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Ci vuole un Gran Consiglio di competenze e non di politica!



No, ma io davvero non avevo capito che la parte attiva della politica fossero solo il Parlamento e il Consiglio di Stato… Per anni ho pensato che dietro ai politici ci fosse una ineccepibile organizzazione, popolata di esperti in ogni disciplina della nostra civiltà; e anche supponevo l’esistenza di un settore ricerca, fatto di filosofi e affini impegnati a discutere costantemente la nostra esistenza e a trovare soluzioni nuove e visioni nuove per evolverci al meglio!

E invece capisco solo oggi che non è così: e questo solo perché non mi sono mai chiesto cosa facessero tutti quei rappresentanti politici a Palazzo. E se me lo fossi chiesto avrei capito subito che purtroppo stanno facendo ciò che invece andrebbe fatto appunto dagli esperti di cui parlavo sopra.
E fatta questa considerazione la luce ha illuminato i miei pensieri, e dopo essermi insacchettato per non averci pensato prima, mi è diventato chiaro perché nessuna civiltà sia mai riuscita a sviluppare modelli duraturi e sostenibili. Evidentemente perché in quell’azienda chiamata Stato non ci sono andati a lavorare le persone con le giuste competenze: nello Stato vanno messe le migliori persone che riusciamo a reperire sul territorio, divise e proporzionate in maniera da rappresentare tutte le discipline, perché si tratta di un’azienda molto complessa e ampia che deve trattare con sapienza e maestria ogni tema riguardante la nostra società. E invece scopro che il gruppo di lavoro operativo rappresenta potere, qualche ideologia, ma assolutamente non competenze: soprattutto non un campionario di competenze completo, organizzato e soprattutto non proporzionato!
E così ho capito che la politica è solo marketing, tanto che è mia profonda convinzione che se il gruppo operativo fosse competente, le soluzioni sarebbero piuttosto univoche e chiare, tanto che la politica forse non servirebbe!
E comunque in uno Stato che funziona il ruolo dei partiti dovrebbe essere semmai quello di proporre temi da affrontare da parte del gruppo operativo, o al massimo partecipare e dialogare, in quanto rappresentanti del popolo, con la sezione di ricerca, per aiutare a tracciare strade possibili. Ma di sicuro non dovrebbero fare preventivi, preparare o discutere una pianificazione ospedaliera o approvare un credito di 1.5 milioni per un sistema di voto per cento salami…
Insomma: il Parlamento va ridefinito in base alle necessità di competenze, ad esempio con 3 contabili, 3 architetti, 3 informatici, 5 giornalisti, 2 nutrizionisti, 3 psicologi, 3 sociologi, 3 medici e via dicendo, fino ad aver coperto appunto tutte le discipline che in uno Stato esistono e concorrono. E lo si fa con dei concorsi pubblici e delle audizioni, pubbliche, in cui i candidati vengono valutati. E così si compone quella che è un’azienda, che probabilmente poi funziona!
No, ma ragazzi, ma qualcuno crede davvero che un’azienda le cui competenze devono trattare strade, case, energia, sanità, socialità, economia, trasporti, commercio, educazione e molto altro ancora possa funzionare con 100 politici eletti a votazione?? Non scherziamo, per favore!
Quindi: quindi io lo dico, ma come sempre il muro di politicamente corretto che separa il popolo dalla verità sugli incompetenti che ci guidano e soprattutto su come si organizzino in maniera incompetente proteggerà la massa da queste considerazioni, e noi dovremo continuare ad accontentarci di essere degli uccelli con sopra un preservativo, per “sentire quello che non si può dire”, e cioè che bisogna essere coglioni forte per credere di guidare un cantone solo con dei politici!




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