Passa ai contenuti principali

La Waterloo della sinistra e una lacrima per Savoia



È l’ora dei commenti: da oggi e per due o tre giorni i nostri media e i social si riempiranno di commenti sulle votazioni di oggi. Tutti diranno la loro: la destra gongolerà e la sinistra, come sempre, si attaccherà a tutto pur di non mettersi a piangere. Le solite cose tipo: “Ma in Val di Muggio la vittoria sul Gottardo è stata schiacciante”, o ancora “Grande vittoria contro l’iniziativa UDC” (se non fosse che in Ticino…), e anche “Ora vigileremo che le quattro corsie non si apriranno” e così via con l’enfatizzazione delle briciole.

La verità è che la sinistra è implosa: non sa comunicare; non sa capire la comunicazione degli altri per poter reagire; non è unita e soprattutto non lo è nell’azione. Un esempio su tutti è la grande campagna a favore del raddoppio di politici come Beltraminelli o Lombardi e la totale assenza sulla scena di un personaggio di peso come Bertoli.
In fondo mi vien da fare forse la sola considerazione nuova per queste votazioni: la sinistra piange Savoia! Forse questo è il dato più lampante che si può ricavare: mentre la destra metteva in campo Lombardi, Abate, Gobbi e a suon di milioni tappezzava compatta la Svizzera, i media e Internet di prese di posizioni a favore, la sinistra si è limitata a ottimi tecnici e a qualche circolo chiuso di sostenitori del NO. Ma sono mancati i personaggi di peso: quelli per cui è uguale cosa dicano, perché la gente li seguirà comunque.

E allora, l’analisi intelligente riguardo a questa votazione ma anche riguardo all’andamento della politica in generale deve a mio avviso puntare l’obbiettivo sull’ottusità con cui la sinistra rifiuta di affrontare il tema della comunicazione e soprattutto rifiuti l’idea della necessità di personaggi di carattere. No: non basta un’enciclopedia per affermare il sapere. Serve anche un buon docente!
E questo la sinistra non lo capisce: non capisce come il dialogo con il popolo passi dalla comunicazione, che va curata, e soprattutto non capisce a quale tipo di comunicazione sia abituato. E in un mondo in cui pensare è fuori moda, si reagisce al personaggio, a ciò che rappresenta, a quanto è famoso e ci si allinea con lui: quando me la sono presa con la RSI perché all’ultimo dibattito aveva messo Gobbi, Abate e Lombardi contro Gysin, Pedrina e Galfetti e parlavo di enorme sproporzione dicevo una cosa importante! I primi tre erano i più votati alle ultime elezioni, dei partiti più grossi, con alle spalle una grande campagna di visibilità e tutti e tre consiglieri; mentre i secondi tre erano ottimi tecnici, ma ben lontani dall’avere un patrimonio mediatico come quello degli avversari.

Ecco perché la sinistra deve assolutamente RICOSTRUIRE la propria comunicazione, ma anche deve capire che non basta avere le idee giuste, ma servono anche persone brillanti e caratteri forti che le portino al popolo. Perché sennò il disegno è quello della festa delle medie (cit. Elio) con lo sfigato seduto in un angolo a soffrire perché ha un cuore grande così, ma non sa come chiedere alla tipa che gli piace di ballare: tipa che ben presto ballerà con il Regazzi di turno solo perché è più sfacciato o spigliato.

Sinistra: la devi superare la festa delle medie e proprio per questo devi versare una lacrima per Savoia, per quello che rappresentava e che non hai saputo capire!






Commenti

  1. Quando contattai Savoia (era ancora PS a quel tempo) per farlo entrare nei Verdi, la pensavo esattamente come te. Immodestamente, in quattro anni avevo fatto un gran bel lavoro nel ricostruire il partito che mi aveva eletto coordinatore in una saletta semivuota a Balerna. Dopo quattro anni siamo stati capaci di riempire un cinema a Massagno, senza piu' posti a sedere. Non certo solo per merito mio, ma comunque un successo.
    Ero pero' ben cosciente che per vincere ci voleva un leader capace di comunicare e sapevo bene che quello era un mio tallone d'Achille. Pertanto avevo scelto Sergio quale mio successore, al punto che non mi e' stato difficile convincere la direzione del partito ad accettarlo. Avevo costruito un'organizzazione solida e orizzontale. Purtroppo, anziche' concentrarsi solo sul tema comunicazione, Savoia decise di riformare il partito a sua volta, rendendolo verticistico e cosi' ricreare il clima di rottura che alla fine ha riportato i verdi verso il basso.
    Col senno del poi, sarebbe stato meglio tenerlo quale portavoce, ma non fargli dirigere un partito. Ma col suo carattere, ben difficilmente si sarebbe accontentato.

    Alessandro Boggian, ex-coordinatore de I Verdi 2003-2007

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà l'analisi non è correttissima: tu avevi riempito un cinema, lui aveva portato i Verdi al 6%.
      Io con Savoia ho collaborato spesso negli anni e non ho mai avuto problemi nel farmi rispettare.
      Io non sono per la limitazione dei fuoriclasse: sono per l'apprendimento dai fuoriclasse.
      Sennò, come alla festa delle medie, succede che alla fine lo sfigato nell'angolo senza coraggio odierà lo spigliato di turno che balla con le tipe.
      Forse c'è da imparare ad alzarsi e a chiedere di ballare alle tipe: in fondo non è così difficile...

      Elimina
  2. Savoia è un ottimo comunicatore, ma non vedo cosa abbia a che fare con la sinistra. Ha dato un contributo importante per far passare l'iniziativa contro l'immigrazione di massa, che non era propriamente sostenuta dalla sinistra.
    Che poi alla sinistra manchino attualmente buoni comunicatori, in parte è anche vero. Ma è anche vero che quando si ha un minimo di etica è più difficile comunicare. Attualmente uno che ci riesce bene, ma purtroppo non da noi, è Bernie Sanders. Gli avversari domenicali della sinistra se ne fottono altamente della verità e della correttezza: affermano tutto e il contrario di tutto, accusano a vanvera, non hanno problemi con il turpiloquio. Tutte strategie propagandistiche molto ben descritte in un efficace manuale di marketing politico pubblicato nel 1926 da un certo A. Hitler.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Savoia è stato a sinistra per anni: Diavolo, PS e poi, più in centro-sinistra, con i suoi Verdi. Ma partire da quel presupposto non è bene per parlare di qualcosa.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Massoni sì, massoni no, massoni chi? Esclusivo: Quadri e Robbiani sentiti per l'audizione!

Wow, il sommo capo della loggia massonica Il Dovere di Lugano (quella a cui hanno appiccato il fuoco) ha risposto a un editoriale della Regione per precisare alcuni punti riguardo alla massoneria. Questo perché, come sapete, il candidato al consiglio di Stato Mauro Antonini è un massone. Eheheh: invece sono sicuro che non sapete un cazzo, perché manco sapete chi sia Beltraminelli, che consigliere di Stato lo è! Mi chiedo perché mi danno così tanto a scrivere... E anche leggere... Comunque, non entro ora direttamente nel dibattito, perché in parte l'ho già fatto e in parte ho di meglio da fare, perciò ho optato per l'invenzione di una riunione segreta... pardon, discreta di una loggia massonica ticinese, la Loggia del Grande Pappo! Questo non mi preclude di fare una prima piccola considerazione sulla risposta di Rocco Olgiati al direttore della Regione, che ora non rammento chi sia e non ho voglia di andare a vedere su Internet... Anzi, solo sul primo paragrafo della sua risp

Philipp Plein è morto!

No, non iniziate subito a festeggiare: Philipp Plein non è morto. È solo un mio modo per sfogare la rabbia di fronte agli spettacoli ticinesi sempre più pietosi. Fatto sta che non solo mi sono immaginato che il soggetto fosse passato a miglior vita, ma mi sono anche immaginato il suo colloquio col Creatore una volta arrivato alle porte del Paradiso. Eccolo! PERSONAGGI DIO – Dio PP – Philipp Plein PP (riprendendo coscienza in un luogo a lui sconosciuto) – Salve vecchio. Sono un po’ confuso... Mi sapresti dire dove mi trovo e... se c’è una pizzeria, che sono le 23:25 e a quest’ora mi viene sempre fame? DIO – No, non ci sono pizzerie qui: prima c’erano, ma ci siamo accorti che favorivano il lavoro notturno. PP – Che posto di perdenti... E niente locali per gli apero-after-fashion-trendy serali? DIO – S’è per quello nemmeno pomeridiani. PP – Che posto di sfigati! Ma dove siamo? DIO – Vedi quella grande porta luminosa? Dietro c’è il Paradiso. Noi siamo a circa

Marco Cagnotti è una merdaccia! E il PS è arrogante...

C'è un subessere subumano che abita qui in Ticino. Ma che non si limita ad abitare silenziosamente come molti apprezzerebbero. No, il tizio si manifesta in continuazione sul foglio di regime che dirige - Confronti -, sulla sua bacheca di Facebook, nei comunicati stampa del PS e nella conduzione della campagna 2015, sempre del PS. Mentre, a proposito di competenze, il tizio è un astrofisico e dirige la Specola Solare Ticinese. E quello, e basta, dovrebbe fare! Purtroppo però Caniotti non si contenta di guardare il cielo e sognare: i suoi sogni li porta qui, in Confronti, nel PS, e tramite questi due, nelle nostre vite. E io non voglio, perché a mio avviso non ha la sufficiente apertura mentale per essere utile alla situazione attuale del nostro povero Ticino. E ora ve lo dimostro, perché è dal 2 di agosto che la mia coscienza mi riempie di scariche di disapprovazione! E ora vi racconto il perché... Tutto è iniziato quando il gruppo presposto alla campagna 2015 del PS mi ha chiama