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Mentre noi guardiamo qui, 5 miliardi se ne vanno là...

Ci sarà solo una cosa strana in questo post: che a scriverlo è un informatico! Dunque, ve li ricordate i Gripen? Quello spaventoso investimento che la nostra confederazione voleva fare per comprare nuovi aerei all'esercito? Ecco, come molti di noi ricorderanno, la popolazione svizzera aveva votato contro l'acquisto di questi aerei! È invece recente notizia d'agenzia - ed è proprio qui dove ci fermeremo! - che il Consiglio nazionale, che 107 farabutti contro 73 umani, abbia votato una mozione per il mantenimento della spesa destinata all'esercito di 5 miliardi. Five, cinque, fünf miliardi. All'anno! E già dobbiamo prendere atto che su questo fazzoletto di terra abbiamo un organismo che ci succhia 5 miliardi all'anno: quanto basterebbe e avanzerebbe per portarci in 10 anni ad essere la Nazione con la civilità più evoluta del pianeta, e di brutto anche! Ma la cosa più divertente è che il testo della mozione, che deve ancora essere discusso dal Consiglio degli Stati, prevede di elaborare, entro febbraio, un programma di armamento rimpolpato, in modo da colmare le lacune manifestatesi nell'equipaggiamento attuale. Ma di parere contrario è proprio il capo dell'esercito, Ueli Maurer, il quale invece ha fatto notare che non c'è nessun progetto concreto che richieda a corto termine di stanziare fondi supplementari per l'esercito! Figata! Ma a noi non interessa, o per lo meno ci interessa solo ritenere che un approccio diverso alla vita farebbe di noi una civiltà avanzata come nemmeno nei film se ne sono viste. A noi interessa che una notizia simile, in un periodo decisamente difficile e di crisi, venga riportata solo da qualche media e in formato agenzia. Sgrunt! Nessuno, dico nessuno si è dedicato a un argomento grande come l'Everest, e cioè su 5 miliardi l'anno che la nostra confederazione di disgraziati regala ogni anno all'esercito e soprattutto alle lobby che forniscono cose all'esercito e che possiedono i 107 farabutti che hanno approvato la mozione!



Siamo sempre lì: siamo sempre a quell'inciuccio viscerale che esiste tra economia, potere e politica e che ha falsato il mondo, le percezione del mondo e la sua stessa storia agli occhi di tutti noi. Noi per anni abbiamo seguito modelli, idoli, storie, ideali e grandi personaggi identificandoli come i condottieri che passo dopo passo ci avrebbero portati alla Terra promessa: a quel futuro migliore in cui ognuno avrebbe trovato un luogo e un modo per vivere la propria felicità. E invece siamo nelle sabbie mobili è l'unica cosa di migliore che siamo riusciti a fare con questi modi, è rendere ricchi i tizi che ci governano, delle lobby che ci spolpano e prendono in giro, e i registi di un'economia in cui ognuno cerca con qualsiasi mezzo di "mangiarsi" la propria fetta. Bel risultato!

E questo è un po' poco per un uomo capace di scrivere La Divina Commedia, di andare sulla luna, di inventare, scrivere e suonare la musica classica, e anche il jazz; di un uomo capace di essere come Einstein o come Gino Strada. Ed è un po' poco pensare che si possa continuare all'infinito a prenderci in giro come se fossimo dei poveri deficienti. Ma non sto solo parlando del nostro centro i controllo delle lobby che abbiamo a Berna, ma anche nei frattali più piccoli, qui da noi: dei nostri politici e dei nostri media!
Lo capite anche voi quanto sia importante mobilitare moltissime delle nostre forze politiche e mediatiche per discutere e giocarci all'infinito il credito di 3.5 milioni per EXPO, ma capite ancora meglio quanto tutte queste forze siano mal riposte se a 200 chilometri da qui hanno appena deciso di regalare all'esercito 5 miliardi l'anno! Lo capite o no che stiamo discutendo di cose giuste, ma irrilevanti rispetto ai grandi flussi che determinano l'andamento globale della nostra Svizzera?

E perché lo facciamo? Perché stiamo qui a spendere tutto il nostro tempo politico e mediatico, e anche quello del popolo, a parlare di cose irrilevanti? Per due motivi: perché l'uomo per natura considera il mondo più vicino come quello più importante. Dunque quei beceri dei nostri politici si guardano la punta del naso e mai una volta che diano una sbirciata all'orizzone! Il secondo motivo è che l'economia pilota politica e media alla grande, dunque per tornare ai nostri media locali - che in parte vivono della pubblicità delle grandi lobby, in parte non vogliono infastidire il partito che più o meno occultamente li sostiene -, dobbiamo constatare in parte totale omertà, ma in parte anche scarso senso della notizia!
Ragazzi: siete giornalisti! E spesso i temi su cui mettete i riflettori hanno il peso di una piuma rispetto a quelli che elegantemente glissate. E forse oggi, nel 2014, in un momento in cui le cose che non vanno non possono più essere nascoste, sarebbe bene cambiare il modo di intendere questo mestiere. Anche perché l'Italia ce l'abbiamo lì da vedere: farsi guidare per anni da media pilotati dai partiti e dal potere non ha portato granché bene. Anzi: ha fatto un irrimediabile disastro. E ricordatevi questo "irrimediabile"...

Fatto sta che per tornare al nostro "Colpo di Stato" (qui), o alla nostra rivoluzione pacifica, non basterà sostituire i politici ai posti di comando, ma ci vorrà il coraggio dei media di mantenere alta l'asta della coscienza, e di conseguenza di mantenere alto il rispetto che chi ci governa deve a chi gli dà fiducia. Se i media inizieranno a non tollerare più certi modi o risposte approssimative, e pure se inizieranno a portare sul tavolo temi davvero determinanti e a insistere che vengano discussi, ecco, così avremo qualche possibilità di recuperare quel gap che divide il nostro sistema fatto da uomini con la coscienza sotto i piedi, a uno in cui l'asta della coscienza verrà mantenuto alto e dai nostri rappresentanti, e dai nostri media che li raccontano e li coinvolgo nelle discussioni giuste, e pure dal popolo, che in un sistema così... avvincente(!), oserei dire, tornerebbe a partecipare alla politica come a un'azione collettiva e per il collettivo, piuttosto che come la tifoseria di un campionato di calcio. Che bello sarebbe!

Però bon: basta farlo!








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