Per un po' sei patriota e segui le vicende ticinesi con speranza e con quel po' di fette di salame sugli occhi che la tua appartenenza al territorio ti impone nel guardare gli ipotetici tuoi simili che governano e amministrano il Cantone e le sue città. Quindi, un po' di volte ogni giorno, davanti alla cronaca, ti devi dire cose tipo: "Ma no, dai, non hanno fatto apposta...", oppure "Non potevano fare altro...", o "Sono stati raggirati...". Ma poi, davanti a certe evidenze, ti devi rassegnare e devi farti l'unica domanda sensata in un contesto così: ma quegli sfigati del Municipio di Lugano devono proprio accorgersi quando l'hanno montato che il marmo verde del Guatemala ha trasformato il LAC in un ridicolo puzzle di placche colorate diverse, che sembrano quelle pareti rifatte nell'arco di cinquant'anni inserendo di volta in volta una pezza un po' diversa dalle precedenti, ormai scolorate dal sole e dallo smog? No, bello!
Poi leggi un po' di articoli e cominci a renderti conto che nessuno sapeva bene tutto: ognuno era responsabile di un pezzetto del puzzle, ma mai di una porzione sufficientemente grande per vedere quello che realmente stava succedendo. Tanto che il capolavoro hanno dovuto montarglielo davanti ed esporlo alla popolazione affinché qualcuno del Municipio gettasse un occhio sul fiore all'occhiello della città e capisse che, come ha affermato Borradori: "Così non va". E che cazzo: certo che così non va!! Ho un dossier sul LAC che mi occupa un Hard Disk intero e non ritengo possibile che il sindaco di Lugano si accorga che "così non va" dopo che gli costruiscono in mezzo alla città una gigantesca errobile scacchiera di marmo verde del Guatemala (forse!), che guarda fuori così perché forse sostituito all'ultimo momento dal fornitore del fornitore del fornitore, nei soliti giri alla EXPO 2015, di cui nessuno sapeva bene niente.
Ma io non capisco: non riesco a considerare irrilevante il mostruoso indebitamento di Lugano, ragione per cui la propria amministrazione dovrebbe alzarsi lesta alle cinque di mattina e lavorare diciotto ore il giorno per riprendere il controllo della città e soprattutto riguadagnare la stima dei cittadini! E invece non sanno un cazzo di niente di quanto succede sul loro territorio, o se lo sanno non realizzano, o se realizzano e fanno finta di niente significa che stanno dalla parte sbagliata. Ma, alla base del mio pensiero, c'è che l'amministrazione di una città è un lavoro e questi l'hanno fatto per anni e lo stanno facendo alla stracazzo di cane! E non parliamo di un'azienda con sette impiegati che costruisce cavatappi, ma di una città con 55mila abitanti! Di una fetta grossa del Ticino: che richiede cura, attenzione, professionalità e competenze! Quanti punti esclamativi...
Ora, non vorrei fare il lavoro di altri, ma mi chiedo se il nostro rinato Parlamento non possa iniziare a pensare a qualcosa di affine a un commissariamento della città. Per un solo motivo: per fermare questi andazzi. Perché bisogna fermare una serie di abitudini acquisite, ma non legittimate dal popolo, da chi occupa posti di potere qui in Ticino. Lugano è stata ed è tuttora amministrata male! Malissimo! Perché molti, troppi dei suoi amministratori non si occupano seriamente di lei: per altri interessi, per incapacità o per errate modalità acquisite.
Fatto sta che, io già da un po', ma sempre più persone si stanno accorgendo che dietro all'autorità del potere di cui siamo stati vittime per anni, si nascondevano menefreghisti incapaci, che ci hanno danneggiati! Va a finire che se il Parlamento non interviene, prima o poi i cittadini inizieranno a intentare cause nei confronti dei propri amministratori. Per inadempienza!
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