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Svelato il Piano strategico del LAC: far fallire Lugano in meno di tre anni!

Ieri sono andato a punzecchiare Dio, e siccome Lui non è un tipo vendicativo, ma al contrario è dotato di infinito senso dell'umorismo, oggi mi ha ricompensato con un magnifico regalo: la pubblicazione sul GdP del Piano strategico del LAC fino al 2018! O come lo legge il mio affidabile cervello: la pubblicazione sul libro dei sogni del manuale di volo acrobatico per piloti di macigni di granito da 15 tonnellate... La notizia in sintesi è questa: una città con un miliardo di debiti stila un business plan per il suo polo culturale che prevede un deficit di circa 16 milioni in tre anni! O come la legge il mio affidabile cervello: il padre di una famiglia senza soldi e indebitata fino al collo esce a fare la spesa e... compra la Migros! E non è che ci sia altro da dire, se non che il direttore generale Michel Gagnon, la madrina spirituale del LAC Giovana Masoni-Brenni Vien dal Mare, il sindaco Marco Borradori e il responsabile delle finanze Michele Foletti devono morire, infilando le loro teste vuote nei sacchetti di pelle umana ricavati dallo scuoiamento di Giudici e di Pelli e soffocando in preda ad atroci sofferenze! Cazzo! Fermateli! Ma sarebbe troppo bello fermarsi qui: invece il peggio viene dopo, quando si entra nei dettagli del Piano strategico e ci si rende conto che l'unica cosa da affidare alla gestione di questa gente non deve essere più di due macchinine e una scatola di LEGO, perché se già gli dai in mano una bancarella di gelati, finisce che decidono di promuoverla costruendo con cioccolata, pistacchio e fior di latte una perfetta copia dell'Everset in scala 1:1, dal costo di 500mila trilioni di euro e altri 50mila miliardi annui per raffreddarlo ed evitare che si sciolga. Coglioni!


No, ma dee, ma tzè, ma tipo, ma non è possibile arrivare a tanto... Se avessi un figlio, giuro che davanti all'articolo del GdP di oggi gli direi: "Chiudi i tuoi occhietti, Yakky!". Perché cose così non possono esistere in nessun luogo dell'universo e soprattutto non in una città che ogni mese, da un po', balza agli onori della cronaca per avere un PIL pro capite di 500 volte inferiore a quello del Burundi. E voglio proprio vedere la Masoni-Giudici-Brenni-Pelli-Borradori-Foletti-Gagnon Vien dal Mare che va giù in Burundi a dire: "Dàài, facciamo su un mega-giga polo cultural-planetario grande come la Cina dal costo di duemila tera-exa fantastiliardi di bilioni per cui si prevede un deficit annuo di soli 13 volte il PIL dell'universo. Dàài, facciamolo su!". No, io me li vedo, dopo aver esposto l'idea, appesi per i piedi, nudi, sopra una vasca di coccodrilli e piranha mentre vengono torturati con la fiammossidrica per cinque giorni e cinque notti prima di essere calati, lentamente, nella vasca!

Ma entriamo dei dettagli, perché adesso si ride davvero! Innanzi tutto diamo un'occhiata alla dichiarazione di intenti: mettiamola lì concetto dopo concetto e cerchiamo di capire la provenienza precisa dei funghi allucinogeni che si sono presi i tizi quando hanno redatto questo meraviglioso piano strategico...

Il LAC è votato prioritariamente alla diffusione delle arti sceniche e alla presentazione di mostre d'arte, ma  anche della ricerca e dell'organizzazione di diversi eventi privati e aziendali con lo scopo di massimizzare il suo utilizzo e di conseguenza i ricavi.


Bene. Ma io che sono bastardo non mi accontento e voglio vedere le cifre: le cifre dei ricavi che si massimizzeranno. E si massimizzeranno così tanto, infatti, da produrre 16 milioni di deficit in 3 anni. E perché un affare come il LAC, malgrado la diffusione delle arti sceniche, le mostre d'arte e gli eventi privati finirà per produrre solo deficit? Perché...

Mira ad essere il luogo per eccellenza di diffusione delle arti a Lugano e in Ticino.

E cioè vuole essere il luogo per eccellenza di diffusione delle arti in un cantone di 350mila abitanti di cui alla stragrande maggioranza non gliene frega un cazzo di un'arte di nicchia, fatta più di scambi di favori e di titoli nobiliari che di arte vera e propria e soprattutto contemporanea davvero. E a dirlo non sono io, ma sono le sciagurate cifre che il documento riporta: la matematica e inconfutabile dimostrazione che il progetto non è sostenibile! Guardiamo infatti la voce dei ricavi (quelli "massimizzati" di cui scrivevo prima) legati agli eventi:

RICAVI EVENTI
2015: 526'000 franchi
2016: 2.25 mio
2017: 2.33 mio

Dunque, se capisco bene, queste sono le entrate stimate per gli eventi che si svolgeranno in una struttura costata 240 milioni e che solo di interessi sul debito costerà di più di questi ricavi??! O che annualmente costerà 2.6 milioni solo di personale?? Coglioni! Ma non è tutto per fortuna: a rimpolpare i ricavi ci saranno anche le entrate derivanti dall'autosilo:

RICAVI AUTOSILO
2015: 850'000 franchi
2016: 900'000 franchi
2017: 950'000 franchi

E adesso non deve sfuggirvi una sproporzione immensa: quella per cui l'utosilo rende la metà di tutti gli eventi. E ora so di essere poco verde, ma una città messa di merda come Lugano sarebbe stato meglio inverstire i 240 milioni costruendo almeno una trentina di autosili, per un ricavo annuo di circa 81 milioni! No, scherzo, ma vedrete che alla fine, quando a consuntivo le previsioni iper ottimistiche legate ai ricavi sugli eventi si riveleranno totalmente errate, allora rideremo pensando a un autosilo che fa più ricavi di tutti gli eventi di un polo culturale da 240 milioni.

E adesso veniamo ai costi veri, perché non sono del tutto sicuro che nel business plan il quadro sia chiaro davvero. Innanzi tutto non è chiaro se gli interessi sul debito di 240 milioni costati per costruirlo sono messi nel bilancio del LAC o in quello dell'urbanistica cittadina. Come pure non so se vi siano previsioni attendibili riguardo ai costi di manutenzione, agli aggiornamenti e soprattutto legati a tutti i costi aggiuntivi che man mano verrano fuori per sostituire tutte le parti figlie di traffici occulti, materiali e lavori scadenti che pian piano, come le pareti in marmo verde del Guatemala trullallà, si riveleranno in ordine: non funzionanti, sbagliate, pericolose, non a norma o radioattive.

Davvero: se noi vivessimo in un luogo che appena appena si avvicinasse a un'oggettività universalmente riconociuta, in questo momento un paio d'ambulanze dovrebbero uscire dall'ospedale e dovrebbero andare a prendre il signor Gagnon, la signora Brenni-Masoni Vien dal Mare, il signor Giudici, il signor Pelli, il signor Borradori e il signor Foletti per portarli alla neuro e iniziare una terapia di esorcismo per la "grandeur" che abita i corpi degli amministratori luganesi ormai da un paio di generazioni, anzi, di degenerazioni.

Personalmente vorrei che il nostro Governo prendesse a cuore la cosa e intervenisse, per fermare una grossa falla che incide parecchio anche sulle casse cantonali. E anche vorrei che la magistratura, finalmente, aprisse un'inchiesta sul LAC per capire dove sono finiti i 240 milioni occultati tra le pieghe di quel cesso verde marcio. Perché 240 milioni sono 240 case unifamigliari di ottima caratura, e sono anche i 2/3 del costo del circuito di Formula1 di Abu Dhabi!!!

Perché? Perché sennò non è serio nemmeno iniziare a parlarne.












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