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I Verdi: Governo, rispondi? Respiri? Sanguini? Si sente il polso?

C'è un discorso immenso da fare dietro alla presa di posizione odierna da parte dei Verdi sul lavoro in Ticino (qui). Un discorso legato all'economia, alla privatizzazione e al ruolo dello Stato, e a tutta una serie di considerazioni doverose sui modelli usati per giocarci la nostra precaria permanenza su questa palla sferica che gira nello spazio. Ma avremo tempo di parlarne, soprattutto quando inzierò la serie di post dedicati alla votazione sulla cassa malati unica... Intanto, però, facciamoci quattro risate e diamo un'occhiata al quadro della situazione: oggi i Verdi hanno preso una dura posizione nei confronti del Governo, per la totale inefficacia dimostrata finora nel contenere il fenomeno dell'assunzione di frontalieri; un fenomeno esploso ulteriormente negli ultimi mesi, probabilmente in visione della futura applicazione dei contingenti. E cosa fa ridere? Che debbano essere i Verdi a difendere il lavoro e a lottare contro la mala economia! Perché infatti, mentre la nostra economia è totalmente fuori controllo e il mercato del lavoro è ormai distrutto, invece di agire lì dove ci sono i problemi, i Socialisti vorrebbero spendere un po' di miliardi per comprare terreni! Quando si dice: essere perfettamente sul problema...



Prima di tutto vanno fatte un paio di considerazioni doverose: la prima è la gioia nel vedere i Verdi, e non più tendenzialmente solo Savoia, impegnati in temi legati anche all'economia e al lavoro. Perché? Perché l'ecologia è sicuramente salvare il panda e il Biruletto dalla cresta piumata della Groenlandia; come pure è ecologia occuparsi assiduamente dell'inquinamento e del verde! Ma tutto questo è essenzialmente la conseguenza dei modelli di sviluppo scelti dall'uomo, e soprattutto di quelli economici. Quindi è necessario che un partito ecologico abbia alla base un concetto molto, ma molto ampio di sviluppo sostenibile. E purtroppo non è possibile parlare si sviluppo sostenibile senza includere nel sistema anche l'economia, il lavoro, lo sviluppo energetico e tecnologico, la formazione e pure la discussione politica!
E in fondo, se posso permettermi, trovo che sia proprio su questo punto che i Verdi dovrebbero discutere di più: perché da una parte c'è Sergio Savoia, con il suo carattere e anche con qualche suo difetto, ma dalla sua c'è una visione così preziosamente ampia dell'azione politica che non può essere sacrificata in nome della... causa Verde! Anzi, se posso azzardare una visione, gli attuali Verdi dovrebbero aprire le loro porte a tutti i socialisti veri, che se ancora hanno un po' di socialismo nelle vene dovrebbero lasciare il partito che non vede i problemi, e unirsi a uno che li vede, ma che ha pochi mezzi per affrontarli.
E non solo: ma soprattutto perché il modello ampio di uno sviluppo sostenibile dovrebbe raccogliere tutti quelli che riconoscono questo tema come IL TEMA su cui discutere. Da cui poi derivare, grazie all'aiuto di gruppi di lavoro competenti, i vari modelli economici, sociali, logistici, formativi e via dicendo. Dunque, tutti quelli che non sono d'accordo con il modello "più voti al partito", ma con il modello "una vita migliore", dovrebbero uscire dai vari limitanti cappelli e abbracciare una causa unica! Certo, con tutte le derivazioni del caso e anche dialettiche interne, ma la cosa importante, a mio avviso, è riconoscere che al momento la gravità dei problemi - proprio come sottolineano i Verdi - è più importante di far fare "più voti al partito"!

E di gente così ce n'è molta: ad esempio, sono tantissimi gli "imbecilli" sui social network che pur appartenendo a una bandiera, iniziano a scontrarsi con le strategie fini solo alla raccolta voti. Perché? Perché adesso abbiamo problemi reali: abbiamo 18mila disoccupati, 8mila in assistenza, un sacco di gente con stipendi da fame o che ricorre al sostegno della famiglia; 62mila frontalieri assunti per lo più da scaltre ditte votate allo sfruttamento e non allo sviluppo; poi c'è l'inquinamento e la distruzione del territorio, come pure il tentativo di annientamento del commercio e dell'artigianato locale a favore delle multinazionali. E questo solo per iniziare una discussione...
E allora perché queste cose non le fa il PS? Perché il PS è un partito storico, dunque è totalmente imbrigliato nella rete di controllo del potere creata tra l'economia e la politica. I "senior" sono il nostro problema: loro non sono più liberi! Come infatti vedrete quando parlerò delle casse malati, ogni partito storico ha i suoi membri e i suoi interessi sparsi e collegati tra economia e politica.
Mentre i "junior" o i "nuovi" hanno la possibilità di essere liberi! I "junior" dovranno opporsi al tentativo dei "senior" di dirigerli nelle loro follie, e i nuovi dovranno responsabilizzarsi anche su temi non propriamente loro ed espande la loro azione. E se tutti i "liberi" saranno in grado di unirsi e di muoversi verso uno sviluppo sostenibile, allora avremo la possibilità almeno di provare ad affrontare i problemi reali e soprattutto le cause reali.
Certo, perché finché si parla di xenofobia e non di libera assunzione, o finché in una situazione come quella del Ticino oggi si propone di spendere miliardi per acquistare terreni, ecco... Finché si fa così: cippilimerli!








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