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Dal Blog del Savoia - I salari minimi e l'infarto (finto) di Regazzi

di Sergio Savoia

Nella vita bisogna guardare il centro ma anche i contorni. Perché spesso è proprio il contesto a dare senso all’oggetto.  È così anche per i salari minimi: se il contesto è quello dell’economia, allora 4'000.- franchi al mese sono troppi; se il contesto è la vita di una persona e l'uso della maggior parte del proprio tempo, allora 4'000.- franchi bastano a malapena. E nemmeno per tutti i lavori, perché ogni lavoro è importante per la vita, e ora ve lo dimostriamo, con questo apologo degno di Menenio Agrippa (lasciate perdere, non è importante…)

Prendiamo la tesi, molto in voga, che vuole che le differenze salariali tra un meccanico e un importante imprenditore prestato alla politica siano perfettamente giustificate? Vai con l'apologo!

Sfumatura, musica di sospensione, il mondo scintilla, la camera stacca su un panorama idilliaco: Acquarossa nel 2025.

È una giornata così bella che il nostro Fabiuccio Regazzi, uno dei più impegnati sostenitori del no ai salari minimi nel 2014, trovato un po’ di tempo libero tra un impegno politico e l’altro, decide di farsi una passeggiata in Valle di Blenio, uno dei pochi luoghi rimasti quasi incontaminati dopo che l'ultima zolla verde del Cantone è stata coperta di catrame il 26 luglio 2018, alla presenza delle massime autorità dello stato e della chiesa.

Il buon Regazzi si fa dunque una passeggiata nella splendida valle e a fine pomeriggio opta per una cenetta in una delle poche trattorie DOC ancora rimaste: polenta con spezzatino, Regazzi si strafoga come se non ci fosse un domani.

Purtroppo la vita nei consigli di amministrazione non fa bene alla circolazione, e dopo la passeggiata pomeridiana nei sentieri ripidi dei boschi e l’epica mangiata, ecco l'evento cardiaco inatteso. Infarto del miocardio. Merde, come direbbero quelle checche di francesi!

Stramazza lì, ai piedi del tavolo della trattoria. Per fortuna il cameriere (3126 franchi al mese, al netto) interviene subito: fresco di corso samaritani  esegue un magistrale massaggio cardiaco al fortunato politico e gli evita di spegnersi subito come una fiammella. Tutti ora penserete che in fondo Regazzi gli è andata di lusso: ad Acquarossa c’è un ospedale, quindi basta trasportarlo dall’altro lato della strada e i medici potranno subito iniziare a curarlo…

Invece no: per contenere i costi, nel 2021 l’ospedale di Acquarossa è stato trasformato in un centro d’accoglienza per personale medico rimasto senza lavoro. Quindi si deve andare fino a Bellinzona: il cuoco (3250.-/mese, salario d'entrata) chiama la centralinista dell’ospedale (2800.- mese,frontaliera del VCO) che allerta i paramedici…

L’ambulanza arriva abbastanza velocemente perché, fortunatamente ,il paramedico che la guida (4600.- franchi al mese) è un ottimo pilota. Nell’entrare però nel piazzale dell’osteria, una ruota sfrega un bordo del marciapiede e si buca. Che sfiga! Ma al nostro ormai fortunatissimo Regazzi va ancora bene, perché seduto al bar c’è un meccanico (4598.- mensili, più uso gratuito delle macchine dei clienti): come ogni buon bleniese si offre di aiutare e in un minuto sostituisce la ruota e l’ambulanza può ripartire.

L’ambulanza sfreccia a oltre 150 chilometri orari verso l’ospedale. Un confort reso possibile, certo, dagli ingegneri che hanno disegnato l’ambulanza (13'500.- al mese, in outsourcing) e, non dimentichiamoci (!), la strada, ma allo stesso modo da chi l’ambulanza l’ha assemblata (1200 euro al mese); da chi ha lavorato nell’azienda che produce i pneumatici (2852 zloty polacchi, equivalenti a 681 euro al mese), ma anche i sedili…

E mentre si corre veloce un pensiero deve andare anche a quelli che d’estate, sotto il sole, tutto il giorno, stanno lì con il badile, con il “marciapic”, con il rullo e con i camion a mettere giù catrame (3600.-/mese); a fare un lavoro durissimo e importantissimo affinché le auto scorrano lisce, come l’ambulanza sulla quale sta Regazzi.

Certo, perché se il tragitto doveva farsi in sella a un asino, nei boschi, Regazzi faceva in tempo a morire e rinascere come figlio dei paramedici prima di arrivare a Bellinzona!

Dentro all’ambulanza, appunto, ci sono due paramedici: uno lo massaggia ancora e l’altra gli infila una flebo, fatta da un ago che qualcuno avrà costruito, da un tubo e da una sacca di plastica, costruito da qualcun altro probabilmente in Cina! E qui dobbiamo proprio dire che Regazzi è nato con la camicia (assemblata in Romania): fino a ora la maggior parte delle persone importanti (importanti!) che hanno contribuito a salvargli la vita vive sotto la soglia del salario minimo! Ma hanno fatto un lavoro importante, no?

Poi si arriva in ospedale: quell’edificio che qualcuno ha progettato, ma che è stato costruito dalla fatica di un sacco di persone… under 4'000.-. E solo dopo che avranno estratto Regazzi  dall’ambulanza, lo avranno portato al pronto soccorso dove un medico generico lo avrà stabilizzato (finalmente), solo dopo appunto Fabio R finirà nelle mani del suo simile, importante cardiologo, che assieme a un gruppo di anonimi infermieri, anestesisti e altri ancora, gli metterà un bypass.

Insomma: chi lo ha deciso che un manager debba guadagnare decine di milioni l’anno e un meccanico o un centralinista di un ospedale no? Lo hanno deciso i manager!

Adesso, per una questione legata all’umanità e non all’economia, il popolo dovrà decidere che il prezzo minimo per la maggior parte del nostro tempo da svegli debba essere almeno 4'000.- franchi lordi (!) il mese. Che significa 3600 franchi mensili su tredici mensilità! Partiamo di qui e all’economia diamo il compito di adattarsi, semplicemente lucrando meno. Solo lucrando meno: nessuno muore di fame se invece di 3 mega ville ne ha una sola.

Al massimo muore d’infarto! 

http://blog.savoia.ch/


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