Birtoli! Ma a te chi t'ha mandato nella mia vita?! Oggi è domenica, e per me questo giorno è un tributo alla calma, a quello stato in cui puoi decidere di non avere obblighi con nessuno proprio perché è domenica. E invece, dopo aver già passato ore a pensare a te per via del bel discorso del primo agosto e delle varie monolitiche prese di posizione successive, oggi mi sono svegliato, ho aperto la mail e ho trovato il messaggio di una lettrice del blog, con scritto: "Ecco, l'ha fatto di nuovo!", e con il link alla nuova intervista del Caffè - di Libero D'Agostioni (aahahahah!) per la precisione - in cui imperterrito, convinto e kamikaze come pochi ripeti di nuovo gli stessi concetti e gli stessi errori del primo d'agosto. E io adesso sono stufo, perché ad esempio ho qui un tablet da presentare ai lettori, ma non riesco a farlo perché tu non riesci a tenere la bocca chiusa per più di due giorni di fila: è dal primo di agosto che tra gli insulti, le dimissioni, Polanski, gli "Io sto con Bortoli" e le interviste di quegli sciacalli dei nostri media, vedo il tuo nome ogni giorno ovunque! E vedo anche Facebook che si sta popolando sempre più di gente incazzata con te, perché non parli dei problemi reali e delle loro cause, ma addirittura ci tratti come degli ingnoranti imbecilli, incapaci di comprendere i grandi disegni della politica, dell'econonia e dell'universo. E questo mi fa già di suo incazzare profondamente, ma adesso ci si mettono anche i lettori, che come facevano a Gotham City con Batman, puntano il faro verso il cielo e proiettano il link dei tuoi sproloqui nella mia mailbox. E mi hai rovinato la domenica, oltre che le ultime due settimane! E in più, la tua illuminante intervista me la becco nel contenitore del Caffè e fatta da uno che del Ticino e della Svizzera non sa un cazzo di niente perché viene qui solo a lavorare: quello che oggi il destino della libera digitazione ha tradito e l'ha impresso, sulla versione online almeno, con il suo vero nome: "Libero D'Agostioni", il giornalista che ci ha rotto i coglioni!
Ma Santa Maria, ma come fa uno ad abbracciare l'ottimismo se la prima cosa che gli capita davanti quando accende il computer la domenica mattina sono un'intervista di Libero D'Agostino del Caffè a Manuele Bertoli... È come uscire dal letto, scivolare sulla merda del vostro cane, perdere l'equilibrio, cadere di faccia sul cactus regalatovi a Natale dalla suocera, giusto un attimo prima che un meteorite grande come un bus cada su casa vostra!
Perché mi fai questo, Berti? Perché continui a sparare stupidaggini a ripetizione, ma soprattutto perché continui a non parlare dei problemi di cui il Ticino e anche la Svizzera sono vittime? E soprattutto perché non ricordi a tutti che negli ultimi quattro anni, e cioè il tempo in cui il Cantone si è gravemente deteriorato (pensa al miliardo di Lugano e alle 5000 ditte fantasma apertesi proprio in questo periodo), tu stavi al Governo? Ecco perché non ammetti i problemi: vuoi entrare nell'UE così potrai dire che è colpa loro e nessuno vedrà tutto quello che NON hai e spesso avete fatto in questi anni di governo!
Ma non te la farò passare liscia, e come ho fatto per il tuo discorso del primo d'agosto (quello che aveva 150 like, ma poi sono spariti...), prendo l'intervista al Caffè e la riscrivo "alla cazzo" come dice il tuo Schnauzer, Cagnotti... Ma fatta con le mie domande e non con quelle (benché le riprenderò tutte) di Libero D'agostioni, il giornalista che..
Birtoli: "Si decida col voto se lasciarmi ancora a piede libero"
Una libera interpretazione dell'intervista del Caffè a Bertoli
È preoccupato il presidente del governo. Ma non per i recenti attacchi dopo il suo discorso del Primo Agosto, argomento che D'agostioni si è guardato bene dal toccare essendo infatti frontaliere, ma di quelli bastardi, che viene ogni giorno a parlar male dei ticinesi sulle pagine del Cacchè: quel distaccamento ticinese della redazione di Emilio Fede dell'ex TG4. No, a preoccupare Manuele Bertoli è la tentazione isolazionista che rischia di bloccare il Ticino. "Con gravi conseguenze economiche", avverte. E questo come se attualmente lo sfruttamento della libera circolazione (libera assunzione) non abbia avuto gravi conseguenze economiche. E infatti rilancia la sua proposta per un voto popolare sui rapporti con l'Europa: "Bisogna capire se vogliamo davvero rompere con l'Ue. Il 9 febbraio si è votato contro l'immigrazione di massa, ma gli effetti di questo voto sono andati al di là di ciò che chiedeva l'iniziativa stessa. Ora è necessario fare chiarezza". Così almeno dice il tipo, dimenticandosi invece che gli effetti del voto del 9 febbraio, per ora, non hanno ancora prodotto proprio alcun effetto! Ma proprio neanche uno... Nada... Niet... No.
Lei ha più volte denunciato il pericoloso clima di chiusura che si sta vivendo oggi nel cantone, ma mai i pessimi modelli economici che si stanno instaurando al suo interno. Quali sono i rischi maggiori per il futuro del Ticino, oltre alla sua rielezione?
"La voglia di chiusura che si manifesta nel nostro cantone non fa che rafforzare un'analoga tendenza nazionale. Con gravi conseguenze. Il pericolo maggiore è di natura economica. Sono in gioco la nostra ricchezza, il nostro benessere. Questa voglia di chiusura si è espressa anche con un voto popolare, ed è sacrosanto rispettare la volontà del popolo, ma si sono rimessi in discussione i nostri rapporti con l'Ue da cui dipende il futuro della nostra economia. Mi sembra giusto sottolineare questo rischio".
Cioè sta dicendo che ora le cose vanno molto bene e che se invece ci chiudessimo la nostra economia, la nostra (tua!) ricchezza e il nostro (tuo!) benessere ne risentirebbe. Ma così sta spostando il problema dove non è, e sta saltando a piedi pari un malessere evidente presente sul nostro territorio: la disoccupazione, la sostituzione della manodopera, lo sfruttamento del territorio, l'evasione fiscale, le speculazioni edilizie e le infiltrazioni mafiose in Ticino, che non sono propriamente un dettaglio?! Ma lei non ha nessuna intenzione di parlarne, forse per coprire l'operato suo e di alcuni suoi colleghi negli ultimi anni: non sarebbe un bel biglietto da visita per le elezioni, presentarsi con sulla coscienza il fallimento del Ticino... Perciò ha lanciato la proposta di un'altra votazione sugli accordi con Bruxelles?
"Su come garantire il benessere del nostro Paese, la Svizzera è divisa in due, tra chi pensa di difenderlo attraverso l'isolamento e chi pensa invece sia necessaria un'apertura verso l'Europa e il mondo. Due posizioni più che legittime, con i loro pro e contro, ma sarà questo il tema politico principale da affrontare".
Vedo che continua a parlare totalmente a vanvera, in quanto oltre all'isolamento e all'apertura c'è il risanamento! La questione dolorosa che non vuole ammettere è che la conduzione del Ticino negli ultimi anni è stata catastrofica: che il Governo e la politica non hanno trovato modi per monitorare, sviluppare e proteggere l'economia. Per cui ora, non avendo sviluppato nulla di nostro, restiamo senza niente se ci isoliamo, e restiamo senza niente se ci lasciamo inglobare da un sistema prettamente economico-speculativo come è l'UE. Quindi ancora prima di parlare di UE dovremmo sinceramente parlare di quella progettualità, competenza e consapevole guida che al Ticino, e anche alla Svizzera, manca ormai da molti anni. Quindi, per non ammettere il fallimento, volete passare la palla all'UE. Come? Ricorrendo ancora al voto?
"È opportuno farlo nei limiti previsti dalla nostra costituzione ed entro tre anni dalla votazione del 9 febbraio. Quello delle relazioni con l'Ue è un problema cruciale che non può essere liquidato col risultato di una votazione, contro l'immigrazione di massa, che chiedeva una cosa ma che ha avuto anche ben altri effetti. Effetti che oggi sono ben chiari a tutti, c'è la consapevolezza che si rischia di far saltare gli accordi bilaterali. Con conseguenze disastrose per l'economia nazionale di cui pagheranno il prezzo soprattutto i ceti deboli".
Vedo che non si risparmia, soprattutto ventilando conseguenze disastrose per l'economia nazionale di cui pagheranno il prezzo soprattutto i ceti deboli. Come se la sostituzione della manodopera locale con quella frontaliera non sia una conseguenza disastrosa, invece, degli accordi bilaterali soprattutto sui ceti deboli... Crispesss... E dunque?
"Mi pare importante ragionare sull'opzione voto come del resto fa anche il Consiglio federale. Ma ponendo ai cittadini la vera domanda: vogliamo davvero rompere con l'Europa? Altrimenti, senza questo voto, per salvare i rapporti con l'Ue si finirà con l'annacquare quanto chiedeva l'iniziativa Udc, e ciò sarebbe irrispettoso della volontà popolare. Ma non bisogna solo andare a votare, è altrettanto necessario pensare a delle nuove e più incisive riforme che compensino gli effetti indesiderati degli accordi Ue. Misure come, ad esempio, il diritto all'alloggio, una regolazione più efficace del lavoro interinale o per tutelare il diritto al lavoro, che possono essere decise anche dal Cantone".
In pratica tutte quelle misure che in questi anni non siete riusciti ad applicare! Eppoi è molto simpatico come di nuovo sposta il problema da un'altra parte, e cioè rompere con l'Europa. Argomento fra l'alro che non appare né nell'iniziativa UDC, né nella voce del popolo a riguardo. Il problema vero è sempre quello: la politica inefficace che ci ha portati a doverci mettere nelle mani dell'UE perché qui non è stato protetto, sviluppato o costruito nulla di mondialmente concorrenziale. Per colpa vostra! Solo vostra! Ma invece bisogna parlare di altre cose, come ad esempio che in Ticino c'è chi insiste col "muro" al confine con l'Italia, ma l'impressione è che il cantone si stia allontanando anche dal resto della Svizzera.
"Non credo che ci stiamo allontanando dalla Svizzera. Da un lato noi viviamo di fatto un isolamento linguistico e geografico, dall'altro dobbiamo far valere questa nostra situazione specifica, senza però pretendere di essere considerati un caso speciale".
Cioè dovremmo far valere la nostra situazione specifica, uniformandoci all'UE?? Vabbè, andiamo avanti: pensa che la presenza più frequente di ministri federali in Ticino o dello stesso Consiglio federale, come in questi giorni, aiuti a migliorare i rapporti con Berna?
"Certamente sono un buon segnale. Credo che Berna voglia manifestarci la sua disponibilità e per noi è l'occasione per spiegare e far valere quelle specificità di regione di frontiera di cui dicevo prima.
Ma nell'ottica di un interesse comune nazionale".
Cioè vengono qui perché hanno visto che i ticinesi sono più cazzuti di quanto pensassero, e hanno capito che continuare a ingorarli non è buona cosa. Dunque hanno optato per far finta di ascoltarli. Oggi in Ticino sembra prevalere un esasperato localismo identitario alimentato da Lega e Udc, ma che ha contagiato anche altri partiti. E questa la devo dire perché c'era nelle domande originali di Agostioni. Ma so anch'io che il problema non è lì...
"Sono le conseguenze delle elezioni del 2011 che hanno premiato la Lega. Altri partiti, sbagliando, hanno pensato di sintonizzarsi sullo stesso registro politico per recuperare i voti persi. Ma non è solo un discorso di localismo identitario, è anche cambiato il metodo di fare politica. La Lega vive di marketing politico con tanti slogan e pochi contenuti reali, perché così si vincono le elezioni. Ma ciò rende caotico e confuso il confronto politico. Gli altri partiti dovrebbero capire che la gente non vuole slogan, ma soluzioni dei suoi veri problemi".
Certo Burtoli! La gente non vuole slogan! Vuole qualcuno capace di guidarli verso un mondo migliore e non un branco di incapaci, buoni solo a fare danni, o semplicemente a non fare niente, per poi usare tutte le loro energie per dare la colpa dei disastrosi risultati ad altri. E per poi passare la palla ad altri ancora, come all'UE in questo caso: quella, per intenderci, all'interno della quale molti Stati invece di rifiorire sono falliti! Dunque, oltre a non dire che in Ticino i problemi ce li abbiamo già, non dici a quali stiamo andando incontro!
Io, caro Birtuli, ti lascio con un estratto della mail arrivatami dalla lettrice. Giusto perché almeno così Cagnotti non potrà dire che sono un singolo pazzo farneticante: siamo almeno in due!
"Ha tolto i complimenti (isterici, isolazionisti, indecorosamente ostili) ma il succo resta: non è capace di un minimo di empatia verso tutti i ticinesi espulsi dal mercato del lavoro a causa della libera circolazione. niente da fare: noi siamo chiusi, lui ha ragione. parla come un rappresentante di economiesuisse o di una qualsiasi altra organizzazione economica.
ma porca vacca, perfino i consiglieri federali quando vengono in ticino spendono un paio di frasette dicendo che capiscono la situazione ticinese (anche se non è vero), ma a lui, presidente del nostro governo, non gli riesce: sembra davvero che i ticinesi gli facciano ribrezzo".
Mail firmata
P.S. Caso mai lo correggessero, ecco il print screen di Libero D'Agostioni direttamente dalle pagine del Caffè online, sulla mia bacheca di Facebook...
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