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La nostra realtà è divisa in tante aree, ma le dinamiche che le abitano sono più o meno sempre le stesse: una tra tutte è quella di dare per scontato la disonestà all'interno del nostro sistema. Un esempio è l'Italia, che gestisce il proprio budget, le proprie scelte e le proprie azioni dando per scontato, e accettando dunque, che ci siano 60 miliardi di corruzione e 270 di evasione fiscale. Ma io la stessa logica la vedo anche nel calcio: non sono un appassionato perché non capisco come un calciatore possa prendere ingaggi da 20 milioni l'anno. Magari lo scopritore della penicillina o del vaccino per la poliomielite... Ecco, gente così, al limite, potrebbe reclamare un stipendio simile: proprio per l'impatto di tipi uno-tutti delle proprie scoperte. Ma a uno che prende a calci un pallone su un prato, 20 milioni l'anno io non glieli darei. Ma non è nemmeno quello il punto...
Sono un informatico, dunque una persona il cui occhio traccia sempre relazioni di causa-effetto tra gli elementi in gioco e soprattutto possiede un senso per l'equilibrio dei sistemi. E questo profilo non riesce a capire il senso di una partita di calcio, perché ritiene che, esclusi divari troppo grandi tra le squadre, tutti gli incontri vengano decisi dall'arbitro e dalla capacità di fare o di fingere il fallo giusto al momento giusto. Certo, qualcuno mi dirà che è tattica e che fa parte del gioco: ma io non capisco perché in una partita di 90 minuti io debba vedere gente che strattona e sgambetta altra gente in maniera evidente, ma che se viene beccata dall'arbitro fa la faccia stupita e magari s'incazza anche. Stesso discorso per quelli che si buttano a terra come se gli avessero sparato, ma che se nessuno li caga si rialzano lesti e ripartono alla rincorsa del pall... del fallo giusto.
E lo spettacolo è quello: tra una decina di secondi di gioco e l'altra ci sono dei poverini che fanno o simulano falli per 90 minuti, e il risultato, spesso quello della partita, dipende dalla qualità e dalla quantità di questi falli e soprattutto da quanti vengono visti dall'arbitro e da come questi decida di intervenire. Dunque il calcio c'entra poco! La dinamica è: io provo e fregare te e tu provi a fregare me. No, bello!
Il tutto senza contare la corruzione, presente in forze lì dentro e spesso incollata a qualche giocatore o a qualche arbitro. Determinando così il risultato delle partite, cioè il risultato delle... SCOMMESSE! Ma tutti questa componente la si dà per scontata: sento spesso dai commentatori frasi tipo: "Se avessero assegnato il rigore..." o "Se l'arbitro avesse fischiato il fallo..." e via dicendo. Che però, tradotte, tutte queste frasi vogliono semplicemente dire che il risultato sarebbe stato diverso! E hai voglia!
E allora come si fa? Ci vuole un giro di vite, perché se una volta il protagonista del gioco (gioco!) del calcio era il calcio, oggi sono i soldi. Quindi bisogna mettere delle regole affinché questo elemento sia espulso dal sistema. Ad esempio con una regoletta come questa: se tocchi un avversario una volta parte un richiamo, la seconda il cartellino giallo e la terza quello rosso. Così non vedremmo più scene ridicole di giocatori che si aggrappano alla maglietta dell'altro, poi gli fanno uno sgambetto e poi guardano l'arbitro con la faccia di uno che dice: "Io? Non c'ero neanche: ero nell'altra metà campo...".
Ma non è un insulto alla nostra intelligenza tutto questo? E non è un insulto vedere, in altre discipline, atleti costretti a doparsi per restare nel circuito, inseriti in intrallazzi inimmaginabili di sponsor e scommesse?
Ma come per il resto del mondo la colpa è nostra, che accettiamo tutto questo come fosse normale, e soprattutto degli atleti, il cui compito sarebbe quello di fare muro compatto di fronte a questi andazzi.
E invece, sempre sotto la magica formuletta de "Il mondo ormai è così", nessuno reagisce. Anzi, tutti accettiamo, nel calcio ad esempio, di vedere solo quei piccoli blocchi di 10 secondi per volta in cui si gioca a calcio tra un fallo e l'altro. Beh, ci accontentiamo di poco, soprattutto se pensiamo che ad ogni partita, tra allenatori e giocatori, in campo c'è ogni volta circa mezzo miliardo di soldi nostri. Messi lì affinché gli attori possano fare il loro show.
Beh, ma se ci va bene così: buoni Mondiali a tutti!
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