È difficile fare un post come questo senza essere catturato dalle categorie e dalle appartenenze che in molti vogliono appiccicarmi addosso. Ma lo faccio ugualmente, perché motiverò ogni passo logico del mio ragionemento. Il soggetto è un articolo di Savoia apparso sul suo blog: un pezzo importante per molti motivi. Innanzi tutto riprende e approfondisce un articolo del Giornale del Popolo, in cui si segnlala che in un anno ci sono stati 4'000 nuovi occupati in Ticino, ma anche ci sono stati 4'000 nuovi frontalieri. Ed è importante, perché come giustamente scrive Savoia nel titolo, la verità comincia ad emergere. E infatti diventa difficile conciliare dati simili con affermazioni come quelle di Burkhalter il primo d'agosto: "Oggi la Svizzera sta bene. È uno dei Paesi più innovativi e competitivi al mondo. Assicura qualità di vita e lavoro ai propri abitanti, in particolare ai giovani. È certo il modo migliore di integrarli". La scena, infatti, potrebbe essere questa: Burkhalter guarda un delfino inerme, a pancia all'aria vicino alla riva e dice "Ma guardate che belle capriole è capace di fare!"; mentre Savoia, e anche il GdP, lo guardano e dicono: "È morto!". E questo è un bell'argomento di discussione, soprattutto se inserito nel contesto della libertà di espressione - e della libertà di informazione, aggiungerei io - che Birtoli difende così assiduamente. Ma il post di Savoia è importante anche perché non si ferma alla notizia del GdP, ma approfondisce la questione, perché "in realtà le cose stanno anche peggio, perché occorre considerare la differenza tra 'occupati' e 'posti di lavoro'".
Dunque, checché ci raccontino Burkhalter, Bertoli, Cangnotti e gli altri della Carica dei 101, il delfino è morto! Cazzo, se è morto! Perché nemmeno usciamo pari tra il numero di nuovi occupati e quello dei nuovi frontalieri. Infatti, ecco la doverosa aggiunta di Savoia:
"Gli "occupati" infatti sono definiti come le persone che hanno lavorato, pagati, almeno un'ora nella settimana in cui viene effettuata la rilevazione. Oppure hanno lavorato per l'azienda di famiglia senza essere pagati (gli aficionados del blog ormai lo sanno a memoria, ma lo ripeto per le new entry) . In questa cifra finiscono anche quelli che hanno svolgono lavoretti di tanto in tanto, ma che in realtà non hanno un vero lavoro. Ad esempio chi ha fatto un'ora di baby-sitting o ha aiutato un famigliare a far vendemmia, è considerato "occupato" ma non si può certo dire che abbia un vero lavoro. Non sto scherzando: è così per davvero. È una statistica che sembra fatta apposta per prendere per i fondelli il cittadino...
Come se non bastasse, oltre ai frontalieri, comprende anche il numero di notificati assunti dalle imprese svizzere (per saperne di più vedete la definizione completa qui sotto). Quindi fra quei 4'000 nuovi occupati ci sono anche questi notificati..... e 4'000 frontalieri.
I "posti di lavoro" invece sono quelli dalle 6 ore settimanali in su, vale a dire un tempo parziale al 15% per un orario di 40 ore settimanali. Di questi ne sono stati creati in un anno 1'700.... e ci sono 4'000 nuovi frontalieri.
I posti di lavoro sono aumentati dello 0,9%, i frontalieri del 6,8%"
Ecco, dunque il problema adesso è riuscire a far sì che queste basi diventino quelle reali della discussione. Perché finché il presidente del nostro Governo continuerà ad affermare che la nostra chiusura all'UE potrebbe comportare gravissimi danni economici per il nostro Paese, bisogna rispondergli che i danni economici nel nostro Paese ci sono già! E che il delfino è morto!
Però, e faccio un altro plauso a Savoia, il suo scritto ha un'ulteriore tassello importante da mettere nel discorso: il fatto che un politico (Savoia è un politico!) riconosca questo:
"Qualcuno si decide finalmente a fare il calcolo di quanto ci costa questo tipo di sviluppo? Che senso ha stare a guardare solo l'aumento degli introiti delle imposte alla fonte quando poi ci tocca spendere somme sempre più importanti per le infrastrutture, l'assistenza sociale, le misure antinquinamento e quant'altro? Stiamo tutti pagando per uno sviluppo che ci sta portando dritti verso una crisi sociale. Basta!"
Questo è il fulcro del problema! E la "prima", a mio avviso, è che un politico, cioè una parte del sistema politico stesso, riconosca la necessità di dover mettere in discussione il sistema e i suoi modelli. Sergio, a differenza di molti, qui si mette in gioco e mette in gioco anche l'operato e il modo stesso della politica. E questo è un gesto coraggioso, ma soprattutto importante per noi cottadini, che finalmente ce lo sentiamo dire da un politico, e per di più da un politico capace.
E adesso, i vari GLRT e compari mi daranno di nuovo dello scudiero di Savoia. E non è così: oggi sono lo scudiero di un'idea di Savoia che mi piace! Difficile da capire, ma è proprio, solo, così.
Però per par condicio, anche se ora le cose mi pare stiano cambiando, ho spesso rimproverato a Sergio di essere troppo indaffarato e diviso in tanti progetti per potersi impegnare con tutte le sue risorse in una politica, invece, così bisognosa. E anche che dovrebbe perdere un paio di chili. Ma nessuno è perfetto. Forse nemmeno Bertoli, ma intanto nessuno è ancora riuscito a dimostrarglielo...
Fatto sta che il contenuto del post di Savoia è la base su cui ogni discussione riguardo al lavoro e all'economia ticinese deve partire. È importante che lo sia, perché questo è il problema che la nostra politica è chiamata a risolvere: connettendosi con le imprese, con la formazione e soprattutto iniziando a considerare la speculazione e il modello stesso del nostro sviluppo come qualcosa da rimettere inevitabilmente in discussione!
E se questi vi paiono dati da sapere e su cui riflettere, allora condividete queste informazioni!
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