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1.5 milioni per un nuovo sistema di voto? Allora 50 franchi per un caffè espresso!



Il sottoscritto è uno di quegli illusi che per anni ha pensato all’organizzazione del Governo ticinese come a una grande azienda, nella quale militavano elementi capaci in tutte le discipline, così da poter valutare ogni caso con la massima competenza.

Così ho sempre pensato che il preventivo cantonale fosse redatto da economi di primo grado; che la pianificazione territoriale fosse trattata da architetti, biologi, sociologi e via dicendo; che i problemi legati all’energia o all’inquinamento fossero affrontati da scienziati, e avanti così fino ad arrivare a pensare addirittura che persino l’informatica fosse scelta e pianificata da informatici! E invece, che illuso…
E invece che illuso perché a trattare tutti i temi sono sempre e solo parlamentari e consiglieri di Stato: il motivo unico per cui è impossibile che uno Stato, un cantone o anche solo una città possano funzionare. Uno dei tanti esempi è appunto l’informatica, quella che da sola riuscirebbe a mettere le basi per un sistema funzionante, ma che tutti sottovalutano alla grande: e il risultato è che il sistema informatico del nostro Cantone è ridicolmente inefficace. Lo è per quanto riguarda l’amministrazione, soprattutto per il fatto che i database non sono collegati: questo significa che ogni cittadino esiste più volte all’interno delle banche dati. Esiste ad esempio all’ufficio tassazione, ma poi esiste anche all’ufficio dell’AVS, e poi esiste ancora all’ufficio Esecuzione e fallimenti, e poi esiste ancora nel database dei servizi sociali, e poi esiste ancora agli uffici di collocamento, e poi, e poi, e poi… E questa è una struttura logica che oltre a moltiplicare parecchio i costi di sviluppo e gestione non permette alcun controllo incrociato, così, soprattutto, da non poter rendere mai un quadro attendibile dello stato del nostro sistema.
E l’informatica del Cantone so che costa parecchio, in parte perché davvero è complessa, ma in parte perché chi la pianifica non capisce una minchia e si fa gabbare alla grande, come ad esempio leggo oggi sul CdT Online con raccapriccio: il Parlamento ha approvato il credito di 1.5 milioni per un nuovo sistema di voto e per un po’ di dispositivi audio-visivi moderni…
E ora chiudo gli occhi e penso a un Parlamento super multimediale, con un computer touch-screen con webcam e regia video per la messa in onda, anche online, per ognuna delle cento postazioni; con proiettori e maxi schermi su tutte e quattro le pareti, con 4 server in cluster e un impianto Dolby Surround da fare india al LAC, e un super software per le votazioni, con statistiche e tutto il cazzo che volete e… E nemmeno pensando di volermi arricchire riesco a superare i 5-600mila franchi, dando fra l’altro lavoro solo a ditte ticinesi.
E sono anche sicuro che con quel milione e mezzo non avranno un decimo delle flippate che mi sono venute in mente pensando a come rendere moderno e interattivo il nostro Parlamento.
Peccato, perché l’informatica non salverà il mondo, ma se la sapessimo usare e la rispettassimo di più ci aiuterebbe molto a organizzarlo, connetterlo e, interrogandone i dati, a capirlo.
Ma noi funzioniamo alla cazzo di cane, e pare che ci piaccia così!





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