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Visualizzazione dei post da luglio, 2016

La sconfitta globale

Ormai ci si sente stupidi a mettersi davanti a una tastiera e voler dire ancora qualcosa su questo mondo. Un camion si è lanciato tra la folla. Per Hollande è “sicuramente terrorismo”; mentre per altri si fa strada l’ipotesi del disgraziato, con tre figli, un divorzio, tanta miseria e disperazione. E comunque stiano le cose parliamo di persone che abbracciano l’estremo perché “non ci stanno più dentro”. E a mio avviso è proprio questo non starci più dentro su cui dobbiamo pensare: molti di noi non ci stanno più dentro coi soldi; altri sono così bistrattati che non ci stanno più dentro con la rabbia; altri, esclusi, non ci stanno più dentro con la sofferenza, e altri ancora non ci stanno più dentro con la testa, perché è ancora tutto da dimostrare che un mondo impazzito non generi a sua volta dei “pazzi”. E allora dobbiamo per forza capire che i nostri tempi, quelli della globalizzazione, hanno portato essenzialmente a una sola certezza: la globalizzazione della sconfitta!

La Sinistra contro!

Basterebbe dire che Craxi era socialista, o che lo sono anche Renzi e Hollande, ma ormai mi sento di estendere l’esistenza di un grosso baco a una buona fetta della sinistra: quella che in questi giorni sta tappezzando le proprie bacheche di una strana campagna contro la legge anti Burka. Una campagna che non esisterebbe se l’area politica storicamente impegnata nella difesa dei diritti umani capisse che costringere le donne a portare il velo per tutta la vita non è un diritto ma di fatto una privazione della libertà. E invece la “campagna contro” esiste eccome, perché una buona fetta della sinistra ormai non è più configurata in difesa delle ideologie socialista, ma si è trasformata in una specie di setta anti destra, che a priori la combatte, qualsiasi sia il tema. Così tanto contro a priori che ci tocca di vedere una sinistra impegnata appunto nell’assurda difesa di una sottomissione che per l’occasione viene chiamata libertà. Invece il tema del Burka è uno spunto enorme

Ti muovi negli orari di punta? Allora paghi!

Ormai dopo Paminchia che voleva introdurre i corsi di tiro alla scuola dell’obbligo e Birtoli che voleva comprare la clinica Sant’Anna credevo di averle sentite tutte. Invece scopro che l’universo ha limiti ovunque tranne nella produzione indefessa di cazzate. E infatti il nostro Consiglio federale su al Mercatino di Berna è riuscito a spararne una che nemmeno il Beltra sotto anfetamine sarebbe capace… Fatto sta che il nostro Scompiglio federale è riuscito a superare tutti, sparando un cazzatone al limite dell’incredibile: il “mobility pricing”! Si capisce subito che è una cazzata perché è detta in inglese: non so perché ma a quanto pare i concetti espressi in inglese sembra abbiano una valore aggiunto notevole nell’impattare le menti neanderthaliane del popolo, ragione per cui la comunicazione viscida della politica ne fa un uso spropositato. Fatto sta che questo avanguardistico “mobility price” significa che se usi parcheggi o mezzi pubblici durante gli orari di punta, pag