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La Chiesa: che senso ha un luogo in cui i comandamenti vengo infranti tanto quanto fuori?

Fonte: www.urcaurca.it
Parliamo ancora un po' di religioni, visto che il caso del politico del Mendrisiotto è ancora in auge. E anche perché considero d'avere una discussione aperta con Dadò e con il PPD. Ma questa volta provo a spiegarvi quale sia la mia posizione su questo delicato argomento. Ho un'idea, secondo cui le religioni sono la semplice conseguenza di un nostro modo di funzionare. Se ci pensate, infatti, il nostro DNA ci suggerisce, vivendo, di individuare i modelli vincenti e di seguirli. E come modelli, personalmente, considero quei pacchetti di logiche, quei pensieri e quelle soluzioni che applicate al mondo, detto facilmente, portano bene. Portano bene a me e al mondo. Ma se non si fa attenzione, soprattutto tra gli umani, questo "portare bene a me e al mondo" si trasforma facilmente in "vincente". Ed è qui che c'è l'inghippo: un comportamento, una conoscenza o un modo che portano bene a me e al mondo, non presuppongono in nessun modo l'idea di una battaglia in cui ci sia un... vincente, un modello o una persona, o un partito, o una nazione vincente. Quindi, prima che la visione entri nel campo della battaglia, il soggetto è il pacchetto di logiche utile al mondo; se invece la parola "vincente" entra nel quadro, allora il soggetto è il portatore delle logiche, e non più le logiche. Ed ecco dunque come cambiano le cose: nel primo modo il soggetto potrebbe essere il sostegno ai lavoratori; nel secondo modo il soggetto diventa il PS. E questa è una battuta, ma serve per capire. Capire cosa? Che deve essere ben chiaro come, anche nel campo delle religioni, un conto è la logichetta e un conto sono le persone che la portano!


Non è ancora chiaro, ma lo diventerà strada facendo... Inizio con un esempio: pensate ai dieci comandamenti: sono decisamente una bella cosa. Se ne rispettassimo otto e cancellassimo i due inutili e fuorvianti (quelli che parlano di Dio), saremmo uomini virtuosi ed eccezionali! Dunque potrebbe sembrare giusto che vi sia una "scuola" - la Chiesa - che si occupi dell'insegnamento e della diffusione di questi principi.
Ma dove sta l'inghippo? Sta qui: che tutti i professori di matematica in un liceo non sbagliano i calcoli, mentre diversi impiegato della Chiesa non rispettano i comandamenti! Dunque la considerazione inespugnabile che si può fare è questa: gli operatori della Chiesa, pur vivendo e professando i comandamenti, non sono diversi da tutti gli altri uomini! Capite? E non lo sono nemmeno in percentuale! Infatti, ad esempio, la percentuale degli abusi su minori all'interno della Chiesa non è minore rispetto quella relativa al resto del mondo!
E qui c'è dunque una indistruttibile conclusione, e cioè che i comandamenti sono una cosa buona, ma l'apparato che se n'è fatta portatrice, in realtà ne è portatrice... sana! Dunque, eheheh, dunque non è giustificabile la sua esistenza! Perché non fa differenza!

Ecco, ora possiamo inquadrare bene quale dovrebbe essere la questione: e cioè che un conto sono le belle parole di Dio, un conto è l'azione di chi queste parole le porta. Anzi, chi queste parole si prende arbitrariamente il diritto di portarle. E invece, come dice proprio Dio, tutti gli uomini sono uguali, e lo sono anche i preti, i vescovi, i cardinali... Perché anche loro, né più né meno, anzi probabilmente più - infrangono i comandamenti tanto quanto noi!
E così la questione cambia, perché la fede diventa finalmente un canale diretto tra noi e la nostra coscienza, la quale potrà poi decidere di nutrirsi e di regolarsi in base alle tante espressioni di bontà, equilibrio, rispetto e via dicendo che non solo Dio, ma anche altri Dei, altri pensatori, altri scrittori, altri scienziati, altre persone comuni, altri artisti e altre civiltà gli faranno trovare nel mondo. E con quel "pacchetto di cose buone" farci la propria fede. Per i cristiani quindi, ad esempio, con i comandamenti, ma non con la Chiesa! Perché la Chiesa, non facendo differenza positiva, non serve a niente!

E adesso parliamo un po' di Dio. Personalmente non credo al Dio della Chiesa, perché come direbbe Nietzsche è umano, troppo umano. In una bella discussione con Roic eravamo arrivati alla conclusione (temporanea, sempre!) che la conoscenza presupponesse il trascendimento del mondo (quindi affermando che Dio esista, ad esempio), ma anche il trascendimento del soggetto che ne fa la conoscenza, perché sennò vedrà solo quello che i propri strumenti gli permetteranno di vedere.
Insomma: una scimmia, guardando oltre a se stessa, non vedrà l'uomo, ma vedrà una super scimmia! E l'uomo ha fatto lo stesso errore: ha visto un superuomo, non un Dio. Probabilmente noi un Dio non siamo nemmeno capaci di iniziare a immaginarlo...
Per cui, personalmente, credo molto all'esistenza di tutta una serie di fenomeni, possibilità, leggi dell'universo che non abbiamo ancora scoperto, dimensioni dell'universo che non abbiamo ancora scoperto, altre possibili civiltà, ma anche scenari totalmente non in linea come ad esempio stare in un videogioco di un'altra civiltà, o in un suo laboratorio, e a tutte le altre possibili escursioni dalle nostre logiche. Quindi c'è anche la possibilità di un Dio: di un essere che abbia creato il mondo, perché no?
Ma di una cosa sono certo: che non si tratta del Dio della Chiesa: la Chiesa è un fazzoletto di logiche ben costruite, ma medievali rispetto a quante se ne possono intuire oggi pensando all'immensità dello spazio, del tempo e dei sensi...
Quindi personalmente, per ora, ho risolto il mio rapporto con Dio così: per me, la "D" che sta davanti a "io", significa DOPO. Quindi dopo l'io, do me, dopo noi... Ma soprattutto dopo, oltre!
La mia fede diventa dunque questa: oltre a me c'è dell'oltre! E più la mia coscienza riesce a posizionarsi tra la fine del mio mondo e l'inizio del mio Oltre, più di questo oltre ne intuisco possibilità, ne colgo novità e ispirazione.
Ma alla base c'è questa fede per cui mi dico sempre che raggiungendo i confini del mondo, del mio mondo, e mettendo un piede oltre, nel nulla, apparirà qualcosa su cui poggiarlo! Ecco, questa è la mia fede. E soprattutto, non mi servono intermediari. Soprattutto non intermediari con un patrimonio stimato di tanti e tanti miliardi.
E soprattutto, lo ripeto perché questa è una logica inattaccabile (in questo fazzoletto di mondo!): dentro e fuori dalla Chiesa, i comandamenti sono rispettati in egual misura! Quindi la Chiesa, a Dio, è inutile. Eheheh, ma lo è per la Chiesa, utile: per quel portatore della logichetta di cui parlavo all'inizio...
Non fatevi fregare: Dio non mette nulla tra sé e noi, nemmeno la Chiesa. Dio tra sé e noi mette solo la paura che abbiamo di non essere all'altezza. Ma questo solo perché da duemila anni la Chiesa ci ripete che, appunto, non siamo all'altezza: che siamo dei miserabili peccatori bisognosi di redenzione.
Eheheheh, oggi la storia dimostra che lo sono anche loro: in egual misura! Se non di più... (Vittoria!!! :-))












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