamo anche alla cartoleria, alla
nuova informatica e alle nuove strutture necessarie alle ditte coinvolte nella
costruzione. Al carburante, della CattanOil, per tutti i trasporti...
Poi pensiamo a tutti gli impiegati nel progetto: soprattutto ai frontalieri che almeno a mezzogiorno mangiano qui e consumano, e che qui pagano contributi. E pensiamo anche agli appartamenti affittati da chi si è trasferito qui, stagionalmente o definitivamente, magari con la famiglia…
Poi pensiamo a tutti gli impiegati nel progetto: soprattutto ai frontalieri che almeno a mezzogiorno mangiano qui e consumano, e che qui pagano contributi. E pensiamo anche agli appartamenti affittati da chi si è trasferito qui, stagionalmente o definitivamente, magari con la famiglia…
Pensiamo alle tasse pagate da tutti quanti e pensiamo all’impatto
sul nostro PIL! Insomma: la macchina AlpTransit è in realtà un villaggio
immenso che opera qui e che qui si è ramificato quasi ovunque!
E ora? E ora il giochino AlpTransit è finito e tutto si
ferma: i più superficiali dicono che l’impatto sarà minimo; dicono: “I
frontalieri torneranno a casa e tutto sarà come prima”. Ma evidentemente non
considerano nemmeno uno degli aspetti spiegati bene prima…
Quindi ora mi è tutto chiaro: è sempre lei, la signora
Economia, che per evitare lo tsunami della fine di AlpTransit vuole prendere il
“TransitVillage” al completo e dirottarlo sul Gottardo!
Ma ahimè, non è solo per continuare il grande business
dell’edilizia che si insiste tanto… Si insiste tanto perché lavori come questi
hanno un notevole impatto sul PIL della nazione, perché l’investimento
miliardario di AlpTransit e tutte le ricadute collaterali, se non si calcola l’enorme
debito, vanno a segnare un più per quanto riguarda la crescita del PIL. E
dunque? E dunque con un “più” così grande che va a fare media, seguitemi(!), è
possibile contrarre altre aree dell’economia senza che nessuno se ne accorga!
Infatti, se ci pensiamo bene, uno dei grossi dibatti di
questi anni è stata la differenza netta tra quanto le cifre dicevano della
nostra economia e quanto invece il sentore del popolo sembrava rivelare: quello
che fino a due anni fa era definito dall’economia “miracolo economico”, da una
buona parte del popolo era invece percepito come dumping e sostituzione.
Però, appunto, era molto difficile confermare il “sentore
del popolo”, perché a bilancio finale il dumping e la sostituzione sono stati
attutiti dall’immenso “AlpTransitVillage”!
Per cui ora, dire sì anzitempo al risanamento-RADDOPPIO
del Gottardo darà la possibilità all’economia di avere in mano ancora una
grossa “pompa di PIL” per compensare tutte le vaccate che stanno combinando
negli altri settori dell’economia!
Davvero, popolo: pensate male, pensate il peggio e
scoprirete ancora di non aver pensato a tutto!
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