Ieri ho visto da un amico un pezzo della puntata di Falò sui graffitari. Come al solito ho dovuto ridere nel vedere come siamo sempre capaci di non capire i problemi, di non risolverli, ma di investire tempo e denaro per farlo, e sempre peggiorando le cose. In questo caso, facendo una bella distinzione tra vandalismo e arte di strada, la soluzione va affrontata in maniera artistica: una modalità sconosciuta ai nostri governanti. Attualmente infatti succede così: gli sprayer escono la notte, perché di giorno non possono lavorare, ed eseguono le loro opere di corsa e sempre con la paura di essere scoperti. Dunque i disegni sono spesso incompleti o non molto curati e non rendono giustizia ai loro creatori. I bersagli di questi artisti sono spesso sottopassaggi o pareti in cemento armato, che originariamente erano appunto squallidi muri di cemento armato, e nemmeno ricoperti dal marmo verde del Guatemala. Quindi, sempre separando bene quest'arte di strada dal vandalismo, credo che la maggioranza di noi non ci riconosca un peggioramento dell'estetica ma un netto miglioramento. Però non si può fare, dunque ecco le squadre di pulitura, le inchieste di polizia e addirittura ora si pensa a telecamente di sorveglianza: persone, mezzi, soldi e repressione per risolvere un problema che... non esiste!
Non so se vi siete accorti, ma le nostre città sono tendenzialmente grigie, poco colorate e soprattutto poco "happy". Molti elementi che le compongono sono appunto grigi muri di cemento armato. E ce ne sono molti: i sottopassaggi, i muri delle vie, le paratie, i piloni e vi dicendo. E sono tutti elementi la cui caratteristica è quella di essere funzionali, ma non estetici.
Parallelamente, tra i giovani soprattutto, è nata questa forma d'espressione che, se fatta bene, può benissimo essere categorizzata come arte di strada. Non solo un "capriccio", ma una vera e propria modalità d'espressione dove milioni di giovani in tutto il mondo si ritrovano. Dunque parliamo di arte, ma parliamo anche di un linguaggio comune, ai giovani in particolare, e a una importante modalità di espressione e di aggregazione. Ragione per cui correnti come queste non devono essere né criminalizzate, né represse. Anzi: devono essere aiutate e sostenute! Come?
Vi faccio un esempio: pensiamo alle nostre città e a quanti luoghi potrebbero essere censiti e messi a disposizione degli sprayer e delle culture che ci gravitano attorno! Questi luoghi dovrebbero essere affidati a gruppi di graffitari, che dovranno solamente annunciarsi compostamente e in maniera organizzata alla Cancelleria comunale per iscriversi e per mostrare i loro progetti.
Dopo di che, queste aree verranno affidate ai gruppi, i quali si dovranno preoccupare di realizzare le proprie opere, di mantenerle, e di mantenere l'ordine durante i loro ritrovi e il loro lavoro. Quando poi le opere saranno terminate, la città potrà vantare, oltre che una coreografia decisamente più felice e colorata, anche un vero e proprio percorso turistico e artistico da realizzare all'interno della città: con magari cartelli, descrizioni e pubblicità ad esempio negli enti turistici!
Una soluzione così eliminerebbe quasi completamente l'impiego di mezzi per la pulitura e per la repressione e favorirebbe l'aggregazione tra i giovani, come pure l'esercizio di quest'arte. Inoltre molti dei ragazzi ora impegnati nel semplice vandalismo potrebbero avvicinarsi a questi gruppi e trasformare le loro imbrattature di protesta in una vera e propria arte di strada giovanile. Trovando inoltre, e questo è importante, un maggiore senso nella vita e un luogo in cui ricominciare a creare, a scambiare opinioni con altri giovani e a sviluppare un discorso proprio. E il tutto alla luce del sole e non di notte come dei criminali. E sono pronto a scommettere che tutto questo avrebbe pure un impatto sociale: diminuendo l'uso di droghe e passando insegnamenti importanti nel responsabilizzare gruppi di giovani per piccole aree della propria città.
Ecco, uffa: questa è una buona soluzione per i graffitari! Non certo installare videocamere di sorveglianza o reprimere con le ronde della polizia. Così non si va verso in futuro: così ci si blinda nel passato e basta.
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