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L'analisi (eheheh!): il futuro della telefonia e le manovre dei colossi di Internet

Foto: arch5.com
Tanti anni fa lavoravo al Giornale del Popolo (ehehe: rileggendo, avevo scritto "Giornale del Popo") come redattore e come divulgatore informatico. Un giorno mi chiesero un editoriale sul tema, che però alla fine, grazie all'intervento dell'allora capo redattore politico - l'uomo che il giorno in cui Dio sparse nell'atmosfera simpatia e apertura era sigillato dentro a una camera iperbarica -, finì nella rubrica opinioni. E invece un'opinione non era, anzi: forse sarebbe stato il primo e unico editoriale del Giornale del Popolo a non esserlo. Che cosa dicevo? In un'epoca in cui Internet ce l'avevano in pochi, ci si connetteva con un modem a 33.6 kbit/sec e l'amministratore del GdP, lungimirante, la definiva un "male necessario", io scrivevo che invece sarebbe diventata la rete mondiale su cui molti servizi del presente e altri nuovi nel futuro vi avrebbero transitato. Dicevo che, grazie ai nuovi protocolli possibili su quel tipo di rete, servizi come la radio e la TV sarebbero stati trasferiti su Internet e anche che gran parte di quelli allora fisici sarebbero stati "virtualizzati" (non credo d'aver usato questa parola, però) e spostati su quella, futura, grande rete. Ma più di tutto sostenevo che anche la telefonia si sarebbe prima o poi trasferita lì. E adesso, proprio adesso, sta succedendo su scala mondiale! E per spiegarvelo devo commutare questo post in uno di quelli che tanto apprezzo di LiberaTV, quando all'inizio, per allertare il lettore sulla necessità, durante la lettura, di accendere il cervello, inseriscono la parolina magica "Analisi". E soprattutto quando le fa Bazzi - che a mio parere è uno dei non numerosi giornalisti capaci in Ticino, quando vuole - vale la pena davvero di leggerle. Dunque rubo il concetto, vi invito ad accendere i piani superiori del condominio e a seguirmi in questo visionario, ma non troppo, ragionamento.



Da dove si parte? Si parte da Facebook che scorpora il sistema di messaggistica dal suo servizio e crea un'applicazione dedicata. Ha dato fastidio anche e a me, perché in fondo non mi permette più di gestire Facebook tutto insieme e semplicemente con un browser, ma mi obbliga a installare l'ennesimo software aggiuntivo sul mio sistema. E soprattutto a separare due servizi molto più pratici se integrati. E allora la prima domanda da farsi è come mai Facebook abbia fatto una scelta simile. Ma non rispondo adesso...
Faccio un ulteriore passo e penso all'ultimo acquisto del colosso di Zurkenberg: WhatsApp, per la modica cifra di un miliardo di franchi! E WhatsApp pure è un servizio di messaggistica immediata. Dunque, a questo punto, dobbiamo notare che Facebook è gestore di due servizi di messaggistica praticamente identici. 
E adesso, se volessi essere maligno, direi che si tratta di un'operazione per inglobare gli utenti di WhatsApp in Facebook. Questo quando tra un po', con qualche scusa, Zurkenberg fonderà le due piattaforme in una sola! Insomma: un modo per infilartelo nel didietro, ma entrando dalla bocca... Però non è nemmeno questo che mi interessa: la mai attenzione va tutta l'interesse dei grandi colossi che operano direttamente o indirettamente, ma massicciamente, su Internet per i vari servizi di comunicazione, con testo, immagini, filmati, allegati e, infine, videochiamate.
Se infatti facciamo un passo indietro ancora, arriviamo a Microsoft che compra Skype, e a Google che trasforma e migliora Talk in Hangout. E adesso, sulla mappa, un disegno è piuttosto chiaro: gli operatori presenti in Internet stanno cercando di acquisire e sviluppare sistemi di comunicazione alternativi a telefono, SMS e MMS, che fino a oggi abbiamo usato e stiamo usando attraverso la rete telefonica e non quella di Internet.
Ora dovete fare uno sforzo mentale e pensare che in un futuro la comunicazione tra le persone sarà un pacchetto unico, e concetti come SMS, MMS, e persino telefonata spariranno! Dunque le persone non si telefoneranno più, ma si connetteranno e comunicheranno con il servizio più adatto alla necessità. Dunque, tra qualche anno, sul nostro smartphone non digiteremo mai più un numero di telefono, perché i numeri di telefono non esisteranno più: perché allora saremo in un frattale più grande, e il telefono che prima era l'intero mondo, sarà uno dei servizi possibili per la comunicazione tra le persone. E nemmeno il telefono esisterà più, ma esisteranno (ehm... già esistono) apparecchi multifunzionali connessi, sui quali utilizzare diversi servizi!
Ma se ci pensate è facile. Pensate a un tablet: che cos'è un tablet? È una tavoletta, tradotto letteralmente, cioè nulla che ne descriva una qualsiasi funzione. Un telefono è un telefono perché si telefona; una televisione lo è perché dentro si vede, appunto, solo la TV; ma con un tablet non si può "tablettare" e nemmeno vi si può guardare la tablet, perché la tablet non è un servizio ma una caratteristica fisica. E allora che cos`è questo maledetto tablet? È la funzione che assume quando lo si usa: se ci guardi Zattoo sarà una televisione; se ci ascolti le emittenti Internet sarà una radio; se ci usi Skype sarà un videotelefono, e se lo rompi sulla testa di qualcuno dei nostri politici, sarà un'arma e una benedizione insieme. Idem per uno smartphone, che hanno chiamato così perché "smartcomputer" avrebbe spaventato tutti! Ma in realtà lo è: come il tablet.
E allora sarebbe ora di identificare un nuovo elemento del nostro presente e certificarne finalmente la nascita nel frattale superiore della comunicazione: il computer. Un apparecchio multifunzionale che ne raccoglie tanti in uno: è una macchina da scrivere, è una TV, una radio, un telefono, un navigatore satellitare, un giornale, un libro e tutte le forme che applicazioni e periferiche aggiuntive sono in grado di fargli prendere!
Ecco perché la telefonia come la conosciamo noi, ma anche la TV come la conosciamo noi, la radio, l'informazione e tante altre cose sono destinate a mutare, a evolversi, a integrarsi o a trasformarsi, o anche a sparire. E allora, quando questo gradino evolutivo dovrà essere affrontato, la telefonia per come la conosciamo adesso - la comunicazione tra le persone come diventerà - ci sarà una grande lotta per accaparrasi il mercato e ognuno è intenzionato ad arrivare lì ben preparato.
Ma prima ci sarà da terminare la definizione del frattale più grande, e cioè la nostra univoca identità nel nuovo mondo di Internet. Ci vorrà un identificatore univico, al quale potremo legare a scelta i servizi di comunicazione a noi utili. E se questo lavoro verrà fatto bene, magari non sarà nemmeno necessaria la guerra: ve l'immaginate una identità Internet univoca e certificata alla quale associare poi i servizi desiderati attraverso gli operatori preferiti?
Per la comunicazione sarebbe esattamente come per la telefonia oggi, ma con un pacchetto di servizi più ampio. E a noi toccherebbe solo di scegliere l'operatore: chi Skype, chi Hangout; chi WhatsFacebook (ahahaha!) e via dicendo. La condizione, però, è che come per gli operatori telefonici (Swisscom, Orange, Sunrise eccetera) i servizi comunichino tra di loro. Ecco perché serve un identificatore univoco! E se fate attenzione noterete che pure quelli si stanno già accapparrando: sempre più i vari servizi sparsi in rete tendono a chidere il login con uno dei grossi operatori di Internet. Perché al tavolo delle trattative anche questo peserà. Perché il modello finale, se tutti faremo bene i compiti, sarà un solo login all'accesso di Internet e basta, al quale faranno capo poi tutti i servizi. Servizi, ragazzi, come anche la Posta e lo Stato ad esempio, che si modernizzerebbero, si snellirebbero e diventerebbero molto più efficaci, assumendo questo modello...
Però, almeno in questo nuovo mondo, stavolta proviamo a far le cose per bene e a non litigare: apriamo un team internazionale che coinvolga i vari gestori di servizi e gli Stati e sviluppiamo un modello a identificatore univoco e a link di servizi. Senza litigare, senza danneggiarsi o ostacolarsi e senza fare come sempre vittime tra gli utenti. Facciamolo bene, insieme, proprio per il bene di tutti e anche per ridare un po' di fiducia all'umanità, dimostrando che le nuove generazioni non saranno più quelle degli scontri, dei bombardamenti e delle ideologie estreme, ma saranno quelle di persone impegnate a connettersi, a capirsi, a darsi e a scambiarsi il meglio. Per stare meglio e anche perché, ragazzi, i nostri problemi sono altri, e tra questi il libero mercato e la concorrenza non ci sono.





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