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Monsignor Jelmini tuona contro Fiorenzo Dadò: "Diffidate di chi afferma che non funziona nulla!"

Foto: Ticinolive
E "Jelmini tuona contro populismo e demagogia", titolava ieri un articolo di LiberaTV. "Diffidate, ticinesi di chi grida, di chi insulta e denigra, di chi semplifica tutto, di chi afferma che non funziona nulla, di chi ci vuol far credere di avere in mano le soluzioni per cambiare questo Cantone o, peggio ancora, di chi fomenta paure e timori per raccogliere simpatie e consensi", dice Monsignor Jelmini, dimenticandosi le parole del suo emerito collega Dadò, pronunciate nel pomeriggio a proposito della gestione cantonale dell'ultima legislatura: "In questi quattro anni abbiamo assistito a un fiume di parole che sono state dette sulle finanze pubbliche. Non ci vuole molto per esprimere il rammarico per l'irresponsabilità finanziaria, sociale e ambientale in cui versa il nostro Cantone". Ecco, e come sempre posso finire il pezzo qui: perché, come i preti, non è giusto predicare bene e razzolare male. Anzi, in questo caso potremmo anche parlare di predicare male e razzolare bene, perché quanto affermato dal quel portatore sano di verità che è Dadò è esattamente come stanno le cose. Dunque sì: "non funziona niente", o funziona molto poco, e Dadò fa bene a "denigrare" l'operato del suo partito e degli altri che in questi quattro anni, ma anche prima, hanno ridotto il nostro cantone al luogo di sfruttamento e schiavitù che è!


E allora come facciamo a far capire a questi signori che il sipario ormai è aperto e che noi lo spettacolo vero lo stiamo già vedendo? Dunque, cari lettori, diffidate piuttosto di chi, davanti a un operato catastrofico e evidente come il Ticino oggi, ha il coraggio di continuare a far finta di niente e sostenere un sistema basato sui favori, sulla conquista del potere, sulle reti di intrallazzi, ma anche e soprattutto sull'incompetenza e sul menefreghismo di quelli che hanno fatto questo bruttissimo danno. E lo fanno cercando di screditare ogni voce impegnata invece a denunciare questo danno: di svegliare il popolo da quell'ipnosi che l'abitudine e le parole autorevoli e convinte dei nostri politici hanno praticato fino a oggi.

E infatti il buon pretucolo lo sa che cosa si dovrebbe fare e lo dice anche: "L’impegno politico richiede certamente capacità d’intervento e di decisione, soluzioni ai molteplici problemi della nostra società, ma richiede anche riflessione, ponderazione, capacità d’ascolto e di confronto, preparazione, conoscenza dei problemi”. E detto questo, a me viene una sola cosa da rispondere: quindi andate a casa! E mi fermo qui, perché sono stufo di vedere quei viscidi del PPD prendere in giro la gente cercando di passare per la parte dei buoni: il sottoscritto ha lavorato a Giornale del Popolo e avendoli visti da dentro, ormai ho il voltastomaco quando li sento parlare. E già che ho toccato l'argomento, voglio raccontarvi una storiella, per capire come queste logiche e queste dinamiche, quando funzionano nel nostro mondo, finiscono poi, sempre, per rovinare vite. Magari non definitivamente, perché l'intelligenza prima o poi trova soluzioni anche alle cose più brutte e stupide, ma vivere nel mondo PPD fa male all'anima!
Per questo vi voglio raccontare di un piccolo momento di tanti anni fa, mentre ero redattore del Giornale del Popolo nel periodo Lombardi-Zois, compagno di una redattrice e tiranneggato dall'ex marito della redattrice con cui stavo... Sì, certo: sono uno che se le cerca. Alla grande!
E comunque adesso provo a immergervi in un momento di tanti anni fa dentro a quell'enorme fanghiglia che era e che è il Giornale del Popolo. Lo faccio in maniera romanzata: per farvi sentire meglio le emozioni...


...Lui era lì, tronfio e sicuro come solo un vero ignorante può essere: il capo redattore affermava, affermava e affermava e dirigeva tutti, perché lui sapeva sempre quello che era giusto! E io non reagivo, perché vicino a lui c'era sempre lei, a fare "sì" con la testa mentre lui, tronfio e sicuro come solo un vero ignorante può essere, la guardava e, davanti a me, le diceva: "Imparerà".
Quella volta il tema era la falsificazione delle tirature del giornale, "traffico" al quale io non volevo partecipare. Io, che fino a quel giorno ero riuscito a mantenere pulita la mia anima, adesso, incastrato dal legame che avevo con lei, dovevo mentire! E io non volevo, ma per quell'amore che lei non ha mai visto, l'ho fatto: l'ho fatto ogni giorno! Per lei ho mentito agli altri e alla mia anima ogni giorno per tanto tempo. E mi sono ammalato, dentro!


Ecco: inutile dirvi che poi, con anni di duro lavoro, ma duro davvero, finalmente posso dire che sto guarendo! :-)




PS. Ero così ispirato che mi è venuta un'estensione creativa...











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