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La musica improvvisata: il corpuscolo che diventa onda

Era una seconda quarta liceo quando all'iscrizione per il seminario opzionale, dopo filosofia come prima scelta e psicologia come seconda, misi per ridere una crocetta su quello di fisica: l'unico anno in cui saltarono i seminari di filosofia e di psicologia! Mi trovai dunque a dover affrontare una materia che non seguivo più da anni se non concettualmente e ad immergermi nel tema del "dualismo onda-corpuscolo". Ora, non l'avevo capito io, figuriamoci se riesco a spiegarlo adesso a voi, ma quello che ci serve per affrontare il tema della musica improvvisata lo peschiamo, empiricamente, proprio di lì.


Il dualismo onda-corpuscolo, in supersintesi, si riferisce al fatto che le particelle elementari della materia, come l'elettrone o il fotone, mostrano una duplice natura, sia corpuscolare sia ondulatoria. Che ridetto sbagliato ma in maniera comprensibile potrebbe suonare come, ad esempio, che le note hanno una natura in quanto tali, ma che quando prendono vita (si muovono) e diventano musica, ne hanno un'altra. Allo stesso modo un musicista ha delle caratteristiche umane in quanto tale, ma quando suona diventa musica. E allora, per me, la musica improvvisata, ma la musica in generale, inizia dove il musicista, dove l'uomo, trascende se stesso.

Vi dico questo perché è esattamente l'esperienza che provo quando capita che la Signora Musica arrivi sul palco e, se non trova indivdualità ad opporsi, trasforma i corpuscoli che sono lì a suonare nell'onda della musica. E il corpuscolo, il musicista, scopre e si porta nella sua seconda natura, quella dell'onda, di cui può solo percepirne la grandezza, farne parte e scorrere senza opporre resistenza secondo una volontà più grande e più forte di quella nostra individuale. Nella musica improvvisata in particolar modo questa dinamica, a mio avviso, è l'unica a poter portare risultati, soprattutto all'interno di una band, di una collettività.

Ma allora che cos'è la musica improvvisata? Ce ne sono di due tipi: una potrebbe essere descritta dal jazz, dove su una forma definita si improvvisano degli assoli; l'altra è l'improvvisazione libera, dove sparisce pure la forma definita. Dove, in fondo, costruisci nel vuoto!
Per quanto mi riguarda, in quest'ultimo contesto tendo a considerare il mio strumento come un generatore di suoni, cancellando tutto il resto: note, armonie, tempi, ritmiche... Solo suoni! Così l'anima non ha la limitazione del codice, e della sua trasformazione in codice, per esprimersi. E quando il miracolo avviene, quando riesco a trascendere l'uomo che mi abita, posso danzare insieme con la Signora Musica e sentirmi parte e respirare insieme al creato. Insomma, la magia!

E fin qui è la mia misera, ma onesta esperienza. Per capire davvero che cosa sia la musica improvvisata, o meglio ancora l'improvvisazione, vi proporrò una serie di post dove andremo a presentare i protagonisti di questo mondo e la loro musica. Intano, ma solo come assaggio perché di Joëlle Léandre ho intenzione di parlare ancora a lungo, vi propongo i primi minuti di un workshop di una settimana tenutosi qui in Ticino nel 2008. Uno dei grandi eventi organizzati dal CircoRu, altra entità di cui probabilmente non sapete niente e che mi permetterò di presentarvi dettagliatamente molto presto. 
Ecco dunque l'estratto di Joëlle, uno dei massimi esponenti della musica improvvisata a livello mondiale. Ho avuto la fortuna di conoscerla e, per farvi capire che l'arte presuppone grandezza, vi riporto un aneddoto. Una sera stava parlando della sua vita e ci raccontò di aver avuto un terribile incidente automobilisto, in cui l'auto prese fuoco e lei rischiò di morire. Passò molto tempo in ospedale per le ustioni che aveva riportato e riprendersi non fu per nulla facile. Mentre ne parlava tra me e me dicevo quanto fosse terribile un'esperienza del genere e soprattutto quanto potesse segnare una persona. Ma, alla fine del racconto, la signora Léandre mi guardò severa negli occhi e con orgoglio e persino un sorriso, mi disse: "J'ai reçu le feu!", che tradotto suona: "Ho ricevuto il fuoco"! Beh, guardatela...



E dopo che ne ha parlato, della musica improvvisata, vi propongo un estratto di uno dei tanti progetti di cui Joëlle Léandre fa parte: Les Diaboliques, un trio formato, oltre che da Joëlle, anche da quella fantastica pianista che è Irene Schweizer e dalla cantante Maggie Nicols. Sono tre donne fantastiche, libere, divertenti, divertite e che, a mio avviso, rendono benissimo, forse in uno dei suoi contesti più ampi perché oltre alla musica è coinvolta anche la componente teatrale, quello che è l'improvvisazione. A voi...
        

Poi, sempre perché mi piace il basso, vi propongo un estratto di Peter Kowald, un'altra pietra miliare dell'improvvisazione e del basso. Parlerò anche di lui, perché si deve e perché mi piace moltissimo!
     

Il video seguente, l'ultimo per ora, è di Fred Frith: altro magnifico esponente dell'improvvisazione. Questo video è particolarmente didattico, oltre che bello naturalmente, per capire il concetto di strumento come generatore di suoni. Sorpattutto nel campo dell'elettrico le possibilità sono quasi infinite...  
      

Spero di avervi almeno messo un po' di curiosità. Come tutte le cose nuove ci vuole del tempo per conoscerle abbastanza da poterle amare, ma sono pronto a scommettere che pian piano qualcuno di voi si innamorerà dell'improvvisazione, perché in fondo è libertà!   

    

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