Il Ticino è produttivo e competitivo, e infatti nel 2012 c'erano 10'930 interinali stranieri. Ma solo 2'438 ticinesi...
Per un attimo mi stavo preoccupando, ma poi ho letto bene l'articolo di Ticinonews e la mia ansia è svanita. L'argomento sono le agenzie interinali (per il lavoro temporaneo) e un'interrogazione parlamentare di Elena Bacchetta (dei Verdi e non del PS), nella quale chiedeva lumi sull'occupazione di questi posti da parte di stranieri. E infatti la risposta è stata celere: nel 2000 i lavoratori interinali erano 4'520, mentre nel 2012 erano 13'368. E numero di stranieri? 2'009 nel 2000 e 10'930 nel 2012! E oggi, probabilmente, sarà molto peggio. Anche se il Governo si preoccupa di far notare che nel 2013 è entrato in vigore un contratto normale di lavoro, e pure che Marco Romano ha più volte sollevato il tema a Berna, ma gli è stato risposto che "il prestito di personale corrisponde a un'esigenza sia delle imprese sia dell'economia nazionale e che esistono strumenti per reagire alle ripercussioni negative". Perfetto, no? Peccato che questi strumenti per reagire alle ripercussioni negative o non ci sono, o se ci sono non sono efficaci. E pure è difficile giustificare una percentuale così elevata di stranieri, cioè l'81.7%, con una semplice esigenza da parte delle imprese e dell'economia. Soprattutto perché nel quadro non è mica tanto corretto tenere conto solo delle esigenze dell'economia e delle imprese e non di quelle dei cittadini! Ma ormai ci siamo abituati. Però non bisogna preoccuparsi, perché il Consiglio di Stato è intenzionato a ritornare sull'argomento con la Confederazione. Quindi trank!
Sono tante le considerazioni da fare, e la prima è chiedersi come sia stato possibile che in dieci anni la percentuale di stranieri sia salita dal 44% all'81% e nessuno sia riuscito a fare nulla. E magari nessuno se n'è nemmeno accorto. È vero che Maco Romano ha sollevato più volte il tema a Berna, potendo benenficiare del ricinoscimento del Ticino a cuore della Svizzera (Burkhalter dixit), ma gli hanno sempre risposto di attaccarsi al c****!
Dunque dobbiamo dedurre le solite due cose: innanzi tutto che la nostra politica ci ha messo anni a prendere coscienza dei problemi del Ticino; ma anche che dopo averne preso coscienza non è praticamente mai riuscita a fare o ad ottenere qualcosa da Berna. E più di tutto è questo a preoccuparmi: penso alle notifiche online levate dal sito del Cantone, ma presenti su quello della Confederazione; penso al blocco dei ristorni per far pressione su quella discarica che è l'Italia, e alla non attuazione, in parte per le rassicurazioni della Schlumpf, in parte perché qui in molti vedevano la nuova Italia di Renzi come un partner forte e affidabile. E sarebbe bastato leggere Alfonso Tour per evitare una gaffe così...
Oppure pensiamo alla messa in discussione dei bilaterali e della libera circolazione: quando da Bruxelles ci è arrivato non soltanto un "no", ma addirittura la definitiva posizione secondo cui la libera circolazione non può essere messa in discussione. E dunque, noi che siamo un popolo sovrano a democrazia diretta e non facciamo parte dell'UE, dobbiamo incassare che le nostre frontiere debbano restare aperte anche se questa condizione è devastante per la nostra economia e per il nostro territorio. E nessuno sa fare niente! Ma come sempre il nostro pseudo Governo ci rassicura sottolineando la sua intenzione di tornare sul tema! Beh, a questo punto gli si potrebbe anche dire di risparmiarsi la fatica!
Però è bene notare e tenere presente una cosa molto importante: il nostro Governo non solo non si è accorto della direzione che il nostro Cantone aveva preso negli ultimi dieci, vent'anni, ma allo stato attuale delle cose si dimostra totalmente inefficace nel far fronte all'evidenza odierna dei grossi problemi presenti in Ticino. Cioè, in poche parole, sono stati e sono tuttora degli incapaci!
Quindi teniamo i pochi buoni, perché ci sono, ma mandiamo a casa tutti i turisti della politica, perché adesso sarebbe bello iniziare a fare sul serio!
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