Che cos`è lo Stato? È il settore marketing dell’economia!
E con questa definizione abbiamo finito, visto che ormai questa configurazione
è evidente. È evidente oggi dopo la magnifica trovata di Migros di offrire dei
buoni sconto alle vittime della tassa sui parcheggi, trasformando una catena di
supermercati in un referente politico.
Perché? Perché adesso non bastano più
gli operatori di marketing tradizionali, e cioè i politici: quando nemmeno loro
ce la fanno, o si investono milioni dell’economia per raccogliere firme contro
quella o quell’altra restrizione al liberismo selvaggio, o si assoldano
personaggi di spicco come Dimitri per dire cazzate, o se proprio le prime due
non bastano, addirittura l’economia si mette in prima linea e fa politica, politica
economica oserei dire; purtroppo la sola che conosciamo di questi tempi.
Per cui dovrebbe essere chiaro che il sistema in cui
viviamo non mira a costruire una socialità e un contesto per stare insieme in
maniera armonica e improntata all’evoluzione, ma mira a creare dinamiche per
arricchire l’economia e sfruttare la popolazione. Abbiamo infatti il Governo
svizzero a Berna infestato dai lobbisti, e i politici sono sempre più
rappresentanti dell’economia e sempre meno del popolo.
D’altra parte vi ricordo che una grande parte operativa
della politica non è assunta in base alle necessità dell’azienda, ma in base al
potere che rappresenta: ecco perché può esistere una commissione capitanata da
un ingegnere (Paolo Beltraminelli) per stilare una pianificazione ospedaliera e
ci possa essere una presentatrice (Maristella Polli) nella commissione che la
valuta…
E ormai i giochi sono quasi fatti: per diversi anni lo
Stato è stato usato dall’economia per costruire le strutture, farle pagare dal
popolo (vedi PPT, FFS e ora anche la sanità) e raccogliere un immenso parco
clienti, per poi privatizzarle e di fatto levarle allo Stato per far guadagnare
dei privati!
E invece anche un lombrico capirebbe che lo Stato deve
funzionare come un’azienda e che il suo più grande concorrente è il privato: un
privato che ormai opera ovunque, e che invece dovrebbe essere circoscritto
solamente all’area del “surplus”. Certo, perché le prime cose da tutelare in
quel patto tra cittadini chiamato Stato dovrebbero essere proprio i suoi bisogni
fondamentali: alloggio, cibo, trasporti, educazione e sanità almeno! E oltre a
quello, compito dello Stato dovrebbe essere quello di investire su aziende
innovative, magari reperendo idee e gente direttamente dalla nostra università,
con la quale dovrebbe andare a braccetto, costruendo una serie di aziende
statali concorrenziali, a chilometro zero, e con un flusso economico che si
riversa nello Stato molto più che se fossero aziende private!
Invece lo Stato è diventato la dépendance dell’economia,
dimenticando che nel nostro mondo ci sono infinite ricchezze da coltivare che
poco o nulla hanno a che vedere col soldo, ma di cui la nostra umanità ha estrema
necessità! Abbiamo un uomo da costruire: quell’uomo capace di superare il
potere che i soldi danno ai “disabili di senso”, i quali sembrano appunto aver
senso nella vita solo accumulando ricchezze oltremodo ed esercitando potere.
E invece questa tendenza bisogna fermarla, perché è
sleale la differenza di mezzi che sta ad esempio tra un partito come il PS e
una catena come Migros! E dato che tutti riconosciamo quanto l’informazione e
anche la massa di informazione modifichi l’opinione pubblica, è necessario
mettere un limite in primo luogo a chi ha il diritto di promuovere campagne
politiche e anche alla quantità massima di denaro destinato al sostegno di tali
campagne.
Come minimo! Perché sennò la nostra realtà continuerà ad
essere quella che i più ricchi e potenti ci raccontano!
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