Mentre mi preparo per il doveroso "confronto" promesso a Marco Cagnotti, mi prendo una pausa e vi propongo un pensiero su cui sto riflettendo da un po': il bene del male. Che cos'è? È quel bene che si genera per bilanciare un male. Un esempio su tutti di questa dinamica è Madre Teresa di Calcutta. E scelgo proprio lei perché è una donna irreprensibile e tutto il suo operato è decisamente degno di rispetto e anche di ammirazione: il mondo è ingiusto, ci sono le guerre, c'è l'economia che crea poveri e lei aiuta le vittime di questo sistema. Come si può dire che non si tratti di uno dei gesti più belli del mondo? Infatti non si può negare che lo sia, ma si può iniziare ad espandere il concetto dicendo che si tratta di uno dei gesti più belli di questo mondo, così come è. Però, l'informatico che mi abita non pensa al mondo - il luogo in cui qualsiasi logica si perde - ma pensa a un sistema più piccolo: una famiglia. Papà ogni giorno picchia moglie e figli e non gli dà da mangiare, e Madre Teresa di Calcutta, ogni giorno, cura le ferite delle vittime e dà loro da mangiare. E qui l'informatico si dice: certo che Madre Teresa sta facendo una cosa bella, ma non so se stia facendo la cosa più giusta. Perché l'informatico si chiede se l'eroe sia quello che aiuta le vittime o invece debba essere quello che ferma il carnefice.
Vi faccio un esempio cretino, ma è perfettamente in linea con il mondo in cui viviamo: se la Chiesa, tutte le organizzazioni umanitarie, tutti i simpatizzanti e tutti quelli che di fronte alle vittime del sistema rimangono toccati si mettessero in marcia verso i capi degli Stati e chiedessero loro di fermare la guerra, avremmo milioni e milioni, magari miliardi di persone sedute attorno alla Casa Bianca, o alla base militare di Vattelapesca; o seduti sulle piste degli aerei, o davanti alle fabbriche di armi, o direttamente tutti attorno al Bilderberg, quel gruppo di un centinaio di potentissimi che ogni anno si trova a porte chiuse per definire la storia dell'umanità...
Ecco, l'informatico farebbe così, perché l'informatico cerca le cause e non i sintomi. Tanto che azzarda la visione secondo cui tutti quelli impegnati ad aiutare le vittime del sistema non siano in fondo altro che complici: il Tavolino Magico copre una lacuna del sistema e esistendo permette al sistema di rimanere così com'è. Idem per tutte le altre iniziative simili.
Ecco, l'informatico farebbe così, perché l'informatico cerca le cause e non i sintomi. Tanto che azzarda la visione secondo cui tutti quelli impegnati ad aiutare le vittime del sistema non siano in fondo altro che complici: il Tavolino Magico copre una lacuna del sistema e esistendo permette al sistema di rimanere così com'è. Idem per tutte le altre iniziative simili.
Non voglio sottolineare concetti banali, ma è piuttosto chiaro che in un sistema in equilibrio, Madre Teresa non esisterebbe. E non esisterebbe probabilmente nemmeno la Chiesa: perché in un mondo in cui l'uomo non accetta il male in quanto caratteristica del mondo, ma come manifestazione di ignoranza, incapacità di comunicare e di rapportarsi con esso, movimenti simili non avrebbero nessuna ragione di esistere.
Ecco perché nel titolo parlo di un "bene del male" e cioè di un bene che esiste solo grazie all'esistenza di un male. Cioè un bene senza senso di per sé, ma che ce l'ha solo grazie, appunto, all'esistenza del male. E allora ecco che per forza questo bene senza senso deve trasformarsi in una fede: quella appunto che giustifica le cose senza senso. Ed ecco perché si muore per le fedi, perché in ballo c'è il senso della vita di ognuno di noi. Siccome la vita non ha senso (perché così non ce l'ha!), abbiamo bisogno di qualcuno o di qualcosa a garantirci che invece questo senso ci sia. Ma non c'è: Madre Teresa di Calcutta non ha senso di per sé: ce l'ha perché ci sono le guerre e l'economia a creare poveri e vittime.
Ecco perché nel titolo parlo di un "bene del male" e cioè di un bene che esiste solo grazie all'esistenza di un male. Cioè un bene senza senso di per sé, ma che ce l'ha solo grazie, appunto, all'esistenza del male. E allora ecco che per forza questo bene senza senso deve trasformarsi in una fede: quella appunto che giustifica le cose senza senso. Ed ecco perché si muore per le fedi, perché in ballo c'è il senso della vita di ognuno di noi. Siccome la vita non ha senso (perché così non ce l'ha!), abbiamo bisogno di qualcuno o di qualcosa a garantirci che invece questo senso ci sia. Ma non c'è: Madre Teresa di Calcutta non ha senso di per sé: ce l'ha perché ci sono le guerre e l'economia a creare poveri e vittime.
E allora, non credete che invece di accettare il mondo così com'è potremmo dedicarci a trovare un modo per fermare il padre violento, cosicché Madre Teresa di Calcutta possa smettere di occuparsi delle sue vittime e tornare alla vita? Alla propria vita! Non sarebbe bene che anche chi oggi abita il bene, provasse a mettere in discussione anche questo bene, per capire se i propri sforzi, nel caso in cui il proprio bene fosse un "bene del male", non facciano che confermare, sostenere e legittimare il sistema così com'è?
Insomma, chissà che mamma fantastica sarebbe stata Teresa, in un mondo migliore!
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