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Percy Barnevik: sei un ladro! 148 milioni di franchi, un record europeo!


Dalle mie antiche collaborazioni con la rivista Il Diavolo...


I tempi cambiano, e con loro anche il significato delle parole che usiamo. Tanto che il Garzanti - quello online per la precisione - ha arricchito la definizione di “ladro” con una moderna quanto utile estensione: “chi richiede prezzi o compensi eccessivi, sproporzionati”.

Ora, su una cosa dobbiamo essere d’accordo tutti: 148 milioni di franchi sono un compenso eccessivo. Giocando ancora con il dizionario scopriamo infatti che “compenso” è “ciò che serve a compensare, a equilibrare”. E se pagare uno 148 milioni di franchi è sintomo di equilibrio, allora il giorno che farete uno stronzo da due tonnellate e seduti sulla vetta vi chiederete se sia normale, dovrete rispondervi per forza di sì.
Ma uno stipendio di 148 milioni non è solo eccessivo, è anche sproporzionato: bisognerebbe avere il coraggio di affermare che esista una prestazione per la quale si possa chiedere una cifra simile. E, se siamo bene informati, ci pare che la ABB non sia per nulla in un periodo di splendore e prosperità. Tanto più che la faccenda non si limita al concetto di un gruppo di imbecilli (il consiglio di amministrazione) che si fa fregare l’equivalente del prodotto interno lordo di uno stato africano. Il fatto è che, secondo la cronaca, mica tutti gli imbecilli sapevano a quanto ammontasse la buona uscita di Barnevik. Tant’è che stanno cercando di riaverne almeno una parte (non è commovente? Che bravi…). E già che ci sono dovrebbero chiederli indietro anche all’altro top manager che ha abbandonato la poltrona dell’ABB insieme a Percy: stiamo parlando di Göran Lindhal, il quale ne ha intascati solo 85 di milioni.
E comunque, c’è un altro elemento a sostegno della nostra tesi: il compenso di Percy (si legge “persi”, così come i soldi che gli hanno dato) Barnevik è un record europeo. Ed è per questo che ci sentiamo di applicare l’estensione del Garzanti: perché in tutta Europa non c’è un manager più pagato di lui.
E se ci pensate è anche normale: immaginatevi di andare in un negozio a prendere sei pomodori e, al momento di pagare, la cassiera sorridente risponde al vostro “Quant’è?” con un bel “Quattromiladuecentosette. E novantacinque!”. Non vi verrebbe da dare del ladro a qualcuno?
Ma non è finita: quei 148 milioni di franchi l’ABB deve averli presi da qualche parte. Non ci piove. E allora, dove li ha presi? Ha maggiorato i costi dei propri prodotti e servizi. O meglio, non li ha maggiorati: semplicemente non li ha diminuiti come s’imporrebbe se avesse manager più onesti. O peggio ancora li ha “recuperati” speculando sugli stipendi del personale non facente parte dell’Olimpo.
Però non è giusto: mettiamo che Il Diavolo voglia comperarsi una turbina (il loro prodotto di punta) da mettere in giardino, qui a Robasacco, giusto per arricchire questa terra d’artisti con un gadget originale. Al momento di pagare, il venditore, se fosse onesto, dovrebbe dirci che nel prezzo sono compresi un paio di milioncini preposti all’abbondante nutrizione del loro big manager (o pig manager?). E a quel punto, noi personcine attente ai soldi che spendiamo, la turbina non la compriamo più. Anzi, pensate come cambierebbe il mondo se applicassimo lo stesso criterio per tutti i prodotti che acquistiamo!
Per tornare alla nostra turbina da giardino, a pensarci bene potremmo anche comprarla. Ma nel contratto di acquisto ci deve essere una clausola per cui, per i prossimi vent’anni, se uno qualunque della nostra redazione dovesse morire per qualsiasi causa, l’ABB ci manda Percy Barnevik in persona, che provvederà alla resurrezione.

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