Sono uno dei felici possessori e cultori del mezzo di trasporto più ecologico del pianeta: le gambe! Oltre a questo magnifico propulsore, per i miei spostamenti integro una bicicletta; che con qualche mezzo di trasporto pubblico quando piove e per le lunghe distanze fa un ventaglio piuttosto salutare ed efficace di mezzi per percorrere i miei ragionevoli spazi. Però, quando con la bicicletta ti devi muovere tra le auto, come d'incanto diventi da trasparente a invisibile. Così, in meno di due settimane, rischi di essere investito tre volte.
Colpa degli automobilisti? In parte sì: in pochi riescono a ricordarsi che benché si sia seduti in un'auto, la strada non ospita solo propri simili, ma anche moto, scooter, bici, pedoni ai lati o in mezzo che attraversano, gatti che attraversano, uccellini che mangiano... Ecco: non solo vostri simili; non solo auto!
Poi, però, la colpa è anche di quei tipi un po' intellettuali, che parlano difficile, biascicano di arte, buttano lì qualche citazione, ma poi fanno i marciapiedi ai lati delle strade e i passaggi pedonali in mezzo (130 pedoni investiti l'anno solo in Ticino e 60 il giorno in Italia!!!) e le piste ciclabili sulla corsia gialla d'emergenza, nella stessa direzione di marcia delle auto: così sei sicuro che la tua vita possa dipendere solo dall'attenzione dell'auto che ti sta per affiancare e superare!!! Quant'è che vi pagano all'ora??
E comunque, essere seduti su una bicicletta e dover seguire i percorsi e le logiche disegnati e concepite dai geni qui sopra, è ogni volta un'esperienza all'insegna del "chissà se anche stavolta porterò a casa la pelle?". Dove sta il problema? Che le cose cambiano! Che cent'anni fa sulla strada ci girava quanche carrozza, qualche motoretta, qualche auto e qualche pedone, e per un po' si è pensato che tutti quanti potessero convivere. Poi, a un certo punto, notata la sovrapopolazione e la pericolosità della convivenza, qualcuno avrebbe dovuto proporre, nella pianificazione della città, un modello in cui mezzi pesanti e mezzi leggeri non si incontrassero mai. Ma pensate che flippata progettare una città con ponti, sottopassaggi, vie alternative e via dicendo, in maniera che i nostri figli possano andare a scuola e tornare regolarmente interi a casa la sera; dove quando le famiglie vivono la città con le carrozzine e i figli piccoli non debbano spostarsi tra polveri fini, monossido di carbonio e chissà che altro! Ma ci pensate? Evidentemente no.
Eppoi ci vorrebbe una bella sensibilizzazione per i conducenti: quello che l'altro giorno, in colonna, quasi mi spiana sulle strisce pedonali stava "guardando l'auto davanti"; quella che è uscita dallo stop giovedì guardava solo se arrivassero altre auto; e quello che si è silurato fuori dall'incrocio lunedì non guardava un cazzo di niente e avrebbe centrato anche un autobus...
La conclusione è impietosa: abbiamo una pianificazione cittadina malsana per quello che respiri e pericolosa per la logistica; popolata da gente alienata, preoccupata, altrove con la testa e di fretta! E da questo torpore ci si sveglia solo ogni tanto, quando qualche povero essere umano viene falciato sulle strisce pedonali o mentre aspetta il bus, senza nessuna logica. Poi tutto passa, tranne nelle famiglie in cui l'essere umano "falciato" mancherà per sempre...
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