di Sergio Savoia
Il post di ieri ha fatto un po' di rumore.
È stato presentato da alcuni siti con la lettura
"Savoia se la prende con gli ex-colleghi". Palle. Io me la prendo con
chi comanda, non con chi lavora. Perché, perfino quando uno lavora male, è
perché qualcun altro glielo permette...
Una cosa che spesso ci si dimentica è che la RSI, cioè la
Radiotelevisione Svizzera di Lingua Italiana, è di tutti noi (invece sì, non
ridete, niente sarcasmo, è così porca padella).
È di tutti noi che la paghiamo con la famosa tassa di
ricezione che, sia detto per inciso, è obbligatoria. Cioè, pure se non
guardiamo neanche cinque minuti di televisione, la dobbiamo pagare lo stesso. E
allora, visto che la paghiamo, dovremmo avere un po' di voce in capitolo sulle
sue scelte. E avremmo il diritto di vederla gestita in maniera professionale e
competente.
Non bastando ciò, cioè la tassa di ricezione che tutti
paghiamo, la legge permette alla RSI di raccogliere anche pubblicità (e lo fa
praticando un vero e proprio dumping delle tariffe, a scapito degli altri
attori sul mercato che possono finanziarsi SOLO o prevalentemente con la
pubblicità).
Ora, cosa deve assicurare in cambio di questa situazione
privilegiata, la 'nostra' RSI?
Equità, informazione indipendente, programmi di qualità,
ecc. ecc.
In Ticino (o se vogliamo sostenere la finzione regionalista,
nella Svizzera Italiana), a vegliare su questi principi c'è la CORSI. Ossia la
Cooperativa per la Radiotelevisione nella Svizzera Italiana. Che bel nome:
'cooperativa'. Vengono in mente altri tempi: contadini che si auto-organizzano,
Pelizza da Volpedo, il quarto stato. Una benemerita cippa. La CORSI è un
acculatore di partiti: lo strumento con cui le solite cerchie politiche tengono
le loro maledette zampe su una proprietà pubblica.
La CORSI è il terreno d'elezione di una spartizione
partitica che fa sembrare il Cencelli una specie di Manuale delle Giovani
Marmotte.
L'assemblea regionale è composta di tutti i soci. Essa
elegge il consiglio regionale, il quale a sua volta elegge il comitato del
consiglio della CORSI. Come potrete facilmente immaginare, sia nel consiglio
regionale sia nel comitato c'è pieno di persone che hanno un'intima e profonda
conoscenza del mezzo, giusto?
Sbagliato.
Ecco i membri del comitato CORSI: Luigi 'Ubiquitas'
Pedrazzini. Sì, sempre lui, quello che coordina la presenza ticinese a
EXPO2015. Uno tanto onnipresente che mi aspetto di vederlo in campo come
centravanti della Svizzera a Brasile '14.
Poi, Anna Biscossa i cui meriti radiotelevisivi consistono
nell'essere una ex presidente del PS.
Seguono Michele
Foletti e Paolo Sanvido della Lega. Comptenze radiotelevisive? Forse guardano
la tele ogni tanto.
Continuando con questo caravanserraglio di competenze troviamo
un altro ex-consigliere di stato, Gabriele 'Congiuntivo' Gendotti e Giorgio
Giudici (risp: avvocato e architetto, ex sindaco di Lugano, ex cementificatore,
ex indebitatore di città). Dulcis in fundo, Fabrizio Keller (che in quanto a
ubiquità promette bene anche lui), perché al Grigioni Italiano bisogna pur dare
uno strapuntino qua e là.
Questi sono quelli che dovrebbero "stabilire la
politica dei programmi perseguita dalla RSI nonché la distribuzione delle
risorse finanziarie (...)" Sempre loro possono "proporre la nomina
dei responsabili dei programmi dell'unità aziendale e del direttore".
Insomma, semplificando, sono quelli che comandano.
Ma andiamo a vedere quelli invece che rappresentano "l’utenza radiotelevisiva
e (hanno) il compito di analisi e critica nei confronti dei prodotti RSI".
Almeno lì, nel famigerato 'consiglio del pubblico' trionferanno di certo
competenze e capacità di analisi, n'est-ce pas? Guardate da soli, andando su
questo link. Non lo pubblico sul blog, questo elenco di premi scienziati dei
media, perché mi verrebbe un po' il nervoso.
Visitando il link potrete verificare che perfino il
consiglio del pubblico è eletto semplicemente su base partitica. Competenze? Un
optional. Diciamo che se uno è capace di leggere e scrivere, rappresenta un
elemento preferenziale. Ma secondario rispetto alla fedeltà partitica.
Ora, stupisce davvero che con questi al timone, che scelgono
quegli altri che poi giornalmente devono condurre la navicella, ci sia qualche
problema alla RSI?
Quando, in questo paese, libereremo finalmente gli enti
pubblici e para-pubblici dalla soffocante invadenza dei politici? Quando la
smetteremo di trattare consigli d'amministrazione o organi societari pubblici e
para-pubblici come posteggi per ex consiglieri di stato, ex-presidenti di
partito o trombati di lusso? Quando finiremo di infarcire questi consessi
cruciali e strategici (e oltretutto finanziati dal contribuente) di mediocrità
che hanno l'unica benemerenza di essere del partito giusto?
È ora di finirla. Fuori i partiti dalla magistratura,
dall'AET, dall'EOC, dalla RSI, e via dicendo. Non basta sostituire i vecchi
culi con culi nuovi. Bisogna che i gioielli pubblici siano gestiti da persone
competenti. Perfino in Ticino non dovrebbe essere così difficile trovarne qualcuna.
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