Questo racconto narra della storia dell’uomo e di come questa stia per cambiare grazie a… Non ve lo dico: scopritelo!
Tanto tanto tempo fa gli uomini camminavano tutti
ordinati in fila indiana verso il futuro. Davanti stava il più anziano e via
via gli altri lo seguivano in ordine anagrafico.
Un giorno, non si sa perché, il primo della fila si
fermò, si girò e rivolgendosi al secondo disse:
“Guarda un po’ lì dietro che ti è caduto il portafogli…”.
Quando il secondo si girò e si chinò per cercare il
portafogli, il primo gli si avvicinò e… ZOT, diciamo che gli si appoggiò
ergonomicamente sul dorso.
A quel punto il secondo aveva due scelte: uscire dalla
morsa, girarsi e chiedere spiegazioni del gesto al primo, oppure, probabilmente
per la vergogna di dover ammettere di esser stato gabbato, equilibrare la
bilancia riportando la stessa azione sul terzo.
Quest’ultimo poi era lì a ridere, perché aveva visto
tutto. Ed è per questo che il secondo gli disse:
“Bravo, fai bene a star lì a ridere per quello che mi è
successo intanto che quello dietro a te sta pensando alla stessa cosa di quello
che stava davanti a me… Non era vero, ma una controllatina…
E di lì fu solo un esercizio di creatività…
Finché un 9 febbraio il penultimo della catena si è
rivolto all’ultimo, che era un ticinese, e gli ha detto:
“Guarda un po’ lì dietro che ti è caduto il portafogli…”.
Il ticinese è rimasto un po’ perplesso e dopo un attimo
gli ha risposto:
“Sono cinque anni che non ho più il portafogli perché non
ho più soldi da metterci dentro. Regolarmente devo fare la spesa per due perché
tu, camminando a culo indietro hai sempre la bocca rivolta e vicina al mio
piatto. E io che di principio sono accogliente ti offro ogni giorno la cena.
Poi ho poco tempo per lavorare perché passo tutto il mio tempo a potare le
piante, che sennò diventano una giungla: da quando tutti state a 90 gradi
nessuno si occupa più di quello che succede sopra il metro e venti… Ecco, no,
io non mi giro. Piuttosto girati tu e pian piano giriamoci tutti e andiamo a
chiedere finalmente al primo che cosa gli sia passato per la testa quel
giorno”.
E lì iniziò la vera storia dell’umanità.
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