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La logichetta in più degli informatici: la verità è che la verità cambia!

Voglio farvi notare una cosa: negli ultimi trent'anni, a parte qualche grosso magnate della finanza, gli "uomini prodigio" che hanno segnato la nostra storia e che si sono arricchiti creando progetti mastodontici, sono stati tutti informatici o persone legate a quel mondo da molto vicino. Che so: Bill Gates, Steve Jobs, Larry Page e Sergey Brin, Mark Zuckenberg, Sean Parker, Kim Dotcom... E potrei andare avanti per ore! Perché loro? Perché questa gente è stata capace di costruire progetti su scala mondiale in tempi record rispetto a qualsiasi altro sistema costruito fino a oggi dall'uomo? Perché il mondo dell'informatica, e gli informatici in particolare, hanno alla base il chiaro concetto di "molteplicità": di sistemi, di linguaggi, di logiche, di tecnologie, di interi mondi. E soprattutto hanno pure chiaro come questi sistemi si muovano velocemente, e si debbano muovere velocemente: la ferrovia ci ha messo decine di anni per passare dal carbone all'elettrico. Nell'informatica tutto si muove molto più velocemente! Dunque l'informatico capisce subito di essere un viaggiatore tra i mondi e soprattutto tra mondi che cambiano! 


Vi faccio un esempio: da giovane smanettavo bene l'MS-DOS, che era il primo sistema operativo Microsoft: non c'era il mouse e nemmeno uno straccio di interfaccia grafica... Tutto avveniva in "solo testo" e ogni operazione doveva essere "scritta". Poi è arrivato Windows e mio padre, che non smanettava così bene il DOS, imparò subito i benefici del mouse: anche solo per copiare da un posto all'altro un centinaio di file, di cui però uno sì, due no, due sì, e via dicendo. Io lo sfidavo sempre, perché ero giovane, e cambiare mondo completamente mi risultava difficile. Poi però, proprio nella copia di file selezionati a caso tra tanti, non sono riuscito a essere più veloce. E di lì i miei processi di apprendimento e di approccio al mondo sono cambiati. E per tempo, perché di lì a poco il mercato dell'informatica sarebbe esploso, e se non avessi imparato a viaggiare nei mondi e non ad aggrapparmi solo a qualche suo fotogramma, non sarei mai riuscito a utilizzare in trent'anni decine e decine di sistemi operativi, programmi e tecnologie diverse tra loro.

Un informatico attivo da molto tempo e che si è tenuto sempre aggiornato ha vissuto decine e decine di vite diverse! Mentre i gli "umani normali" ancora arrivano da forti modelli medievali, in cui trovavi un posto alle PTT ed era per tutta la vita! Ma la differenza è proprio nell'approccio al mondo: la maggior parte di noi si identifica così tanto con il proprio mondo da riuscire difficilmente poi a cambiarlo! Tipo che il più veloce ad accendere il fuoco sfregando due legnetti avrà fatto una resistenza boia all'introduzione dell'accendino; mentre un informatico avrebbe riposto i bastoncini all'istante in cui si fosse imbattuto o anche solo avesse visto usare un accendino!

Ed è qui che cambiano le prospettive: un informatico non cade nella "trappola" di considerare mondo il mondo del gruppo. Insomma: per l'informatico è chiaro che ogni realtà è esattamente la trama di un film, dunque all'interno di ogni film si sente un attore e non pensa che il film sia la realtà!
La vita di un informatico è un continuo modificare la propria configurazione per capire quale copione stia vivendo il gruppo che si trova di fronte e adattarsi: qui è Dio e la fede; qui è l'economia e la crescita del PIL; qui sono solo biancoblu; qui comunisti fino alla morte; qui Harley Davison e tutto il resto è noia; qui sono vegetariani; qui invece una bella bistecca ogni tanto non gliela toglie nessuno; qui girano con un asciugamano in testa; qui con uno scolapasta; qui le tette valgono più del cervello; qui il cervello serve per conquistare tante tette; qui il cervello serve per fare soldi; qui il cervello non serve a niente... Aiuto, fermatemi!
Ma purtroppo è così, e in più, visto che ogni gruppo considera la propria visione condivisa come realtà e anche come mondo, ogni giorno l'informatico subisce la violenza di doversi trasformare continuamente solo per poter essere accettato e per comunicare. Perché la cosa paradossale della nostra visione del mondo è che in mezzo a evidenti e numerose diversità, ognuna di queste vorrebbe essere l'unica!
Evidentemente non tutte le persone sono così e altrettanto evidentemente questa logica non è solo privilegio degli informatici. Ma sono davvero molti quelli a pensare al mondo circostante come al senso intero della propria vita: ecco perché non è mai una questione di idee che si confrontano, ma sempre di persone che si scontrano!

E invece è proprio la capacità di capire quanto la storia non valga più dell'attore ad essere una logichetta valida: che un attore bravo è capace di slegarsi dal passato e di ritrovarsi anche nel presente, oggi. E domani nel nuovo presente di domani. E così ogni giorno! Sempre assetato di scoprire qualcuno che usi un accendino invece di strofinare legnetti!
È importante capire questo, perché è proprio quello che non capiscono soprattutto i partiti storici: oggi abbiamo mezzi digitali e tecnologie capaci di creare immensi mondi virtuali, capaci di offrirci mirabolanti strumenti, che però la maggior parte dei nostri politici non conosce, non sa usare e non sa integrare! Pochi, pochissimi di loro sono in grado di conoscere e usare il presente. Sono ancora lì con i legnetti, a litigare se vadano meglio quelli di frassino o di betulla... 

Uffa: dobbiamo lasciarlo andare il nostro passato, perché sennò occupa lo spazio destinato al presente! C'è una bella frase di Nietzsche in proposito, che non era un informatico ma un geniale filosofo di oltre cent'anni fa. Ebbene, il tizio diceva questo:


"La verità è che la verità cambia"!












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